Ambiente

1,7 miliardi all’Italia per il biometano

La firma del nuovo decreto da parte del ministro Roberto Cingolani fornirà incentivi per la produzione italiana sostenibile. E la conseguente riduzione della dipendenza dal gas russo
Coldiretti ed Eni hanno stipulato un accordo per sviluppare la filiera italiana del biometano agricolo. Si tratta di utilizzare i sottoprodotti ottenuti dall’agricoltura e dall’allevamento, valorizzandoli invece di mantenerli come costo di smaltimento.
Coldiretti ed Eni hanno stipulato un accordo per sviluppare la filiera italiana del biometano agricolo. Si tratta di utilizzare i sottoprodotti ottenuti dall’agricoltura e dall’allevamento, valorizzandoli invece di mantenerli come costo di smaltimento. Credit: Foto via https://www.teatronaturale.it/
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22 settembre 2022 Aggiornato alle 09:00

Una misura che rientra nella strategia dell’Italia per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e aumentare la sua quota di energie rinnovabili.

Il Decreto biometano, firmato dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, fornirà incentivi per la produzione di biogas e biometano per consentire di potenziare la produzione italiana e ridurre la dipendenza dal gas estero.

Vedrà così la luce un provvedimento tanto atteso dai produttori italiani: si sono resi necessari più di 8 mesi prima che la Commissione Ue desse l’ok al provvedimento notificato dall’Italia nello scorso novembre.

Ma, alla fine, l’Ue ha approvato il provvedimento in quanto conforme alle norme dell’Unione sugli Aiuti di Stato ed è stato possibile varare il decreto, che sbloccherà ben 1,7 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), stanziati per promuovere lo sviluppo del biometano. Favorendo la realizzazione di nuovi impianti e la riconversione degli impianti di biogas agricolo esistenti.

Il provvedimento prevede sussidi su diversi fronti. Ci saranno infatti: un contributo in conto capitale del 40% sulle spese ammissibili dell’investimento sostenuto, nei limiti del costo massimo di investimento ammissibile; un incentivo sulla produzione, con tariffe differenziate sulla base dei costi degli impianti; contingenti di potenza annui messi a disposizione, in linea con gli impegni di spesa del Pnrr, finalizzati a valorizzare il potenziale delle riconversioni degli impianti biogas esistenti e la nascita di nuove produzioni.

Stando ai piani, le misure serviranno a comportare un aumento della capacità produttiva di biometano fino a 35 miliardi di metri cubi entro il 2030 all’interno dell’Unione e, quindi un rapido affrancamento dalla dipendenza del gas russo. Conseguenza che fa rientrare il provvedimento anche all’interno della strategia della Commissione europea REPowerEu, il piano per rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi ben prima del 2030, a seguito dell’invasione dell’Ucraina.

Si stima che, grazie allo sviluppo del biometano, il nostro Paese (già secondo in Europa per produzione di biogas e tra i principali al mondo) potrà raggiungere l’obiettivo di oltre 4 miliardi di metri cubi al 2026, pari a circa il 30% dell’obiettivo del nostro Governo di sostituzione delle forniture di gas naturale importato dalla Russia, che permetterebbe di ridurre l’utilizzo dei gas a effetto serra di oltre l’80%.

«È un risultato importante che dovrebbe dare nuovo slancio alle iniziative della filiera del biogas e del biometano agricolo. Ora attendiamo la pubblicazione del testo per avere il quadro di riferimento chiaro - dichiara Piero Gattoni, Presidente del Cib (Consorzio Italiano Biogas) - . È necessario non fermarsi e accelerare con l’adozione dei criteri attuativi del decreto e l’apertura delle prime aste per permettere alle aziende agricole del settore di avviare gli investimenti il più velocemente possibile. La crisi energetica in atto impone un rapido cambio di passo verso un mix nazionale sempre più rinnovabile. La produzione è in questo senso un asset strategico per conseguire questo ambizioso obiettivo nel minor tempo possibile, contribuendo alla sicurezza energetica del Paese. Auspichiamo che il decreto venga pubblicato al più presto in Gazzetta ufficiale per poter sbloccare l’avvio delle prime procedure», conclude Gattoni.

L’adozione del decreto, che entrerà in vigore solo dopo la registrazione della Corte dei Conti e la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale, permetterà l’avvio delle prime procedure entro la fine del 2022, quando inizierà la procedura di assegnazione dei sussidi tramite aste pubbliche al ribasso che termineranno con l’esaurimento dei fondi stanziati.

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