Futuro

L’inarrestabile industriale elettrico

La sua ascesa non accenna a frenare, anzi: sta pian piano arrivando anche nel mondo dei veicoli per le aziende. Qualcuno già ci ha pensato
Credit: exelentia.it
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16 settembre 2022 Aggiornato alle 10:30

Il mercato dell’automotive non gode di buona salute. Le immatricolazioni di nuove auto non si sono ancora riprese dopo la buona annata del 2019 e i primi mesi del 2022, a conferma di questo, non denotano una crescita significativa. Anche l’elettrico non decolla in termini di vendite. Alcuni analisti del settore incolpano l’assenza di incentivi statali e la scarsa attenzione degli “ultimi governi” al tema auto.

A livello mondiale, si era arrivati nel 2021 a oltre 4 milioni di vendite di auto elettriche. Ma il primo semestre 2022 segnala una frenata delle vendite. Volkswagen e Tesla la fanno da padrone, soprattutto in Europa, dove le due aziende hanno conquistato posizioni di mercato importanti e una riconoscibilità di marchio straordinaria. Il 2022 invece non promette bene.

In generale è il comparto del veicolo consumer a non risalire. Stanno cambiando i consumi e i modelli sociali di riferimento. Dalla generazione della proprietà (baby boomer) siamo passati a quella dello sharing (millennials). “Non possiederai nulla ma sarai felice” recita un famoso - e probabilmente discutibile - mantra. Per non parlare del costante stato di crisi e di emergenza che ormai ci accompagna da 3 anni. Tuttavia se le vendite complessive non aumentano, le immatricolazioni di auto a uso noleggio a lungo e a breve termine vanno decisamente bene.

Anche il settore industriale sembra immune alla crisi e a queste trasformazioni dei consumi. Anzi in un certo senso le cavalca. L’esplosione delle vendite e-commerce ha aumentato esponenzialmente il numero di veicoli adibiti a logistica e consegne.

Alcune aziende stanno cominciando a investire in maniera importante sull’elettrico per rinnovare i parchi auto e veicoli industriali e commerciali. Le due direzioni di questo processo di innovazione sono la trasformazione del veicolo in una piattaforma digitale e la riduzione dell’impatto ambientale tramite il motore elettrico.

La grande lezione di Tesla è che l’elettrico deve essere aspirazionale per il consumatore, non una scelta al ribasso motivata dalla filosofia della decrescita. Le auto Tesla hanno prestazioni straordinarie e oltre all’elettrico, si caratterizzano per una gestione dell’auto quasi completamente digitale, tramite app, smartphone e controlli digitali.

Queste tematiche stanno facendo breccia anche nel settore dell’automotive commerciale e industriale. Ne è prova la nuova generazione di veicoli della Ford E-Transit. Questo nuovo furgono - la cui versione tradizionale è tra i veicoli commerciali più venduti al mondo - oltre a essere 100% digitale, offre all’utilizzatore un’esperienza innovativa. Il sistema operativo viene aggiornato nel tempo, man mano che nuove applicazioni e funzionalità vengono sviluppate. L’esperienza d’uso ricorda quella di un dispositivo digitale e chiaramente l’obiettivo della casa automobilistica è trasformarlo nel nuovo best seller tra i furgoni Ford.

La trasformazione nell’automotive ricorda quello degli smartphone. Come la componente telefonica è diventata la base ma non certo l’unica funzionalità degli smartphone, così quella di trasporto è la base ma non certo il punto d’arrivo dei nuovi veicoli elettrici. Se pensiamo in effetti che molti di essi sono adibiti alla logistica, possiamo immaginare quante applicazioni e funzionalità possono trasformare l’esperienza di utilizzo di questi veicoli: app, navigatori specializzati, ottimizzazione dei tempi, controllo da remoto, aggiornamenti dei software via cloud.

D’altra parte dentro ai veicoli ci sono persone che lavorano e l’esperienza innovativa di utilizzo potrebbe apportare benefici importanti ai guidatori. Nel frattempo, uno spettro si aggira nella stanza. Anzi un elefante, se vogliamo usare la nota metafora. L’elefante è chiaramente l’auto in grado di auto pilotarsi, che come abbiamo visto in altri ambiti potrebbe raggiungere il mercato più velocemente proprio nel settore industriale e commerciale, dove serve pianificazione, controllo, efficienza. E dove dunque gli algoritmi di intelligenza artificiale raggiungono più velocemente gli obiettivi di automazione.

Si tratta chiaramente di un elefante molto grande e non sappiamo ancora quando si materializzerà. Non sappiamo soprattutto quale impatto avrà sul capitale umano che oggi utilizza i veicoli industriali e commerciali per lavoro. Dobbiamo dunque sempre ricordarci che all’innovazione, in questo caso straordinaria, relativa alla digitalizzazione del settore, occorre affiancare sempre una riflessione sulle implicazioni sociali dell’innovazione stessa. La via della digitalizzazione porta all’automazione e l’automazione porta alla progressiva sostituzione del lavoro umano con quello dei software e dell’intelligenza artificiale. Potrebbe non essere una buona notizia, pur non ci si accorga di questo dopo che i buoi sono usciti dalla stalla o l’elefante dalla stanza.

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