Bambini

Scuola, assente ingiustificata della campagna elettorale

L’argomento che in tivù non fa audience, e allora chissenefrega dell’educazione civica, dell’educazione ambientale, e dei bambini. Ma perché?
Credit: Deepmind
Cristina Sivieri Tagliabue
Cristina Sivieri Tagliabue direttrice responsabile
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10 settembre 2022 Aggiornato alle 07:00

C’è uno scandalo che mi ha sconvolto quest’anno e porta il nome di una donna. Si chiama Giovanna Boda ed era capo dipartimento del Ministero dell’Istruzione. Faceva girare il mondo, la Boda. A Roma la conoscono tutti. Ovvero, la conoscevano tutti.

Era temuta. Era amata. Era rispettata. Appena saputo delle indagini che la riguardavano, e che la vedevano coinvolta in un giro di tangenti per 23 milioni di euro, la dirigente ha tentato il suicidio lanciandosi dalla sala d’aspetto dello studio del suo legale. Oggi pare stia meglio, e il 30 agosto scorso ho letto che la magistratura le ha contestato più di 3 milioni di “mazzette” usate per colf, autisti, chirurgia plastica, vacanze e appartamenti.

Sono rimasta sconvolta perché ogni volta che mi sono recata timidamente al Ministero dell’Istruzione per qualsiasi progetto educativo mi è sempre stato detto che purtroppo il ministero non ha possibilità di promuovere attivamente cose “extra”. Diciamoci la verità. La scuola pubblica non ha soldi. La scuola pubblica soffre. Mi è anche successo in più occasioni, anche di una certa importanza: un format tv realizzato con Mtv e Save The Children, per esempio.

Poi leggo che esistevano ed esistono bandi dedicati alla povertà educativa, i cui testi - secondo l’accusa - venivano condivisi con un imprenditore - Bianchi di Castelbianco, ex editore dell’agenzia Dire - prima di essere promulgati. E che poi, ovviamente, venivano vinti senza problemi dallo stesso, che aveva contribuito a scriverli.

Leggo anche, questione di due giorni fa, che Giovanna Boda ha raccontato ai quotidiani di aver trascorso un periodo difficile, di essere stata depressa e di aver avuto una dipendenza da shopping compulsivo.

Ecco, quello che più mi ha sconvolto di tutta la vicenda è che stiamo parlando di scuola. Che il Ministero dell’Istruzione quindi, ha una quantità ingente di fondi destinati alla povertà educativa -non lo sapevo - ma che di questa povertà educativa i giornali non parlano mai, così come della necessità di educazione civica sui temi ambientali. E che poi i fondi destinati a queste attività cosi centrali per i bambini siano stati merce di scambio tra passacarte in cattiva fede beh, è vomitevole.

A maggior ragione visto che i problemi che riguardano i bambini sono articolati e complessi, ma sembra non interessino a nessuno. In questa campagna elettorale è la stessa Unicef che lancia un appello: il cambiamento climatico e il degrado ambientale sono questioni di equità che minano i diritti dei bambini, soprattutto i più svantaggiati. Questa settimana abbiamo analizzato - partito per partito - i programmi in chiave “crisi climatica” e “ambiente”. Da lunedì troverete un’analisi dettagliata sulla scuola. L’Unicef chiede di fornire ai bambini una formazione sul clima e le competenze verdi, di includere i giovani nei negoziati e decisioni nazionali sul clima, di firmare la Dichiarazione Intergovernativa sui bambini, i giovani e l’azione per il clima adottata durante la COP25.

Chi li ascolterà?

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