Ambiente

Stromboli: non proprio una serie di fortunati eventi

L’incendio a maggio e l’alluvione in agosto hanno causato il crollo di una discarica a cielo aperto. Ora i rifiuti ricoprono il fondale marino, ma l’amministrazione temporeggia
Credit: @stromboliphotograper (sebastiano cannavò)
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
30 agosto 2022 Aggiornato alle 11:15

A Stromboli, una delle più belle spiagge dell’isola, la cosiddetta “Piscità” è deturpata dai rifiuti.

Già a maggio, si era propagato un incendio devastante, che aveva raso al suolo l’intera vegetazione e di recente, il 12 agosto, una violenta alluvione si è abbattuta sul centro abitato, distruggendo strade, negozi, abitazioni, spiagge.

Il terzo disastro imminente è una tragica conseguenza dell’alluvione di questo mese, che ha fatto precipitare una discarica che incombeva sulla Piscità. I rifiuti si sono riversati sull’arena, ma anche in acqua e sul fondale marino.

Una serie di eventi concatenati fra loro: prima, le fiamme divampate dal set della fiction targata Rai Protezione civile. La vegetazione che faceva da barriera geologica e frenava le piogge è stata ridotta in cenere e nulla ha potuto arginare l’inondazione avvenuta a metà agosto.

«Il fango che ha invaso il paese ha scoperchiato anche vecchie scelte folli del passato. Una discarica a cielo aperto mai bonificata, su un costone sopra spiaggia lunga, è venuta giù col fango fino al mare portando con se plastica, rifiuti urbani, detriti di ogni genere. È inaccettabile per Stromboli, isola unica al mondo, patrimonio dell’umanità Unesco insieme alle altre isole eoliche», aveva denunciato l’indomani dell’incidente l’associazione Mareamico di Agrigento.

«Non ci interessa la ricerca delle responsabilità ci interessano le soluzioni, fermo restando che vanno stanziati i ristori necessari a rifondere gli strombolani (abitanti e operatori turistici) dei danni materiali e immateriali subiti dall’alluvione del 12 agosto in piena stagione turistica».

Pare che, nonostante siano trascorsi 18 giorni dall’alluvione, non si sia fatto nulla per evitare gli effetti della catastrofe ambientale nel mare dell’isola: ancora nessun prelievo delle acque marine per controllarne la composizione e i livelli di inquinamento.

Potrebbe bastare quindi una mareggiata per far sì che l’acqua trascini a fondo anche il resto dei rifiuti, andando a sommare al materiale inquinante già sul fondale, altri detriti. Un evento che finirebbe per danneggiare anche le spiagge e addirittura le isole vicine.

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