Futuro

I nuovi modelli di sostenibilità basati sugli Energy Credits

Bisogna costruire un’economia adatta alle possibilità della Terra. Su questo si interroga la no profit EOS con i suoi Energy Credits, una “criptovaluta delle risorse” per aziende e privati
Credit: Amelie Geiger/dpa
Tempo di lettura 5 min lettura
7 agosto 2022 Aggiornato alle 11:00

Convertire le industrie al green e invitare le persone a sprecare meno potrebbe essere solo un palliativo, se la produzione globale eccede le risorse disponibili. Sembra assurdo ma il modello dominante continua a pensare l’economia e il Pianeta come due soggetti paralleli. Ma se fosse proprio questo schema mentale il problema?

Se lo sta chiedendo Enrique Lescure, fondatore e amministratore di EOS (Earth Organization for Sustainability). EOS è un’organizzazione no profit nata in Svezia nel 2006 che ha sviluppato e sta sviluppando in varie parti del mondo un modello economico alternativo a quello attuale, per affrontare in modo più efficace il grande tema emergenziale della sostenibilità e del riscaldamento globale.

Oggi siamo tutti d’accordo sul fatto che stiamo consumando più risorse di quante il Pianeta è in grado di generarne. E sul fatto che la disuguaglianza sociale in termini di accesso a risorse e beni si trova in uno stato altrettanto drammatico. Il problema è che poi da queste premesse, i vari approcci divergono. La risposta più diffusa, quella rappresentata dal World Economic Forum per intenderci, è che bisogna riconvertire la produzione al green e al digitale, per rendere più efficiente e meno deleteria la produzione. Invitando infine i cittadini a far la loro parte, sprecando meno risorse. Più raramente invece si mettono in discussione i grandi dogmi dell’economia moderna: crescita infinita e aumento del PIL, neoliberismo e grandi multinazionali che creano monopoli.

EOS sta sviluppando un differente modello economico che si basa su due strumenti. Il primo è l’Energy Survey. Il secondo è dato dagli Energy Credits.

L’Energy Survey sostanzialmente si basa sull’idea di creare un pannello di controllo in tempo reale di quante risorse dispone il Pianeta e di quante di queste distruggiamo per la produzione di beni. Migliaia di organizzazioni monitorano il riscaldamento globale, le emissioni, lo stato dell’atmosfera. Manca tuttavia una dashboard, che riassuma e aggreghi le fonti, focalizzata su quella che dovrebbe essere la principale informazione: il rapporto tra risorse consumate e generate per ogni zona.

L’importanza dei dati è fondamentale. Oggi la comunicazione sui temi ambientali è molto legata all’emotività e al marketing. Ma questo crea divisioni. Milioni di persone non credono che esista un problema ambientale. I numeri dividono meno dei video strappa lacrime. Difficile sostenere che sia tutto un complotto se migliaia di fonti indipendenti convergono nel dire che c’è un problema di sostenibilità nel consumo delle risorse naturali.

Gli Energy Credits rappresentano il cuore del metodo EOS. Oggi l’economia si basa sulla moneta, come valore di scambio. La moneta (quella tradizionale) viene emessa da Istituti centrali sulla base dell’inflazione, di depressioni finanziarie e di altri fattori. La moneta circolante non è correlata alle risorse disponibili. Questo favorisce un consumo e una produzione svincolata dalle risorse naturali.

Gli Energy Credits funzionano in modo differente. Il numero di Credits è direttamente vincolato alla quantità di risorse che possono essere sfruttate. Il modello funziona nel seguente modo: la terra ha un certo numero di risorse naturali, le risorse vengono sfruttate per produrre beni per la popolazione e le aziende, il costo dei beni deve essere basato sulla quantità di risorse utilizzate per la loro produzione, gli Energy Credits sono la nuova valuta digitale (criptovaluta) che viene coniata ogni anno sulla base delle risorse disponibili. Ogni anno, i Credits vengono distribuiti ad aziende e privati in maniera proporzionale alle risorse disponibili e grazie ai Credits possono acquistare beni, servizi e attivare i processi produttivi. Risorse e finanzia sono agganciate. Il meccanismo non può sfuggire di mano

Sembra complicato? Forse, ma è solo perché siamo abituati a pensare alla moneta come a qualcosa di parallelo rispetto alle risorse naturali. Un tempo però la stampa di nuova valuta era legata alla disponibilità di oro. Ma dal 1971, Il Golden Standard è stato abbandonato in nome di nuovi principi finanziari, ispirati al modello neoliberista. Ma il collegamento tra finanza e risorse naturali era proprio alla base dei sistemi monetari tradizionali.

Oggi EOS ha in corso varie sperimentazioni. Da un lato sta sviluppando una serie di simulazioni del suo modello economico all’interno del Metaverso. Dall’altro sta creando piccole community di persone che sperimentano il modello degli Energy Credits in contesti molti limitati e circoscritti. L’obiettivo di Enrique e del suo gruppo è testare sul campo questa formula per renderla un’alternativa praticabile all’attuale modello di capitalismo green troppo sbilanciato sulla finanza.

EOS è la punta dell’iceberg di un approccio alternativo alla sostenibilità. Esistono diversi movimenti, organizzazioni ed economisti che non concordano con l’approccio ufficiale. L’economista Kate Raworth nel bestseller L’economia della ciambella (Edizioni Ambiente) ha dato voce a questo differente approccio alla sostenibilità. Secondo Raworth occorre mettere da parte il PIL come indicatore di benessere e creare nuovi indicatori e nuovi approcci.

Nell’ultimo secolo il PIL, cioè la produzione, è quadruplicata. Questo è il segnale evidente che economia e risorse sono ancora percepite come due mondi paralleli che non si toccano. L’autrice parte invece dal presupposto che non è il Pianeta a doversi adeguare all’economia, ma l’economia al Pianeta. La terra ha un numero limitato di risorse, serve dunque una rivoluzione copernicana per costruire un’economia adatta alle possibilità del Pianeta e non alle esigenze delle multinazionali.

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