Ambiente

L’insostenibile consumo dell’elettronica

Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha parlato dell’impatto ambientale del digitale a più di 17mila studenti
Il 4% di cui parla Cingolani è, in realtà, un 3,7%: equivale alle emissioni dell’intero settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione
Il 4% di cui parla Cingolani è, in realtà, un 3,7%: equivale alle emissioni dell’intero settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione
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27 novembre 2021 Aggiornato alle 09:27

Il digitale va usato con cautela, anche per una questione ambientale: lo ha ricordato ieri Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica a più di 17mila studenti delle scuole secondarie del progetto Cosmopolites.

Collegato all’evento dedicato ad ambiente e sostenibilità, ha spiegato che “il digitale produce il 4% della CO2 globale. L’intero traffico aereo è responsabile del 2% dell’anidride carbonica planetaria”. Un atto di responsabilità, ha detto Cingolani, “è comprendere che l’utilizzo smodato dei social non è assolutamente gratis. Vi sembra un prodotto gratis perché il prodotto, in realtà, siete voi”. E ha proposto soluzioni più ecosostenibili: “Quando mandate una mail, inviate link al posto degli allegati e risparmiatevi qualche post inutile. Una mail o un messaggio da 1 megabyte produce la stessa CO2 di una lampadina da 60 watt accesa per 33 minuti. Sono piccole cose - ha concluso -, ma moltiplicate per milioni di persone possono fare la differenza”. I dati a cui si riferisce Cingolani sono stati pubblicati a marzo del 2019, in periodo pre-pandemia, da The Shift Project, un think tank francese che promuove la decarbonizzazione globale.

Quel 4% è in realtà un 3,7% e si riferisce al contributo delle emissioni dell’intero settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. La categoria Ict comprende i data center, le reti di telecomunicazioni, i computer, gli smartphone e molti altri prodotti di elettronica. Il consumo di energia dato dal digitale è cresciuto nel tempo: nel 2013 era pari all’1,9%, nel 2017 ha raggiunto il 2,7% e secondo le stime potrebbe arrivare a quota 15,5% nel 2025. Quindi, secondo The Shift Project, “una stabilizzazione dei consumi energetici da parte delle tecnologie digitali sarà possibile solo se riusciremo a controllare le nostre pratiche di consumo”.

Anche i social hanno un impatto ambientale considerevole: il Global Web Index ha calcolato che, ogni giorno, vi trascorriamo in media 2 ore e 24 minuti. In termini di consumo energetico, le piattaforme peggiori sono Snapchat, Facebook e TikTok. Le migliori? Youtube, Instagram e LinkedIn.