Ambiente

Soluzioni per un’estate senza pioggia

Una ricerca realizzata dall’Università Cattolica di Piacenza racconta con approfondimenti, video e podcast sistemi utili per evitare gli sprechi d’acqua e migliorare le tecniche agricole
Il fiume Po in secca per l'emergenza siccità, Reggio Emilia il 17 Luglio 2022
Il fiume Po in secca per l'emergenza siccità, Reggio Emilia il 17 Luglio 2022 Credit: ANSA/Andrea Fasani
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25 luglio 2022 Aggiornato alle 07:00

Una estate bollente e senza pioggia, con il Po che sta vivendo una delle peggiori siccità degli ultimi 70 anni, analizzata da ricercatori e docenti che fanno base nella Pianura Padana. In uno speciale realizzato dalla Facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali del campus di Piacenza dell’Ateneo del Sacro Cuore, gli esperti della Cattolica hanno tentato di raccontare con approfondimenti, podcast, video e testi L’estate senza pioggia.

In un percorso fatto da diversi contributi, i docenti hanno descritto lo stato dei fiumi in secca, il caldo record, l’agricoltura in ginocchio e l’insufficienza idrica generale, cercando di indicare delle possibili soluzioni nella lotta contro la siccità e lo spreco di acqua.

Come raccontano gli esperti nel loro speciale «le piogge si sono dimezzate con un impatto devastante sulle produzioni nazionali favorito dal caldo record. I numeri forniti dalla Coldiretti fotografano in modo inequivocabile la gravità della situazione: nel primo semestre nel nostro Paese è stata registrata una temperatura di 0,76 gradi superiore rispetto alla media. Nelle 9 regioni che hanno dichiarato lo stato di emergenza (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Emilia-Romagna, Lazio, Umbria, Liguria e Toscana) 332mila imprese agricole rischiano di chiudere i battenti mentre i danni hanno già superato i 3 miliardi di euro».

Fra gli interventi dell’Università Cattolica, Luigi Lucini, docente di Chimica agraria, ricorda l’importanza dei biostimolanti per vincere la sfida della richiesta mondiale di cibo in agricoltura in maniera sostenibile. «Occorre cercare soluzioni nuove, cambiare l’approccio per produrre senza impattare sulla produttività stessa. Un ambito di ricerca su cui l’Università Cattolica sta lavorando negli ultimi anni è quello relativo ai biostimolanti: molecole o microrganismi, non sono né fertilizzanti né pesticidi quindi parliamo di prodotti naturali, che vengono utilizzati in agricoltura».

Questo, aggiunge Edoardo Puglisi, docente di Microbiologia agraria, ha portato il lavoro dei ricercatori a «a isolare microrganismi dalla rizosfera e poi abbiamo diverse tecniche che ci aiutano a selezionare i migliori microorganismi con caratteristiche, per esempio, di resistenza allo stress idrico e di reperimento di nutrienti».

Di conseguenza «quando si utilizzano biostimolanti, corroboranti o strumenti simili ci sono tre fattori che sono fondamentali per la riuscita dell’intervento: l’efficacia, la convenienza e la gestione del campo con un approccio di insieme. Quando parliamo di consumi idrici, di siccità, la gestione del suolo ha infatti un’importanza fondamentale così come la gestione della chioma. Per questo motivo dobbiamo usare queste strategie sulla base del loro meccanismo di azione nel complesso» ha spiegato Tommaso Frioni, ricercatore in Scienze delle produzioni vegetali sostenibili.

Tra gli altri sistemi chiave per tentare di combattere la siccità ci sono poi le nuove tecnologie, come i sistemi a goccia o i droni. «Oggi, con l’agricoltura di precisione, attraverso sensori, droni, modelli di calcolo, possiamo leggere i diversi tipi di suolo, caricarli su delle mappe predittive e con l’impiego di macchine avanzate come ranger e pivot possiamo fornire l’apporto idrico esatto per ogni zona del terreno» ha spiegato Stefano Amaducci, docente di Cereal grains, processing and technology, ricordando come «l’agricoltura del futuro sarà sempre più legata alla disponibilità di fattori produttivi connessi e intelligenti che, con il supporto di piattaforme informatiche e big data, ci permetterà di avere una quantità di dati tali che le nostre decisioni che le scelte fondamentali saranno prese dalle macchine e non più dall’agricoltore».

Anche Vincenzo Tabaglio, docente di Agricoltura di precisione, ha rammentato l ‘importanza dei sistemi per restituire acqua al territorio e dei sistemi di subirrigazione ad ala interrata in modo permanente.

Altro fronte per tentare di migliorare le produzioni anche in assenza d’acqua è l’approccio genetico che, come spiega Adriano Marocco, docente di Genetica agraria «può contribuire a migliorare la resistenza alla siccità se affiancato a tecniche agronomiche conservative e all’irrigazione. Oggi l’obiettivo è di utilizzare l’editing del genoma, che consente di modificare geni già presenti nei genomi per regolarne l’efficacia».

Infine, gli esperti di Piacenza ricordano l’importanza di comprendere (per esempio in vigneti e olivi) come determinati consumi idrici possono impattare sulle piante, ma anche il fondamentale recupero dell’acqua e la riduzione dei consumi negli allevamenti attraverso le fotocellule «che rilevano la presenza dell’animale per evitare inutili sprechi e i meccanismi di riciclo delle acque sporche» chiosa Antonio Gallo, docente di Nutrizione e alimentazione animale .

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