Diritti

La rivoluzione del velo in Iran

In occasione della “Giornata dell’hijab e della castità”, le iraniane sono scese nelle piazze togliendosi il proprio velo. Un gesto di protesta contro le severe leggi del Paese
Credit: Nada Hanifah/unsplash
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
14 luglio 2022 Aggiornato alle 13:00

Durante la “Giornata dell’hijab e della castità”, celebrata il 12 luglio, molte donne iraniane hanno deciso di festeggiare in modo diverso: togliendosi il velo.

Un gesto di protesta contro la crescente pressione del governo iraniano per far rispettare le leggi sull’hijab e sulla castità, appunto, sempre più severe. L’iniziativa ha ricevuto moltissime adesioni soprattutto online: su Twitter l’hashtag ”#hijab_without_hijab” è stato utilizzato migliaia di volte, accompagnato da video di donne che si rimuovevano il capo e, in alcuni casi, lo calpestavano.

Come riporta la testata israeliana The Jerusalem Post, secondo lo strumento di ricerca delle tendenze su Twitter, Trendsmap, i tweet sono stati più di 76.000 tra lunedì e martedì. Sul sito web iraniano Tagminer, l’hashtag è stato elencato come il secondo tag più popolare nel Paese a partire da martedì sera, insieme a #No2Hijab.

Si è unita alla protesta social anche la giornalista e attivista iraniana Masih Alinejad, ricercata dal governo e residente negli Stati Uniti, che su Twitter ha pubblicato un video in cui denuncia le violenze subite da chi non indossa l’hijab ed esorta donne e uomini a protestare contro “il regime clericale”.

L’hijab, che lascia scoperto il viso, è solo uno dei veli utilizzati dalle donne islamiche: ci sono anche il niqab, che lascia una fessura all’altezza degli occhi, e il burqa, che copre lo sguardo con una rete.

Le leggi che obbligano le donne a indossare l’hijab in Iran non fanno che intensificarsi: secondo la Bbc Persian, un’ordinanza impedisce di entrare senza il velo in metropolitana nella città di Mashhad, nel nord-est dell’Iran, e di accedere a uffici e banche. Una direttiva della banca iraniana Mellat vieta alle dipendenti di indossare calze e tacchi alti e ai dirigenti uomini è vietato avere donne come assistenti amministrativi.

In Iran, secondo una legge della Sharia, istituita quattro anni dopo la rivoluzione islamica del 1979, l’hijab è obbligatorio per tutte le bambine e le donne di età superiore ai 9 anni. Chi non osserva le regole rischia rimproveri pubblici, multe e/o la reclusione.

L’istituzione della “Giornata dell’hijab e della castità” il 12 luglio non è casuale: è il giorno in cui, nel 1935, a Mashhad, nel nord-est dell’Iran, molte persone furono eliminate per aver protestato contro l’allora sovrano del Paese, Reza Shah Pahlavi, che vietò alle donne di indossare il velo islamico.

Il fondatore della dinastia Pahlavi, infatti, riteneva che l’hijab iraniano e i costumi tradizionali maschili fossero un segno di “arretratezza” e cercò anche di costringere gli uomini a indossare quelli che considerava vestiti e cappelli “occidentali”. L’establishment religioso si oppose fermamente al decreto e agli altri tentativi di modernizzazione di Reza Shah, che andò in esilio (per motivi politici, slegati dal discorso dell’hijab) nel 1941.

Nel 2017 Vida Movahed protesta a Teheran, legando il suo velo a un bastone. Prima di essere arrestata e identificata era chiamata “La ragazza di Enghelab Street”
Nel 2017 Vida Movahed protesta a Teheran, legando il suo velo a un bastone. Prima di essere arrestata e identificata era chiamata “La ragazza di Enghelab Street” Credit: Salampix/ABACAPRESS.COM

Le proteste contro l’obbligo dell’hijab si sono moltiplicate tra il 2017 e il 2019: Vida Movahed, la donna iraniana simbolo della lotta contro il velo islamico che se lo tolse durante una manifestazione, fu arrestata e poi rilasciata su cauzione nel 2018.

Durante le contestazioni del 2019, il presidente del tribunale rivoluzionario di Teheran, Mousa Ghazanfarabadi, aveva annunciato che chiunque avesse pubblicato un video senza velo, avrebbe rischiato fino a dieci anni di carcere.

Come volevasi dimostrare e come riporta l’agenzia di stampa semi-ufficiale iraniana Fars, diverse persone sono state arrestate lunedì. «L’establishment teme una rivoluzione da parte delle donne che è già iniziata oggi», ha detto l’attivista per i diritti umani Masih Alinejad all’agenzia di stampa britannica Reuters. E non finirà presto.

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