Futuro

Mercato del lavoro: l’ultimo trimestre chiude con più occupati

Pubblicata dall’Istituto nazionale di statistica la nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione: 505 mila occupati in più
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14 dicembre 2021 Aggiornato alle 11:42

L’Italia torna a crescere grazie al numero di occupati nel terzo trimestre del 2021 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: l’Istat registra un aumento di 121 mila occupati (+0,5%) rispetto ai tre mesi precedenti e +505 mila unità rispetto al terzo trimestre del 2020, grazie alla crescita dei dipendenti (+156 mila), a tempo indeterminato e a termine, che si contrappone al calo degli indipendenti (-35 mila, -0,7% in tre mesi). Nella fascia di età 15-64 anni (-41 mila, -0,3%) ridotto il numero di disoccupati (-134 mila, -5,4%) e anche quello degli inattivi.

Il report di fine anno pubblicato dall’Istituto nazionale di statistica lascia ben sperare per l’inizio del 2022: scende il tasso di disoccupazione per il secondo trimestre consecutivo portandosi al 9,2% (-0,5 punti in tre mesi) nella fascia di età 15-74 nei giovani tra i 15 e i 24 anni cala al 26,9% (23,7% tra i maschi e 31,8% tra le femmine).

In lieve diminuzione anche il tasso di inattività (-0,1 punti, al 35,2%) e del numero delle persone in cerca di occupazione, scese a 2 milioni 256 mila, -12% mila in un anno.

Il tasso di occupazione sale invece al 58,4%. L’aumento che coinvolge entrambe le componenti di genere e caratterizza tutte le ripartizioni, è più marcato tra i 15-34enni rispetto alla fascia di età 35-49 e 50-64 anni. Meglio le donne degli uomini: tra le prime, il tasso di occupazione cresce di 1,8 punti, 0,2 in più degli uomini, a differenza di quello di disoccupazione che cala di -1,1 punti tra le donne e 0,5 punti tra gli uomini. Bene anche il numero di occupati tra gli stranieri, in crescita di 2,5 punti rispetto al 1,6 punti degli italiani.

Positiva la fotografia scattata dall’Istituto presieduto da Gian Carlo Blangiardo sulla situazione delle imprese: buoni segnali di ripresa della domanda di lavoro, con un aumento congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti pari a 2,7%.

“Siamo molto felici di questi dati, che confermano quello che avevamo sempre detto fin dalla discussione sullo sblocco dei licenziamenti: il problema delle imprese italiane oggi è trovare i profili professionali e assumere, non è licenziare”, ha commentato soddisfatto Carlo Bonomi, presidente di Confindustria.Dopo la crisi legata alla pandemia, quando la domanda di lavoro nel settore privato ha iniziato a contrarsi, su base annua si è registrata una crescita del 5% delle posizioni dipendenti. In aumento anche le ore lavorate per dipendente, +3,3% rispetto al trimestre precedente e del 2,7% su base tendenziale. L’input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, è aumentato dell’1,4% rispetto al trimestre precedente e del 4,1% rispetto al terzo trimestre 2020.

In attesa dei dati degli ultimi 4 mesi dell’anno in corso, il trend del monte ore post pandemia sembra essere cresciuto come quello del mercato del lavoro. Sarà sempre così anche nel futuro? Per ora, ci accontentiamo di sapere di essere in crescita.