Ambiente

Tra caldo e dolo, la cenere cade sulla Capitale

Nella regione Lazio risultano triplicati i roghi, con emergenza al Pineto. Intanto si indaga su piromani. Nella Capitale è il caos: odore di bruciato ovunque, sciopero dei taxi, temperature bollenti e rifiuti che strabordano
Credit: RomaToday.it
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5 luglio 2022 Aggiornato alle 12:31

Roma brucia e piove cenere sul cielo della Capitale. In questi giorni di disastri climatici, tra la tragedia del ghiacciaio della Marmolada, la siccità che attanaglia la Penisola, le temperature elevate e persino trombe d’aria e forti temporali a Cremona, Piacenza e nel Nord Italia, a Roma si stanno verificando invece da sud a nord una serie di incendi, alcuni dei quali probabilmente di natura dolosa.

Nel solo Lazio, in un giorno si sono verificati oltre cento roghi, con gli incendi che si sono triplicati nella Regione e nella Capitale nell’ultimo periodo. Fiamme alte anche venti metri che avvolgono condomini, parchi che bruciano, zone residenziali evacuate: in molti punti, nella Capitale che solo di recente aveva sperimentato il devastante incendio di Malagrotta, le sirene dei vigili del fuoco continuano a suonare senza sosta.

Tra i roghi più pesanti quello in via della Pineta Sacchetti, dove sono intervenuti anche quattro elicotteri, per un mega incendio nell’area del parco del Pineto in cui sono bruciati oltre 50 ettari. Diverse aree sono state chiuse o evacuate: stop alla ferrovia Roma Viterbo tra Valle Aurelia e Vigna Clara, evacuato precauzionalmente in via Albergotti un istituto di suore e diverse case in via Proba Petronia.

Non solo: le fiamme hanno toccato anche il centro sportivo Vis Aurelia, danneggiando diverse strutture e costringendo varie famiglie alla fuga. Rabbia tra i residenti soprattutto della Balduina, che denunciano come gli incendi siano ormai una costante annuale in questo periodo, con poca prevenzione e interventi tardivi.

Secondo il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che in questi caldi giorni d’estate deve affrontare anche il sempre più complesso problema dei rifiuti (e dei cinghiali), alcuni degli incendi vasti e preoccupanti, con inneschi multipli, potrebbero essere di natura dolosa, anche se saranno poi le indagini a stabilirlo.

«Sono venuto a verificare - ha spiegato il sindaco accorso in zona Pineto - le operazioni di spegnimento. Siamo molto preoccupati e siamo vicini ai cittadini. Siamo qui per affrontare questa grave emergenza. In alcuni casi - ha detto Gualtieri parlando dei vari roghi - si è accertata la mano dolosa e questo è inaccettabile e gravissimo. In questo caso non lo sappiamo. Auspico la massima durezza nell’azione repressiva contro chiunque abbia partecipato a creare questi incendi nel caso siano dolosi».

Mentre brucia anche la vegetazione a Monte Spaccato, a sud su via Pontina e nella zona di Ariccia, così come su via Ardeatina, altri incendi si sono diffusi lungo le tangenziali provocando danni importanti.

Secondo i dati diffusi dalla Protezione Civile, che in questi giorni ha impegnato oltre 300 squadre in tutta la Regione, tra caldo e vento i roghi sono diventati sempre più complessi da spegnere e rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (15 giugno-3 luglio) gli interventi si sono realmente triplicati: questa estate ci sono stati 1750 interventi contro i 400 del 2021.

Tra gli incendi più drammatici quello a Valle Aurelia, con fiamme alte anche 20 metri intorno a condomini e una notte da incubo per i residenti: per spegnere le fiamme è intervenuto persino un elicottero e le persone, per salvarsi, si sono riversate sulle strade tra cenere e odore acre percepito in varie zone della città. Solo a Roma in poco ci sono stati 80 interventi: il 70% ha riguardato sterpaglie, boschi e colture, il resto case e abitazioni in un vero e proprio inferno con temperature intorno ai 39 gradi e aria irrespirabile.

La cenere, segnalano i residenti, è arrivata persino a Prati, Salario, quartiere Trieste, Villa Torlonia, piazza Bologna, piazza Venezia, via Nazionale e diverse altre aree e da San Pietro si potevano osservare le colonne di fumo. Nel frattempo le fiamme hanno mandato in tilt alcuni tratti della linea ferroviaria, con circolazione sospesa oggi per esempio sulla tratta Roma San Pietro-Vigna Clara.

«Con questo caldo il tema degli incendi sta diventando devastante, basti dire che rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso abbiamo avuto il triplo degli incendi. Un dato che ci dà l’idea di quanto la situazione sia molto seria», ha precisato anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

«Sono in contatto continuo con la sala operative della protezione civile, con i vigili del fuoco, con i sindaci in prima linea perché è una situazione complicata. Speriamo che nelle prossime ore questo tempo migliori ma è evidente che, insieme a quanto è avvenuto alla Marmolada, quanto sta accadendo ci dice che non ci sono pericoli per il futuro sui cambiamenti ambientali ma siamo dentro una stagione dove il pericolo è iniziato, questa è la verità. Dovremmo esserne molto più consapevoli perché i mutamenti climatici non proporranno dei rischi ma siamo già nella fase in cui la vita peggiora e di molto perché questo tema non è stato affrontato con la necessaria rapidità» ha raccontato il governatore.

Sia Zingaretti che Gualtieri pongono l’attenzione sul mix fatale delle ultime ore: da una parte incendi che - a causa delle temperature elevate e del vento - partono da sterpaglie e poi corrono in zone aride dove le fiamme si propagano facilmente, dall’altra l’ipotesi che in diversi casi ci sia lo zampino di qualche piromane. Nelle prossime ore sono attesi accertamenti e rilievi che potrebbero fornire più informazioni sull’accaduto.

Allo stesso tempo, così come quelle relative ai rifiuti che strabordano dai cassonetti o dei cinghiali sempre più presenti nell’area urbana con rischio di incidenti sulle carreggiate, i romani lamentano anche la difficoltà in alcuni casi a ricevere aiuto.

In zona Pineta Sacchetti, per esempio, ai cronisti locali alcuni residenti raccontano di essere scesi in strada con bacinelle e secchi d’acqua per bagnare balconi, giardini e persino muri, dato che le fiamme si avvicinavano ma i soccorsi tardavano. «Abbiamo chiamato più volte ma i camion dei vigili del fuoco tardavano. Era troppo pericoloso e siamo tutti usciti fuori dalle nostre case».

Mentre i vigili del fuoco sono costantemente al lavoro nel tentativo di spegnere le ultime fiammelle e in attesa di scovare eventuali responsabili degli incendi dolosi, l’immagine di Roma per le migliaia di turisti in visita alla Capitale oggi appare particolarmente emblematica, per certi versi apocalittica: anche a Fiumicino si registrano disagi per ritardi e cancellazioni, è in corso lo sciopero dei taxi, le colonne di fumo si osservano da diversi punti della città e il forte odore di bruciato è stato percepito persino a Piazza di Spagna.

Nel frattempo i rifiuti continuano ad accumularsi intorno ai cassonetti e da pochi giorni persino branchi di lupi, forse a caccia di cinghiali, sono stati visti arrivare alle porte della città.

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