Culture

L’attivismo green di Raoul Bova

Intervistato sul set di Don Matteo, l’attore romano ha spiegato alla Svolta: «per chi ha un po’ di popolarità, sensibilizzare più persone possibili sull’inquinamento atmosferico è un dovere civico»
Credit: ANSA/ETTORE FERRARI
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3 luglio 2022 Aggiornato alle 13:00

In occasione di OnePeopleOnePlanet, maratona multimediale realizzata per la 52a Giornata Mondiale della Terra dalle Nazioni Unite a Roma, Raoul Bova ha annunciato la sua collaborazione con Earth Day Italia, diventando Ambassador per la mobilità.

«Un ruolo sia teorico che pratico – racconta l’attore romano dal set della nuova stagione di Don Matteo, dove torna nei panni di Don Massimo, successore del Don Matteo di Terence Hill, dopo il successo della scorsa stagione - Dare una mano per cercare di sensibilizzare più persone possibili sull’inquinamento atmosferico, per chi ha un po’ di popolarità, è un dovere civico. Bisogna intervenire in maniera costante per provare a recuperare i danni che sono stati fatti dalle generazioni precedenti».

L’impegno di molti nomi dello spettacolo può fare la differenza?

Si, ma non basta. Per far sì che il cambiamento sia veramente possibile, l’impegno serio deve arrivare dalla politica, da chi può agire sulle leggi, sulle politiche ambientali. Siamo ancora in tempo, al contrario siamo destinati all’estinzione.

Eppure, il problema è ancora tanto sottovalutato.

Non so come sia possibile. Abbiamo davanti ai nostri occhi i danni dell’inquinamento. Guardi la siccità di questi giorni, la mancanza di acqua, il caldo anomalo e poi le alluvioni, gli eventi atmosferici estremi che accadono sempre più spesso, devastando e sconvolgendo i nostri Paesi. Tutto questo non ci fa sorgere qualche dubbio? Non ci chiediamo, cosa sta succedendo? La terra ci sta mandando dei messaggi molto chiari che, se continueremo a non cogliere, diventeranno sempre più pericolosi.

Il suo attivismo è molto concreto. Ha investito in una start-up innovativa che si impegnerà per l’abbattimento della CO2 prodotta dalla mobilità delle imprese.

Sono molto contento di questo investimento, è una start-up giovane e il progetto prevede di arrivare entro il 2050 a una completa neutralità climatica, secondo i principi e gli obiettivi del green deal europeo. Un sogno realizzabile.

Cosa muove questo suo interesse?

Nasce dal desiderio di lasciare ai miei figli un mondo migliore. I miei due ragazzi più grandi sono molto sensibili a questi temi, la loro generazione è consapevole dell’emergenza e di conseguenza è attenta e informata, forse perché vede il suo futuro decisamente a rischio.

Il buon esempio lo danno anche i genitori.

Fondamentale. La sensibilità a certi temi è altresì responsabilità dei genitori che devono dare l’esempio anche con piccoli gesti, a partire dalla raccolta differenziata fatta bene, dall’uso consapevole dell’acqua, o della macchina, meglio se elettrica.

Un consiglio?

Avere dubbi, farci domande che ci permettono di crescere giorno dopo giorno. Ascoltare, confrontarci con l’altro, guardare il mondo che cambia e cercare di capire le nostre reazioni. Se ci disconnettiamo dal mondo, e lasciamo andare le cose, senza preoccuparcene, ci possiamo ritrovare in mezzo a eventi orribili, come la guerra, per esempio, senza sapere come porvi rimedio.

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