Ambiente

I vigneti, una casa per la biodiversità

Uno studio pubblicato sul Journal of Applied Ecology ha osservato uccelli e farfalle nelle vigne, per capire come renderli luoghi più ospitali per tutta la biodiversità. Aprendo nuovi possibili orizzonti
Credit: Armando Castillejos
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18 giugno 2022 Aggiornato alle 11:00

Non tutti gli animali possono permettersi il lusso di affermare che l’uva è acerba quando non arrivano a lambirla, come fa la protagonista di una delle più celebri favole attribuita a Esopo. Altri animali, per esempio uccelli e farfalle, a volte non raggiungono neppure il vigneto.

I vigneti sono tra le colture più impattanti nelle aree a clima mediterraneo. Il cambiamento climatico favorisce climi più miti che consentono di coltivare la vite a quote e latitudini più elevate. Per questo le superfici coltivate a vite sono in costante incremento. La maggioranza dei vigneti è contraddistinta da un’intensità di gestione che spesso lascia poco spazio ad altre forme di vita, con effetti negativi sulla biodiversità e sugli ecosistemi locali.

Ora, un recente studio pubblicato sul Journal of Applied Ecology, firmato da Mattia Brambilla – ricercatore in Ecologia presso il Dipartimento di scienze e politiche ambientali dell’Università Statale di Milano – e Francesco Gatti – entomologo presso Fondazione Lombardia per l’ambiente e associazione Iolas – apre nuove prospettive in questa direzione.

La ricerca (realizzata con il sostegno di Fondazione Lombardia per l’ambiente e di Fondazione Cariplo) è il risultato di un esperimento condotto in Oltrepò Pavese per verificare l’effetto sulla biodiversità nei vigneti, prodotto della gestione alternata della vegetazione al suolo.

A seconda del sistema adottato dal viticoltore, la gestione alternata implica il taglio dell’erba o la lavorazione del suolo in un interfilare – lo spazio tra due filari di viti – ogni due, per poi tagliare o lavorare gli interfilari non trattati in precedenza dopo un periodo di alcune settimane.

Come target, per la loro sensibilità alle variazioni ambientali, sono stati scelti uccelli e farfalle, censiti con e senza gestione alternata lungo transetti lineari diffusi per 200 metri di lunghezza nei vigneti convenzionali e biologici.

Nel corso di tre anni, la ricerca ha valutato come una semplice misura gestionale possa contribuire all’obiettivo di rendere i vigneti più ospitali per la biodiversità e più virtuosi dal punto di vista ecosistemico, a beneficio della viticoltura stessa.

«Le fasce con abbondante vegetazione erbacea consentono la presenza di invertebrati e, in particolare, di insetti, che vengono predati molto più facilmente dagli uccelli dove l’erba è bassa o assente», spiega Mattia Brambilla.

Al tempo stesso, «la gestione alternata assicura una più regolare e frequente presenza di fiori, in grado di offrire alle farfalle le risorse alimentari di cui hanno bisogno», aggiunge Francesco Gatti.

Questa pratica favorisce inoltre la ricchezza specifica di uccelli insettivori, importanti per limitare specie potenzialmente dannose per le coltivazioni, e granivori, che contribuiscono a contenere le cosiddette “erbacce”.

Ma anche i viticoltori possono giovarne. «Diversi di loro hanno notato un impatto positivo sulla percezione delle aziende da parte dei consumatori, che si sono mostrati interessati alle iniziative per la biodiversità illustrate dal materiale divulgativo messo a punto nell’ambito del progetto e spiegate attraverso gli incontri organizzati dall’associazione Eliante con gli stakeholder locali», concludono gli autori dello studio.

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