TASSA SULL’INTENZIONE, la casa di tua mamma un giorno sarà tua, ma le tasse le paghi ora | Cartelle da € 2.000 già recapitate
Agenzia delle Entrate - fonte_Ansa - LaSvolta.it
L’hanno già soprannominata Tassa sull’Intenzione, finisci per pagare € 2.000 di tasse su una casa che sarà tua in futuro.
Sono in numero crescente i cittadini che negli ultimi mesi si stanno trovando a fare i conti con un’ondata di cartelle esattoriali veramente inattese. Confusione e preoccupazione sono i sentimenti che li stanno prevedenti e che potrebbero riguardare veramente chiunque.
Considerata la difficoltà nell’arrivare a fine mese e nel far quadrare i conti, è semplice comprendere come un pagamento inatteso, di una cartella esattoria poi, sia proprio una brutta sorpresa.
Le difficoltà nel far fronte ai propri obblighi porta gli italiani a indebitarsi sempre di più, ma occorre comprendere cosa sta succedendo prima di procedere all’ordine in maniera quasi cieca, senza nemmeno chiedersi per quale motivo lo si debba.
Sembra che a far crescere la preoccupazione nelle ultime ore, sia quella che in molti già conoscono come Tassa sull’Intenzione.
Cartelle e sconcerto dei cittadini
Quando il postino bussa alla porta per lasciare una busta verde con un avviso da firmare, nella maggior parte dei casi non c’è proprio nulla da ridere. Pensare se le cartelle che arrivano non sono poi esattamente corrette o non spettino affatto. Sappiamo bene che episodi di questo genere succedono molto più comunemente di quello che si possa credere, quindi non c’è nulla da meravigliarsi; il racconto della cittadina però, avrebbe lasciato tutti a bocca aperta, insomma, non si aspettavano proprio questo avviso.
La cartella che è stata recapitata è di ben € 2.000, con l’obbligo di pagare nel più breve tempo possibile. Insomma, non bastano le spese fisse che tutti conosciamo, ci mettono lo zampino anche le cartelle pazze.

Un errore che costa caro
Il sito romatoday.it, ci riporta la storia di una cittadina romana che il 22 ottobre ha ricevuto un avviso di accertamento esecutivo da quasi 2.000 euro. Il motivo? Secondo l’azienda municipalizzata Ama, responsabile della gestione dei rifiuti nella Capitale, Barbara non avrebbe dichiarato correttamente un’utenza domestica, risultando così evasore totale per sei annualità, dal 2019 al 2024. Peccato che la casa non è sua, considerando che lei è proprietaria solo al 25% e all’interno ci abita la madre. Insomma, un po’ come facessero pagare la tassa su una casa che un giorno sarà sua.
Insomma il problema di gestione dei dati da parte dell’Ama, ha gatto in modo che arrivasse la cartella. Il vero problema è che tali errori stanno capitando sempre più spesso e sono numerosi i cittadini molto preoccupati.