“Stavo stampando la ricerca a mio figlio”, ma ti portano immediatamente in carcere | € 3.098 di multa e 12 anni di reclusione

Stampare - fonte_Canva - LaSvolta.it
Ti basta farti trovare a stampare la ricerca di tua figlia ed ecco che finisci immediatamente in carcere. 12 gli anni di reclusione.
In fondo cosa ci può essere di male nello stampare un documento a casa? Ognuno di noi ha una stampante nella propria abitazione e stampare delle ricerche o dei moduli è una delle azioni più semplici da compiere. Quello che in pochi sanno è che potrebbe bastare poco per finire letteralmente nei guai.
La tecnologia è ormai alla portata di tutti: stampanti avanzate, software di grafica e canali nascosti online, hanno reso molto più semplice creare falsi documenti e persino banconote.
Proprio per questo motivo le autorità hanno dovuto intensificare i controlli, perché il rischio di trasformare un semplice gesto in un reato sembra proprio essere sempre dietro l’angolo. Quello che se ne potrebbe ricavare sono delle multe molto salate, oltre alla reclusione di oltre 10 anni e un marchio che rovina la reputazione per sempre.
Questa è la realtà che alcune persone hanno scoperto, purtroppo a proprie spese, ma cosa succede quando una semplice stampante domestica si trasforma nello strumento principale di una rete criminale ben organizzata?
L’inganno delle stamperie digitali e il pericolo dietro i canali nascosti
Purtroppo negli ultimi anni le autorità hanno individuato un gran numero di casi di stamperie clandestine che sono state organizzate da bande che sfruttano la diffusione della tecnologia per andare a immettere sul mercato dei documenti falsi, nel mercato della valuta. Non si tratta solo di qualche foglio, ma di macchinari molti sofisticati che sono collegati a delle reti parallele.
Nulla sembra essere lasciato al caso, ci sono delle esperti figure che pianificano e finanziano anche che invece gestiscono la produzione, altre ancora che si occupano della distribuzione e della “promozione” online. Insomma, un’organizzazione ben precisa che fa della banda di malviventi una sorta di azienda con delle vere e proprie strategie di marketing. A primo acchito potrebbe sembrare qualcosa che resta solo a livello virtuale, ma invece gli scambi sono veramente concreti.
Una storia che non convince nessuno
Ebbene la stamperia di cui si parla esiste veramente, proprio nei giorni scorsi è stata messa in atto un’operazione concreta delle forze dell’ordine che ha portato alla luce una vera stamperia clandestina di euro falsi. Un gruppo criminale ben strutturato che aveva messo in piedi un laboratorio per la produzione di banconote da 20, 50 e 100 euro, rivendute poi attraverso canali segreti su Telegram.
3 gli uomini coinvolti, che sono stati arrestati e accusati di associazione a delinquere, produzione e commercio di banconote contraffatte. Gli investigatori hanno documentato almeno 188 spedizioni, con clienti sia italiani che spagnoli, tedeschi e belgi. Per coloro che stampano e mettono in circolazione banconote false si prevede una sanzione di € 3.098 e la possibilità di essere condannati fino a un massimo di 12 anni.