“Non ci sono eredi”, il grande patrimonio di Pippo Baudo resta senza un destinatario | Andrà tutto perso
Pippo Baudo - fonte_Ansa - LaSvolta.it
Un grande patrimonio quello lasciato da Pippo Baudo, ma sembra che al momento non ci siano eredi a cui possa essere lasciato.
Nelle giornate più calde dell’anno, l’Italia ha dovuto dire addio a quella che era l’ultima delle colonne della TV italiana: Pippo Baudo. Chi lo avrebbe mai detto che nel silenzio assordante estivo, se ne sarebbe andato? Certo, circondato dall’amore della sua famiglia, ma senza i milioni di persone che avrebbero voluto dargli l’ultimo saluto.
Ora quello che rimane è l’ultimo abbraccio a quello che era uno dei re della televisione italiana e una serie di indiscrezioni. Ci si chiede se la televisione italiana abbia qualcuno che potesse avere qualcuno che gli assomigli, che avesse non solo la sua verve, ma anche il piglio simpatico e battagliero.
Purtroppo però adesso restano i piccoli particolari terreni e dopo l’ultimo saluto a Pippo Baudo, non si può far altro che pensare a coloro che rimangono.
Le luci si accendono quindi sulla sua eredità e sembra proprio che non ci siano eredi a raccoglierla. Ma come è possibile?
L’uomo che ha fatto la televisione
Un patrimonio senza eguali, insomma, signori e signore, ma lo sapete di chi stiamo parlando? Di Pippo Baudo, che ha fatto il suo esordio nella musica, studiando al conservatorio e con le prime apparizioni come presentatore di eventi a livello locale. Insomma lui sì, che ha fatto la gavetta, altro che tutto e subito come vorrebbero i giovani di oggi. Lui sapeva leggere il pubblico, capirne i gusti e anticiparne i desideri, matador di programmi come: Settevoci e Canzonissima che hanno trasformato lo show televisivo in un contenitore innovativo, fatto non solo di esibizioni ma di storie, personaggi, meccanismi narrativi che tenevano incollati milioni di spettatori.
I numeri parlano da soli: Fantastico portava ogni sabato sera 23 milioni di telespettatori davanti allo schermo, un risultato impensabile oggi. Sanremo, di cui fu padrone assoluto per tredici edizioni, divenne con lui non solo una gara musicale ma un evento culturale che segnava l’agenda del Paese, nota la sfida lanciata ad Amadeus, chiedendogli di superare il suo record. E poi “l’ho inventato io”, questa la sua frase e così è stato per molti, da Ramazzotti a Laura Pausini fino a Giorgia.
L’eredità senza eredi
Ma veniamo al dunque, l’eredità di cui si sta parlando non è quella economica ma artistica, perché è questo che più preoccupa. Il patrimonio di Baudo non si traduce in case o conti correnti, ma in una grammatica dello spettacolo che lui stesso aveva inventato. Una scuola di grande: professionalità, ma anche disciplina e cultura popolare che nessuno sembra aver raccolto davvero.
Qualcuno ha provato a elencare i possibili eredi: da Fabio Fazio ad Amadeus stesso, ma nessuno ha saputo incarnare la stessa miscela di autorevolezza, carisma, competenza e potere dietro le quinte. Insomma, anche se le ultime indiscrezioni parlando di un De Martino in pole position, al momento nessun erede diretto, ma il tempo ci darà risposte.