RIVOLUZIONE PENSIONE DI REVERSIBILITÀ, il coniuge non percepisce più nemmeno una lira | Te la tolgono senza nemmeno avvisarti
INPS - fonte_Ansa - LaSvolta.it
Cambiano le regole della pensione di reversibilità, adesso i coniugi non possono chiedere nemmeno un euro indietro.
Per moltissime famiglie italiane la pensione di reversibilità altro non è se non un grande aiuto, un’ancora di salvezza economica in uno dei momenti più complicati della vita intera, ovvero, la perdita di un coniuge o di un genitore. Un trattamento previdenziale erogato dall’INPS, che ha lo scopo di garantire un sostegno a quelli che sono i familiari rimasti.
Grazie a questa misura la famiglia ha una continuità di reddito dopo la comparsa del principale contribuente al bilancio domestico. Purtroppo sono molte le famiglie che si trovano in una situazione similare e questo non può certo essere accolto nella maniera più tranquilla possibile.
Negli ultimi mesi però, sono molti i dubbi che sono sorti nelle menti dei cittadini italiani, considerando le notizie che si stanno susseguendo proprio in questi ultimi mesi.
Sembra che i coniugi potrebbero dover far fronte a un taglio netto delle pensioni e il motivo è importante comprenderlo immediatamente.
Come funziona la pensione di reversibilità
Probabilmente potrebbe chiarire la questione sapere alcuni dettagli della pensione di reversibilità. Essa spetta ai familiari di un qualunque lavoratore o un pensionato deceduto iscritto a una delle gestioni INPS, che sia essa: artigiani, commercianti, lavoratori dipendenti, gestione separata, ecc.. Tutto questo perché i superstiti possano avere una certa continuità reddituale, senza trovarsi in difficoltà che sono spesso difficili da gestire. Per poter ricevere la pensione di reversibilità è importante: aver maturato almeno 15 anni di contributi, ovvero aver versato 5 anni di contributi, di cui almeno 3 nell’ultimo quinquennio prima del decesso.
Il diritto va in via preferenziale al coniuge superstite, anche se separato, l’importante è che non sia risposato e ai figli minori, inabili al lavoro o studenti anche se maggiorenni, anche se per loro esiste il principio di vivenza a carico, ossia i figli maggiorenni, per ricevere l’assegno, devono dimostrare di essere stati economicamente dipendenti dal genitore defunto, anche in assenza di convivenza.
La verità: quando il coniuge non prende nulla
Contrariamente a quanto molti pensano, la reversibilità non è automatica né garantita al 100%. Ci sono infatti molti casi in cui il coniuge che è rimasto in vita non percepisce nemmeno un euro, perché altri beneficiari vengono considerati prioritari o perché i requisiti non risultano soddisfatti. Le legge interviene a riguardo, infatti indica un ordine di assegnazione: se sono presenti figli minori, studenti o inabili, questi hanno diritto insieme al coniuge, ma in alcuni scenari particolari il coniuge può addirittura restare escluso.
Tutto questo vale soprattutto nel caso in cui venga meno il requisito della dipendenza economica o se emergono delle situazioni legate a separazione, nuove unioni o redditi superiori ai limiti stabiliti. Tutto questo si può tradurre in un problea per le famiglie più fragili, che finiscono per trovarsi senza pensione di reversibilità e anche senza tutele.