“€ 3.000 DI PENSIONE SONO UNA MISERIA”, professionisti sul piede di guerra | Chiedono un cedolino da parlamentare

INPS - fonte_Ansa - LaSvolta.it

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A insorgere una delle fasce della popolazione che è anche tra le più fortunate, secondo i professionisti l’importo è una miseria. 

Che in Italia la questione pensionistica sia estremamente tesa, lo sappiamo ormai da molto tempo. A lamentarsi sono i cittadini che vedono il potere di acquisto della loro pensione essere ridotto anno dopo anno, in tanti chiedono pensioni minime che arrivino almeno a 1000 €, ma che si debba sentir dire che è una pensione da 3000 € è una miseria, probabilmente finisce per essere un elemento di rottura all’interno della cittadinanza.

A creare problematiche è il mix di:  inflazione elevata, sistemi di rivalutazione più rigidi e contributi non sempre proporzionati ai redditi percepiti durante la carriera ha generato un malcontento diffuso.

In effetti, dobbiamo ammettere che considerando l’importo dei contributi versati durante la propria carriera lavorativa, l’importo ricevuto all’interno del cedolino potrebbe sembrare irrisorio.

Proprio in questa prospettiva si muovono i professionisti che sono ormai sul piede di guerra e chiedono un aumento del trattamento economico che ricevono mensilmente sotto forma di pensioni. Cerchiamo allora di vederci chiaro e di comprendere da che parte arrivano le lamentele.

La perdita di potere d’acquisto è diventata strutturale

Lo sentiamo dire ogni giorno e ora a sottolinearlo sono gli aspetti previdenziali, i quali vanno a rivelare come il calo del potere d’acquisto delle pensioni non è un problema passeggero, ma ben radicato nell’economia italiana. Negli anni 2023 e 2024 l’inflazione ha raggiunto livelli veramente molto elevati e si prevede che essa possa peggiorare proprio nel 2025. Per molti pensionati il danno sembra essere semplice da comprendere, non solo hanno dovuto subire l’aumento dei prezzi, ma si sono trovati con assegni che perdono il loro potere d’acquisto.

Le cifre medie lorde annue parlano chiaro: ingegneri a 30.300 euro, architetti a 19.617, geometri a 18.000, veterinari a 10.000, farmacisti a 7.500, biologi a 4.300 e psicologi a 3.400. Un panorama economico molto variegato e che vede alcuni professionisti meno tutelati di altri. Proprio in questo modo il malcontento diventa generalizzato e le polemiche iniziali incrementano.

Medici - fonte_Canva - LaSvolta.it
Medici – fonte_Canva – LaSvolta.it

La categoria che resiste: ecco chi riesce a garantirsi assegni più alti

Nonostante le critiche che arrivano anche da tale fascia di professionisti, le loro pensioni sembrano aver resistito alla perdita del potere di acquisto, ci riferiamo ai medici. La loro cassa previdenziale, l’Enpam, ha introdotto un sistema di calcolo molto più favorevole rispetto al puro contributivo, in questo modo è stato possibile mantenere gli assegni medi decisamente molto più alti rispetto a quella che è la media nazionale.

I più fortunati sono i medici di medicina generale le cui pensioni annue si aggirano intorno ai 50.500 €, questo grazie ai contributi che vengono trattenuti in maniera diretta dalle aziende sanitarie per cui essi prestano servizio. A difendersi piuttosto bene, anche gli specialisti ambulatoriali che si assestano intorno ai 44.800 € all’anno. Tutto questo sarebbe possibile grazie a delle politiche di prelievo contributivo adeguate a mantenere un tenore di vita molto vicino a quello che si aveva in attività.nonostante ciò non mancano le preoccupazioni anche in questa categoria, si teme che l’aumento del costo della vita previsto per i prossimi anni possa erodere i vantaggi di cui fino a oggi è stato possibile godere.