Vivevano nascosti come clandestini | Da 3.000 anni le generazioni avevano il controllo sulla zona

La civiltà nascosta - fonte_Canva - LaSvolta.it
Nascosti come topi nelle fognature, così vivevano in un luogo segreto, dove da 3.000 anni si alternano generazioni.
La scoperta sarebbe avvenuta nel cuore di una terra rimasta a lungo silenziosa, sotto strati di oblio e solo adesso la verità sembra essere venuta a galla. Quello che si è scoperto è una comunità che ha vissuto per millenni lontano dai riflettori della Storia, come se si fosse completamente nascosta agli occhi del mondo moderno, e solo adesso ha deciso di svelarsi.
Intere generazioni nel corso degli anni si sono susseguite senza mai lasciare delle tracce che siano evidenti. Ora però gli esperti che si sono messi sulle loro tracce, hanno trovato la strada giusta per scoprire dove si erano nascosti fino a questo momento.
Nessuno lo sapeva, ma la popolazione che qui ha trovato la sua terra promessa, riusciva a controllare intere regioni e gestiva scambi con alcuni popoli distanti centinaia di chilometri.
Insomma, non una piccola tribù nomade, ma un centro urbano sofisticato, organizzato e culturalmente avanzato, capace di unire tradizioni e popoli dalle geografie più disparate. L’essere isolato non è stato un limite ma un’efficace tecnica di sopravvivenza. Il complice di tutto questo? Il tempo, i secoli che hanno custodito il segreto.
Una civiltà dimenticata che univa mare, montagna e giungla
A lasciare senza parole ci hanno pensato le prime rivelazioni che hanno lasciato, letteralmente senza parole, anche gli studiosi più esperti. I sopralluoghi avrebbero portato alla luce un sistema urbano organizzato, con edifici pubblici, strutture residenziali e un centro cerimoniale che si estende su più livelli. Quello che è venuto alla luce non era di certo un insediamento casuale, ma un punto strategico, posizionato su una terrazza naturale che proteggeva da eventuali attacchi.
Le evidenze dimostrano che questa comunità riusciva a mantenere relazioni culturali ed economiche con almeno tre grandi ecosistemi diversi, ovvero: la costa, le Ande e persino la foresta amazzonica. Quella che veniva compiuta era un’impresa logistica incredibile per l’epoca, che avrebbe permesso alla società di assumere una particolare organizzazione.

La scoperta ha lasciato tutti senza parole
Il cuore della scoperta è un grande edificio decorato con pututus, trombe ricavate da conchiglie marine, le quali venivano usate durante i riti e i momenti solenni. Intorno al nucleo sacro ruotava buona parte della vita di una cività che in Perù è venuta alla luce solo adesso. Un crocevia di culture diverse, questo era Peñico, la città ritrovato nella Valle della Supe, in Perù; fondata intorno al 1800 a.C, dopo otto anni di scavi, il Ministero della Cultura peruviano ha aperto ufficialmente il sito al pubblico, lo scorso 12 luglio con una cerimonia tradizionale, il festival Peñico Raymi.
La si trova a 600 metri di altitudine, tra le colline andine. Nota ora come La Città dell’Integrazione, è stato un vero e proprio scrigno di civiltà differenti e culture andine. Una città che torna oggi a parlare, dopo essere rimasta nascosta come un fantasma della Storia.