Ue: le persone Lgbtq+ subiscono più aggressioni rispetto al 2019

Il sondaggiocondotto dall’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (Fra)su 100.000 persone, rivela chelesbiche, gay, bisessuali, transgender, intersessuali e queer in Europa subisconomeno discriminazioni (in particolare, circa il 36% degli intervistati contro il 42% del 2019 ha detto di essersi sentito discriminato in almeno un ambito della propria vita)mapiù attacchi fisici o sessuali rispetto a 5 anni fa. Il primo dato riguarda il coming out, che negli ultimi anni è diventato più diffuso. Tuttavia, se è vero che oggi 1 personaqueersu 2 è più aperta a dichiarare il proprio orientamento sessuale, identità ed espressione di genere rispetto al passato,la maggior parte evita ancora di tenere per mano il partnerin pubblico perpaura di attacchi. Dal sondaggio emerge infatti che icasi di violenzaregistrati sono in aumento:oltre 1 persona su 10 ha subito un’aggressione nei 5 anni precedenti l’indaginee le vittime sonosoprattutto le personeintersessuali. La ricerca condotta nell’estate del 2023 mostra anchemiglioramenti lenti ma gradualirispetto al sondaggio somministrato ai cittadini europei nel 2019 e prima ancora nel 2012.Le scuole, secondo gli intervistati, affrontano i temiLgbtqiin modo più positivo e proattivo, e i più giovani si sentono più supportati dai loro insegnanti e dai loro coetanei. Tuttavia, mentre i casi di discriminazione diminuiscono, va considerato che spesso questa rimane invisibile poichésolo una vittima su 10 la denuncia. Tra gli indicatori a rischio,ilbullismocresce: 2 persone queer su 3 affermano di esserne state vittime a scuola. Ciò accadein tutte le generazioni e in tutti i paesi dell’Unione europea. “Si tratta di un forte aumento”, dice l’Agenzia Ue, visto che nel 2019 lo subiva 1 persona su 2.Anche lasalute mentale per le persone queer rappresenta un fattore critico, con oltre 1 persona su 3 che ha pensato alsuicidionell’ultimo anno. Tra loro ci sono soprattutto persone trans e non binarie. A pesare in questa direzione sono anche le cosiddette pratiche di “conversione”. Come mostra il rapporto, negli ultimi anni 1 queer europeo su 4 afferma di essere stato costretto a sottoporsi a pratiche di conversione per cambiare il proprio orientamento sessuale o la propria identità ed espressione di genere. Nella percezione degli intervistati, poi,diminuisce l’impegno dei Governi in Europache si battono contro i pregiudizi e l’intolleranza nei confronti delle persone Lgbtq+: solo 1 persona su 4 reputa che la politica stia facendo abbastanza, contro un terzo del 2019. Intanto, secondo l’Agenzia europea per i diritti fondamentali,le persone Lgbtq+ continuano ad avere maggiori probabilità di diventare senzatettoedifficoltà ad accedere alle cure mediche. E la situazione si aggrava per persone condisabilità, in difficoltà finanziarie e che appartengono a gruppi etnici o ad altre minoranze.