Come diventare perfetti “ex”

“Mi ha tradita, mi ha piantata con due figli, ha voluto ildivorzioe mi passa quattro soldi per gli alimenti”: è uno dei tanti slogan con cui nell’Italia del maggio 1974 si tentava di mettere spauracchio tra le donne per andare a votare sì alreferendum abrogativo sul divorzio. Approvata appena 4 anni prima, la legge che permetteva alle coppie di dirsi addio legalmente aveva creato una forte spaccatura sociale e politica, ma nemmeno la massiccia campagna cattolica riuscì a cambiare quanto ormai era entrato nel sentire comune: lalibertà di poter davvero decidere la sorte del proprio matrimonioe di scioglierlo per sempre, perlomeno davanti allo Stato. Di quella conquista civile, di quel59% di “no” all’abrogazione della legge, cosa rimane a esattamente50 anni di distanza? Dopo un primo boom post referendario, il trend dei divorzi si è stabilizzato nel tempo e oggi, in assenza di figli e di dispute, si può anche optare per la versione fast&furious: tempo 6 mesi eadieu, volti pagina. Un iter mordi e fuggi che va abbinato a un dato curioso:in media le coppie si separano dopo 17 anni di matrimonio. Sì sì, ho detto 17 anni. Si può quindi dedurre che abbiano avuto tutto il tempo per conoscersi, innamorarsi, disamorarsi e passare interi pomeriggi a tirarsi dietro le brugole dell’Ikea. Sulla complicità dei mobiletti svedesi nell’unire le giovani coppie e far saltare i nervi a quelle già sull’orlo della crisi avevo letto secoli fa un divertente libretto, ma è difficile attribuire alle complicazioni del bricolage la fine delle unioni ai tempi dei social. Soprattutto se oggi a tenere caldo il tema separazioni, di per sé molto in ribasso dato anche l’esiguo numero di matrimoni, sono soprattutto coppiette di insta-riccanza come iFerragnez, che dubito dovranno mettere nero su bianco come intendono spartirsi la libreria Billy, o come iTotti-Blasiche ancora si accapigliano per due orologetti (si fa per dire). Tralasciamo l’annoso problema della tenuta di Provenza deiPitt-Jolie, i veri eredi dei perfidi protagonisti di un film stracult da straboomer,La guerra dei Roses:vedere o rivedere per credere. Lospaccato social(e)che si può trarre dalle note coppiette non va individuato nella spartizione patrimoniale né nella gestione dei figli guarda caso sempre a margine: cerchiamolo nel copione che seguono leuscite di casa di mogli emaritiche appena fuori dallo zerbino già cambiano o status in “ex”.Varcata la soglia che fino a un secondo prima sembrava la porta indemoniata diPoltergeist, ecco arrivare il trenino del perepppeppepè. C’è chi si libra in volo verso le birrette con gli amici e chi litiga con metodi discutibili negli esclusivi club milanesi. Chi si prende l’innocente evasione di un eufemico caffè e chi ufficializza lo spazzolino che aveva già depositato da mesi nel bagno di un’altra casa. Chi va di toyboy e chi di toygirl, tanto per pareggiare i conti. Insomma, ilvariegato universo dei divorzi celeb anno 2024segue rotte abbastanza scontate che ricordano le nostre da comuni mortali, solo in versione maxi:loro litigano per l’attico, noi per il triocale con cucina a vista.Noi dobbiamo pianificare con un anno d’anticipo ponti, feste, natali, carnevali e le 2 settimane in Liguria d’estate, loro volano un week-end no e quattro sì tra Dubai, New York e Miami. Noi arruoliamo i cugini laureati in legge per grattare sulle spese legali, loro assoldano “er mejo” degli studi legali. Noi ammorbiamo di complicazioni le amiche con velleità da psicologhe in cambio di due spritz, loro fanno terapia comportamentale comodamente sdraiati sullaVitra Lounge Chairvista Duomo. E se non sei boomer, e se magari non hai ancora avuto il privilegio di divorziare, ti lascio un utilelinkper vederla. Tanto è gratis.