Cina: la vicepresidente di Baidu si dimette dopo le critiche ai dipendenti

Cina: la vicepresidente di Baidu si dimette dopo le critiche ai dipendenti

 

«Perché dovrei prendere in considerazione la famiglia del dipendente? Non sono sua suocera. Non sono nemmeno tua madre. Mi interessano solo i risultati e il nostro rapporto si basa sul lavoro». Le parole diQu Jing, responsabile delle pubbliche relazioni del motore di ricerca cineseBaidu, hanno fatto il giro dei social media la scorsa settimana, spingendo la manager a scusarsi e a dimettersi dal suo ruolo. Secondo quantoriportatodallaCnn, il sostegno della dirigente alla “cultura tossica del posto di lavoro” avrebbe avuto delle ritorsioni direttamente sulla sua carriera all’interno dell’azienda, “facendole perdere il lavoro”. IlSouth China Morning Post, il media online cinese36KreAssociated Presshanno riportatoinvece chela responsabile “ha lasciato la sua posizione inBaidu”giovedì scorso, dopo aver suscitato “l’indignazione dell’opinione pubblica per i suoi commenti, considerati un’esaltazione della cultura del superlavoro”. La scorsa settimana Qu Jing ha pubblicato una serie di video suDouyin, la versione cinese di TikTok, rivolgendosi ai dipendenti diBaidu,che in Cina gestisce ancheErnie Bot, un servizio di intelligenza artificiale simile aChatGPT,per spiegare lorocome utilizzare al meglio i social media per promuovere il motore di ricerca. Oltre ad aver detto che avrebbero dovutoesseredisponibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e senza ferie, ha spiegato che il rapporto tra lei e i suoi subordinati era puramente un «rapporto tra datore di lavoro e dipendente». Qu Jing avrebbe anche minacciato di rovinare la carriera dei dipendenti che avevano inviato all’ufficiocentinaia di lettere di reclamo contro di lei, garantendo loro l’impossibilità di trovare un altro lavoro nel settore, spiegaAp. Nelle clip ha anche criticato un dipendente che si era rifiutato di partire per un viaggio di lavoro di 50 giorni durante la pandemia Covid-19,quando la Cina limitava fortemente gli spostamentie richiedeva periodi di quarantena per chi si spostava. «Perché dovrei prendere in considerazione la famiglia del mio dipendente? – ha detto -Ho 10, 20 anni più di te. Non mi sono sentita amareggiata o stanca,anche se ho due figli. Chi sei tu per dirmi che tuo marito non lo sopporta?». Il contenuto di quelle clip ha suscitato indignazione, diventando un argomento di tendenza suDouyineWeibo, una piattaforma cinese simile a X:gli utentihanno definito l’approccio di Qu Jing aggressivo e insensibile ehanno accusato lei eBaidudi promuovere un ambiente di lavoro tossico. La scorsa settimana, Qu Jing ha scritto sul suo account privato diWeChat, dove ha spiegato di non aver chiesto il permesso aBaiduprima di pubblicarli e ha chiarito di non aver espresso la posizione ufficiale dell’azienda. «Molte critiche sono molto pertinenti, sto riflettendo profondamente e le accetto con umiltà – ha detto – Ci sono molte cose inappropriate (dette) nel video che hanno causato incomprensioni esterne sui valori e sulla cultura aziendale, causando gravi danni. Mi scuso sinceramente». Poi si è impegnata a migliorare il suo stile di comunicazione e di gestione e a prendersi più cura dei propri colleghi. I video, nel frattempo, sono stati rimossi. Qu Jing ha fatto riferimento al sistema di996 ore lavorative, adottato illegalmente da molte aziende in Cina, soprattutto tecnologiche. Il nome deriva dall’obbligo per i dipendenti di lavorare dalle 9:00 alle 21:00, 6 giorni alla settimana. Nel 2019 un gruppo di programmatori ha lanciato una campagna che prevedeva l’inserimento delle startup che sovraccaricavano il personale in una sorta di “lista nera”. Ma la pratica non si è interrotta. Quello stesso annoJack Ma, cofondatore diAlibaba,ha definitouna “benedizione” per chiunque far parte della cosiddetta “cultura del lavoro 996”. Due anni dopo la massima Corte cinese e il ministero del Lavoro hanno pubblicatouna serie di decisioni relative a delle controversie sul lavoro, che riguardavano l’obbligo dei datori al “rispetto dell’orario di lavoro nazionale” ei diritti dei lavoratoria “un adeguato compenso” e a “periodi di riposo e ferie”. Le leggi cinesi prevedono che una giornata lavorativa standard duri 8 ore, con un massimo di 44 ore settimanali. Nel 2021 due dipendenti della piattaforma di e-commercePinduoduosonomorti per motivi probabilmente legati allo stress lavorativo: una giovane è crollata improvvisamente per strada mentre tornava a casa dal luogo di lavoro, mentre un altro è morto suicida. Un altro ancora si è dato fuoco dopo che, presumibilmente,spiegalaBbc, gli erano stati negati 770 dollari di stipendio. Ma le nuove generazioni di cinesinon sembrano più dispostead accettare condizioni estreme di lavoro.