Marmolada 03.07.2022: cronaca di una calamità

Marmolada 03.07.2022è ildocumentariodiretto da Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon che racconta un evento drammatico che ha coinvolto i pendii della Marmolada (per la precisione, il tratto che va da Punta Penia al Fedaia) quasi due anni fa. Quel giornoil crollo di un saracco provocò una valanga che travolse diverse persone, uccidendone 11 e ferendone 8. Il lungometraggio, presentato durante la 72° edizione delTrento Film Festival, raccoglie una serie ditestimonianze di chi ha vissuto la tragedia da vicino; dai testimoni oculari ai soccorritori. La narrazione si svolge in modo cronachistico e dettagliato: attraverso interviste frontali, girate con la macchina da presa fissa sul volto delle persone coinvolte, lo spettatore è in grado di ricostruire precisamente il susseguirsi degli eventi che hanno portato alcrollo di una parte dellamontagnae alla conseguente mobilitazione per portare soccorso alle vittime. Il tono della narrazione- già evidente dal titolo, che riporta unicamente il luogo e la data in cui la calamità si è verificata -è quasi scientifico: la storia viene raccontata con estrema oggettività ma questo non significa che ci sia distacco nelle parole degli intervistati, anche perché i registi hanno dichiarato che lo scopo del progetto è di «raccontare la potente coralità del lavoro dei soccorritori e rispettare i familiari, senza per forza esibire il loro dolore». Le interviste, alternate a materiale d’archivio e video realizzati ad hoc, offrono allo spettatore unquadro molto chiaro della portata dell’evento. Le riprese della montagna e del luogo dell’accaduto sono di varia natura: alle inquadrature aeree realizzate dagli organi preposti al soccorso si alternano videoclip amatoriali girati dagli smartphone delle persone che si sono ritrovate a osservare con il propri occhi il crollo delghiacciaio. Ogni elemento del film- sia le parole delle persone interpellate, sia le forti immagini della montagna dopo il disastro -contribuisce a trasmettere questa sensazione di “campanello d’allarme” che dovrebbe sentire lo spettatoretrovandosi di fronte a una catastrofe naturale. Un evento del genere, come non mancano di sottolineare i soccorritori, non era prevedibile, mapossiamo fare molto affinché casi simili si possano limitare nel tempo.Ilcambiamento climaticoe lealte temperatureche sempre più spesso interessano anche queste aree provocano, inevitabilmente, unaccelerato scioglimento dei ghiacciai, che a sua volta può avere conseguenze drammatiche. Alla luce di ciò non possiamo far finta di niente e voltarci dall’altra parte; a maggior ragione quando sulla natura si ripercuotono le azioni umane. Il rapporto tra l’essere umano e la montagna è sempre stato fonte di fascinazione per l’arte, declinata in diverse forme. PerGiacomo Leopardi, a esempio, era la natura stessa ad assumere le sembianze di una montagna, quando la faceva dialogare con un viaggiatore islandese in una delle storie contenute nelleOperette morali. La natura rappresentava una madre matrigna che della sorte di tutto il genere umano non si curava affatto. Sono passati due secoli da quando Leopardi dava forma a questi racconti in prosa e si potrebbe dire che la situazione si sia ribaltata;adesso è proprio l’essere umano che, con la sua attività, minaccia l’estinzione della naturae, di conseguenza, del proprio habitat naturale.