Missione Ambiente: il viaggio alla scoperta della sostenibilità sbarca a Genova

Missione Ambiente: il viaggio alla scoperta della sostenibilità sbarca a Genova

 

Dopo aver fatto tappa aFoggia,Catania,Catanzaro,Cagliari,Arezzo,ModenaeAscoli Piceno, oggiMissione Ambientearriva all’Istituto di Istruzione Superiore Carlo Rossellidi Genova. Il progetto, che coinvolge dieci città italiane, è promosso daTimeErgtramiteErgAcademyed è volto acontribuire alla diffusione della cultura della sostenibilità: ogni appuntamento prevede percorsi di approfondimento su sostenibilità, tutela ambientale e transizione ecologica per studenti e studentesse delle scuole secondarie di secondo grado. L’incontroin Liguria, il penultimo del tour diMissione Ambiente – Generazioni a scuola di sostenibilità, ha previsto come sempreun confronto sui temi legati all’ambientetra diverse generazioni: ragazzi e ragazze da una parte, esperti ed esperte aziendali dall’altra, per favorire uno scambio reciproco ricco di spunti e riflessioni. Ad aprire l’incontro è stata la curatrice dell’iniziativa,Cristina Sivieri Tagliabue, fondatrice e direttrice del quotidiano onlineLa Svolta, che è media partner del progetto. Intorno al tema della sostenibilità ruotano numerosi termini, molti dei quali in inglese: «Avete mai sentito parlare digreenwashingepinkwashing?». Dalla classe, superata la timidezza, sono arrivate alcune risposte: qualcuno ha parlato di quelle realtà che tentano di ingannare i consumatori, dando loro informazioni fuorvianti ed errate, sia nel campo della sostenibilità ambientale che di quella sociale. Altri hanno tirato in ballo anche il tema dellefake newssul clima, un tema molto caro a questo giornale, che l’anno scorsoha aderitoalla coalizioneStampa libera per il clima, lanciata daGreenpeace, che si impegna a garantire news trasparenti e complete riguardo ilclimate change. «Ognuna delle scelte che facciamo ha un impatto sull’ambiente», ha spiegato a ragazzi e ragazzeGianluca Gramegna, responsabile dell’area sostenibilità eEsgdiErg, società che opera nelle energie rinnovabili in 9 Paesi d’Europa e che si pone obiettivi legati «non solo alla produzione di energia pulita, ma anche sociali». Perché ogni azione «ha anche una conseguenza sociale eper ridurre l’impatto ambientale possiamo agire anche nel nostro piccolo, cambiando approccio nella vita di tutti i giorni». All’interno diErgGramegna si occupa «della definizione delpiano di sostenibilità integrato nel piano industriale, che comprende i vari obiettivi che l’azienda vuole raggiungere nel medio-lungo periodo, comela decarbonizzazione». Ma non solo: ancheil supporto «alle organizzazioni no-profit- comeSant’Egidioin Africa – che lavorano per garantire l’educazione, l’accesso ai beni essenziali, e alle risorse». La parola passa aElisa Romeo, dellaFondazione Edoardo Garrone: «Voi aveteuna grande responsabilità nel generare un cambiamento», dice ai giovani seduti di fronte a lei. LaFondazione Edoardo Garrone, nata nel 2004 dall’impegno filantropico delle famiglie Garrone e Mondini, si impegna a favorire un’ampia fruizione e accessibilità alla cultura, alle scienze e alle arti. «Il cambiamento passa attraverso un tema importantissimo di cui siamo qui oggi a parlare, quello della sostenibilità, che è un obiettivo da raggiungere ma può anche essere visto comeun generatore di opportunità: pensate che da una ricerca che ha fattoManpower Groupemerge che da qui al 2030il settore green produrrà 30 milioni di posti di lavoro a livello globale». Si tratta dei cosiddettigreen jobs, «chi ne ha già sentito parlare?». Ragazze e ragazzi riflettono. «Da definizione, igreen jobssono tutte quelle professioni che hanno come obiettivo la tutela dell’ambiente», spiega loro Romeo. «Ci sono esempi in tutti i settori, dall’agricoltura, al turismo, alla ricerca, allo sviluppo, all’amministrazione, ma anche alla comunicazione». Per Valentina Anciundia, studentessa del Carlo Rosselli, igreen jobssono dei «lavori sostenibili» ela scuola deve saper «migliorare le proprie tecniche didattiche per prepararci al futuroe a questi nuovi posti di lavoro». Di quali parliamo? «Energy manager,mobility manager, ingegnere dei materiali green, giurista ambientale, titoli che in questo momento sembrano altisonanti, ma sono molto più vicini a noi di quello che pensiamo», spiega Romeo. LaFondazione Garroneogni anno lavora accanto a quasi 1.000 studenti e studentesse coinvolgendo 6 istituti genovesi con indirizzi diversi in un progetto che si chiamaAppennino Lab. Quest’anno il loro compito è «realizzare un sito web per pubblicizzare la piccola località di Montebruno, che sorge sull’Appennino, valorizzandola al meglio». Anche questo è ungreen job. La Fondazione organizza anche un percorso di incubazione di startup dedicato agli under 40, da cui sono nate circa 60 imprese. Una èAltavia, un birrificio il cui fondatore «coltiva gli ingredienti con cui fa la sua birrae lavora sul suo territorio, valorizzando in maniera circolare tutta la produzione. Poi c’è una ragazza che a Udine ha trovato un modo pertrasformare la lana in pellet fertilizzante, o nel Lazioun’azienda agricola cheproduce lo stesso grano con cui poi fa il pane, alleva mucche e maiali da cui produce la carne,produce energia dai propri scarti». Romeo si rivolge ai ragazzi: «Vi auguro, nel vostro futuro, di trovare una posizione così, ungreen job!». Interviene poiAndrea FerrazzidiTim, già senatore della Repubblica e nel coordinamento dei lavori per le modifiche degli articoli 9 e 41 della Costituzione (che hanno previsto l’estensione della tutela del paesaggio, dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi nell’interesse delle future generazioni): «L’articolo 9è stato scritto a tutela del patrimonio culturale, dello sviluppo, dell’istruzione, della ricerca. Era un articolo essenziale, però mancava qualcosa:la tutela dell’ambiente. E come mai mancava la tutela dell’ambiente? Non perché i padri costituenti e le poche madri costituenti che c’erano allora non fossero persone di spessore, anzi, ma perchénon c’era la questione del cambiamento climatico». Ferrazzi ha parlato a studenti e studentesse anche del decreto interministeriale del 1973, che vietava l’uso di bottiglie di plastica riciclata al 100%. Per Diego Marzano, studente del Carlo Roselli, «questo fa molto riflettere su come,ancora oggi, a livello politico, siamo molto indietro riguardo alla salvaguardia dell’ambiente e alla sostenibilità». Il confronto con persone provenienti «da vari mondi, sia dalla politica che dalle aziende, è stato molto utile», ha spiegato lo studente dopo l’incontro. AncheIlaria Potito, che inTimguida progetti nel campo del sociale, era presente all’incontro per cogliere direttamente i feedback dei giovani partecipanti: «Stiamo per concludere questo percorso educativo che ci ha condotto in giro per l’Italia, dove abbiamo dialogato con le nuove generazioni riguardo al loro futuro e all’importanza di tutelare l’ambiente», ha dichiarato. «Già stiamo pianificandouna nuova edizionee comprendere le aspettative dei partecipanti è essenziale per sviluppare un programma su misura per loro». Appuntamento all’ultima tappa,che si terrà a Venezia il prossimo 16 maggio.