Marconi, l’uomo che ha connesso il mondo

A150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconie in occasione delcentenario diRadio RaiarrivaMarconi, l’uomo che ha connesso il mondo, miniserie in 2 puntate (prodotta daStand By Mein collaborazione conRai Fiction) incentrata sulla vita del famoso inventore bolognese e premio Nobel per la fisica. La storia prende vita nel1937e analizza, tra realtà e un po’ di fiction, quello che è stato l’operato dello scienziatonel suo Paese d’origine, oltre al complicatorapporto con le autorità e le istituzioni dell’epoca.Lo spaccato di vita che viene mostrato allo spettatore si divide tra lavita personale e familiaredi Marconi e quella istituzionale e politica; mentre i fatti narrati sono realmente accaduti, la cornice entro cui si inseriscono contiene alcuni elementi di finzione. La struttura narrativa si inserisce dentro quella che sarebbe un’intervista condotta a Guglielmo Marconi(Stefano Accorsi) dal personaggio immaginario della giornalista italo americana Isabella Gordon (interpretata da Ludovica Martino e ispirata a Lisa Sergio, figura realmente esistita e in stretto contatto con Marconi). Gordon, regista di un progetto documentario incentrato sui grandi italiani dell’epoca, incontra a più riprese Marconi, anche con il doppio fine, dietro incarico dell’Ovra(l’organo di polizia e dei servizi segreti fascisti) discoprire il progetto a cui sta lavorando lo scienziato. Simona Ercolani, produttrice della serie, spiega le motivazioni che hanno portato ad aggiungereelementi romanzati alla storia vera:«Marconi era controllato dall’Ovranell’ultima fase della sua vita:la vicenda è romanzata ma si basa su documenti e su una storia vera.Il tutto è stato ricostruito in maniera molto dettagliata grazie allaconsulenza della famiglia Marconi,che ci ha aiutati a scoprire il lato privato del personaggio. Abbiamo cercato di dare un contesto storico il più possibile preciso per quello che è stato uno dei personaggi italiani più famosi al mondo». Stefano Accorsi,che veste i panni delprotagonistanell’età adulta (un giovane Marconi è interpretato da Nicolas Maupas), racconta di aver scoperto molte cose sullo scienziato proprio in preparazione al ruolo.«È incredibile come la radio sia rimasta fedele all’idea originale che Marconi avevadi connettere il mondo intero. In un’epoca in cui gran parte delle innovazioni tecnologiche provenivano dal mondo militare,Marconi ha impiegato la scienza per un uso civilecon la C maiuscola: la sua invenzione si è rivelata davvero nutrimento per la conoscenza, avvicinava le persone tra di loro e permetteva di soddisfare la loro curiosità». L’interpretazione di Accorsi, come fa notare Maria Pia Ammirati, dirigente diRai Fiction,«non è una mimesi del personaggio», ma una restituzione di tutte le complessità e le particolarità che hanno caratterizzato l’inventore. Nella realizzazione di un biopic, infatti, c’è sempre il rischio concreto di mettere in mostra soltanto gli aspetti positivi di una personalità importante, ricostruendo più una sorta di agiografia che una cronaca; questo non avviene nella serie e non era nelle intenzioni delregista Lucio Pellegrini, che struttura la narrazione su più livelli: «È stata una bella sfida poter lavorare su più registri, raccontare un lato intenso e umano, di un giovane Marconi sognatore e, dall’altra parte raccontare l’inventore e l’uomo politico». I 2 episodi che articolano laminiseriescorrono quindi su 2 piani distinti ma, al tempo stesso, inevitabilmente collegati: lescelte politiche di Marconihanno conseguenze sulla propria vita privata e si ha uno spaccato sia del suooperato nell’ambito della fisicache della vitafamiliare. Un contributo importante alla serie, infatti, proviene proprio dalla famiglia Marconi, che ha seguito la realizzazione del progetto e ha messo a disposizione gli spazi reali dove lo scienziato è nato e cresciuto. Laricostruzione dettagliatanon si limita al racconto delle vicende:Nicolas Maupas, che interpreta un Marconi ventenne e ancora impegnato nella sua fase di sperimentazione, sottolinea l’importante sostegno anche da parte dellaFondazione Marconi,che ha messo a disposizione gli strumenti originali utilizzati dall’esperto.«Mi sono divertito molto a “giocare” con Marconi -ha rivelato Maupas – abbiamo utilizzato gli strumenti originali e questi mi hanno trasmesso una grande energia e fiducia in quello che dovevo fare». Marconi, dunque, si configura come un ritratto complesso di un uomo dalle mille sfaccettature e riesce nell’intento di coinvolgere lo spettatore, con un ritmo incalzante daspy-story, senza mai perdere di vista l’obiettivo biografico del personaggio.