Mammoth: inaugurato il più grande impianto di cattura diretta dell’aria al mondo

Mammoth: inaugurato il più grande impianto di cattura diretta dell’aria al mondo

 

Il più grande impianto di cattura e stoccaggio diretto dell’aria (DAC+S) si chiamaMammoth, che non a caso significa mammut. È la seconda struttura commerciale della startup svizzeraClimeworkscollocata inIslandaed è circa dieci volte più grande del suo predecessore,Orca. Questa gigantesca struttura, la cui entrata in funzione è stata annunciata ufficialmente ieri, promette di portare sul mercato una nuova capacità dirimozione del carboniodi alta qualità, da fornire agli utenti. Jan Wurzbacher, co-fondatore e co-CEO diClimeworks, ha dichiarato: «L’avvio delle operazioni del nostro impiantoMammothè un altro punto di prova nel percorso discale-updella capacità di megaton entro il 2030 e gigaton entro il 2050. È esemplificativo dei nostri continui investimenti in ricerca e sviluppo per ottimizzare ulteriormente la nostra tecnologia e acquisire maturità attraverso l’esperienza sul campo. La costruzione di più impianti nel mondo reale in rapide sequenze rendeClimeworksl’azienda di rimozione del carbonio più implementata, con al centro la cattura diretta dell’aria». Mammoth, come nasce e come funziona Climeworksha iniziato la creazione diMammothnel giugno del 2022. L’impianto, che sarà completato nel corso del 2024, è costruito in un design modulare, con 12 dei suoi 72 contenitori di raccolta totali attualmente installati in loco. Nel complesso è progettato per una capacità di cattura fino a 36.000 tonnellate di CO2 all’anno.Mammothha già iniziato a catturare anidride carbonicacon successo. Climeworksutilizza energia rinnovabileper alimentare il suo processo di cattura diretta dell’aria. Il suo partner per l’energia geotermicaON Powerin Islanda fornisce l’energia necessaria per questo processo. Una volta che la CO2 viene rilasciata dai filtri,Carbfix- un altro partner che si occupa dello stoccaggio – trasporta l’anidride carbonica nel sottosuolo, dove reagisce con la roccia basaltica attraverso un processo naturale, rimanendo immagazzinata in modo permanente. Climeworks, forte di sette anni di esperienza sul campo, verifica e ottiene la certificazione dell’intero processo da parte di enti terzi indipendenti. Con ingegneri capaci di elaborare centinaia di milioni di dati al giorno,Mammothè in grado di continuare ad aumentare le prestazioni e l’efficienza, massimizzando la cattura di CO2 durante l’anno. Nel frattempo, 180 esperti scientifici e di ricerca e sviluppo continueranno i test e lo sviluppo su larga scala. Le prospettive fino al 2030 Le conoscenze operative e di test saranno impiegate nei prossimi progetti di cattura diretta dell’aria. Fino al 2030, la tabella di marcia diClimeworkssi concentra sul lancio di nuovi hub. Questa realtà infatti si occupa della cattura diretta dell’aria anche negliStati Uniti, attraverso attività selezionate direttamente dalDipartimento dell’Energia americano,con la dotazione di un finanziamento pubblico per un totale di oltre 600 milioni di dollari. Il più grande progetto in questo ambito,Project Cypressin Louisiana, ha ricevuto un primo versamento di 50 milioni di dollari a marzo per dare il via all’iniziativa. Climeworksreplicherà quindi i suoi “hub megaton” in tutto il mondo per raggiungere una scala globale. L’azienda sviluppa attivamente progetti inNorvegia,KenyaeCanadaed esplora ulteriori potenziali siti di cattura e stoccaggio diretto dell’aria. Intanto anche nel Belpaese qualcosa si muove. Tre giovani di Torino, un siciliano trapiantato a Milano e una ragazza di Isernia, la provincia più piccola d’Italia, hanno unito le forze e fondatoCarpeCarbon, la startup che intende costruire il primo impianto tutto italiano per la cattura diretta dall’aria di CO2. Recentemente si sono aggiudicatiun finanziamento di oltre 1,7 milioni di euro.La Svoltali ha intervistati.