Che cosa dice la Proposta di risoluzione per fermare la grindadráp nelle Isole Faroe

Ogni anno, da secoli, le coste delleIsole Faroesi tingono di rosso a causa dellagrindadráp, la tradizionale caccia ai cetacei in cui perdono la vita centinaia tra balene e delfini. Secondo la coalizione internazionale di Sea ShepherdStop the Grind, ogni anno vengono uccisi in media1.150 esemplaritra balena pilota (Globicephala melas) e delfini. Dal 1983 l’organizzazioneSea Shepherdstudia, documenta e sensibilizza l’opinione pubblica internazionale su questa pratica disumana, e porta le istanze contro lagrindadrápanche al governo danese – di cui l’arcipelago faroense è protettorato – coinvolgendo l’Unione europea. Il 12 aprile scorso, infatti, l’europarlamentare e membro della PECH (Commissione per la pesca del PE)Francisco Ferreiroha presentato una Proposta di risoluzione perfermare l’annuale mattanza delle specie marine, anche a costo di bloccare i finanziamenti Ue destinati alle Isole. Durante la caccia, branchi di cetacei vengono letteralmente accerchiati da barche e motoscafi finché terrorizzati e confusi raggiungono la costa dove si spiaggiano. Qui i cacciatori li infilzano dallo sfiatatoio provocando una profonda incisione fino al midollo spinale, il tutto davanti a una folla eccitata di adulti e bambini. Nel XX secolo, lagrindadrápcostituivauna delle più grandi risorse economiche e di sicurezza alimentare delle Isole: la carne dei cetacei era fonte di sostentamento per gli abitanti dell’arcipelago mentre il grasso costituiva la base di produzione dell’olio per le lampade. Tuttavia, l’importazione di carni e la produzione di energia idroelettrica rendono oggiquesta tradizione – divenuta una pratica ricreativa – obsoleta e inutilmente crudele. L’attività, che gode dell’approvazione delle autorità faroensi e della connivenza del governo danese, va contro diverse norme europee per la tutela della fauna migratoria e, in particolare, dei cetacei. Secondo laConvenzione sulla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturalein Europa del 1979, infatti, ilGlobicephala melasè una specie “rigorosamente protetta” nonostante idati disponibiliper il suo inserimento nella Lista Rossa da parte dello IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) non siano sufficienti. Inoltre laDirettiva n. 92/43/CEE(Direttiva Habitat), emanata nel 1992 dalla Commissione europea per la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche,vieta la caccia deliberata ai cetacei all’interno degli Stati membri ma le Isole Faroe non sono incluse tra questi. L’arcipelago, infatti, è una Nazione costitutiva del Regno di Danimarca e come tale non è soggetto in maniera diretta alla normativa comunitaria. Lo è, però, la Danimarca che, in quanto Stato membro dell’Unione europea,è obbligata a recepire le direttive europee e assicurarne il rispetto nei territori di pertinenza. È qui che l’europarlamentare portoghese Francisco Guerreiro ha individuato un punto su cui far leva attraverso la Proposta di risoluzione presentata al Parlamento Europeo con il sostegno della coalizioneStop the Grind. Nel testo dellamozione, Guerreiro rivolge richieste specifiche al PE, affinché svolga un ruolo cruciale nell’influenzare le politiche delle Isole. La prima richiesta riguarda la riapertura dei negoziati sull’accordo dell’Ue con il governo danese e quello delle Isole Faroe relativi alle importazioni di prodotti ittici e alle pratiche di pesca, sospendendo il flusso di merci dall’arcipelago fino a quando il governo faroense non cesserà la pratica dellagrindadráp. Secondariamente, la proposta di Risoluzione chiede di rivedere l’accordo tra l’Unione e il governo delle Faroe in tema di partecipazione delle Isole a programmi di sostegno alla ricerca e l’innovazione scientifico-tecnologica come l’Horizon Europe, e di sospenderne i relativi finanziamenti. Tale mossa mira a sottolineare l’incompatibilità dellagrindadrápcon gli obiettivi di sostenibilità dell’Ue e dello stesso programmaHorizon. Successivamente, la mozione si concentra sulla necessità di imporre l’indicazione del Paese sulle etichette dei prodotti ittici d’origine faroense per “migliorare la trasparenza nel mercato unico e consentire ai consumatori di fare scelte informate”. Infine, si richiede l’allineamento delle Isole Faroe agli standard internazionali della caccia ai cetacei, comprese le disposizioni volte alla protezione delle madri e la prole delle specie di mammiferi marini prese di mira.La mozione è attualmente al vaglio della Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Métsola. Con l’avvicinarsi delle elezioni europee di giugno, lacoalizione Stop the Grindinvita caldamente le persone residenti degli Stati membri dell’Ue a contattare glieuroparlamentarilocali per esprimere il proprio sostegno all’iniziativa, per garantire così il rispetto dell’esistenza degli abitanti degli oceani.