Splash! Abiti, tappeti e tende, cinture e marsupi: dove si buttano?

L’insegnamento dellaraccolta differenziata nelle scuole dovrebbe essere una materia obbligatoria. “A cosa serve, il suo significato e i suoi simboli” potrebbe essere il titolo della prima lezione, a cui tutti gli studenti italiani dovrebbero assistere. Gli allievi dovrebbero imparare come dividere i rifiuti nei contenitori e le regole per farlo in modo corretto, oltre al funzionamento di riciclo e smaltimento. D’altra parte, i Comuni potrebbero tenere corsi ad hoc, visto che le indicazioni variano in base alla località. In fondo siamo tutti studenti e apprendisti della vita, pieni di dubbi, confusi e sempre di fretta. Soprattutto quando si parla di differenziare.Dove si butta questo? E quello?Si tramandano leggende di persone sopraffatte dall’incertezzadavanti ai cassonetti tra plastica, vetro, carta, umido e indifferenziata. E i rifiuti ingombranti? Ah, già. Scherzi a parte, qui si fa sul serio. Se ti è capitato di restare di fronte a un bidone insicuro ed esitante sul da farsi con un oggetto in mano, per qualche istante o per ore, sei nel posto giusto. Questa rubrica – in collaborazione conJunker App, piattaforma specializzata nellaraccolta differenziata in Italia- cerca di dissipare la nebbia della raccolta differenziata che avvolge alcuni oggetti e materiali, per evitare errori e fareSplashnel contenitore giusto. Gli abiti: rovinati sì, sporchi no e in un sacchetto La primavera porta con sé ameno tre certezze, anche nell’era dei cambiamenti climatici più imprevedibili: le fioriture, le allergie e il cambio di stagione. Per i maniaci del guardaroba, può dunque essere utile qualche dritta sullacorretta gestione dei vestiti e sul loro smaltimento: in Italia, d’altra parte, dal primo gennaio 2022 vige l’obbligo di raccogliere in modo differenziato i rifiuti tessili. Innanzitutto ricordiamo che è possibile conferire nel cassonetto degli abiti usati sia quelli in buono stato, che verranno destinati a riuso, sia quelli in cattivo stato (ad esempio logori, con qualche foro) che verranno invece avviati alriciclo per il recupero delle fibre tessili. I contenitori per la raccolta degli abiti usatisi trovano solitamente all’interno dei centri di raccolta comunali. Occorre fare attenzione però:i vestiti possono essere rovinati ma non sporchi. Se, per esempio, ci sono macchie di unto e grasso che non vanno via,allora il capo andrà nel secco residuo. Si richiede infatti che gli abiti e i rifiuti tessili vengano conferiti nell’apposita raccolta puliti e asciutti per ragioni igieniche e tecniche: un abito sporco di grasso o olio minerale non può essere recuperato. Lo stesso vale per un abito bagnato oppure sporco di cibo, che potrebbe fare la muffa: quest’ultima finirebbe inevitabilmente per diffondersi anche sugli altri indumenti che si trovano nello stesso contenitore. Infine forse non tutti sanno chei vestiti vanno conferiti all’interno di un sacchetto. Non è consentito inserire abiti usati, biancheria e altri rifiuti tessili sfusi nel cassonetto, ma è necessario metterli all’interno di una busta. Tappeti e tende Le lenzuola, gli asciugamani e le tende possono essere smaltiti tra i rifiuti tessili, purché siano puliti. Questa ampia categoria infatti non contempla esclusivamente gli abiti usati. Quindi le tovaglie, gli indumenti, la biancheria per la casa ma anche i tappeti da bagno, a esempio, vanno tutti nei cassonetti della raccolta degli abiti. Nel frattempo, mentre noi ci arrovelliamo sul cambio di stagione, c’è chi studia materie ben più importanti come la crisi climatica e in particolare si domanda: che mondo sarebbe senza primavera? Alcuni esperti dell’Università degli studi di Milanoe del Cnr-Irethanno ipotizzatodunque cosa comporterebbe l’assenza della stagione e quali sarebbero gli impatti sugli ecosistemi. Cinture e marsupi Chissà se il marsupio tornerà mai di moda: in fondo se ce l’ha fatta il borsello, possono riuscirci tutti; a tal proposito, hai presente la canzoneUomini col borsellodi Elio e le storie tese? A ogni modo,gli accessori vanno conferiti solamente se si trovano in buono stato. Al contrario degli abiti usati, infatti, accessori come scarpe, cinture, marsupi e borse sono complessi da avviare ai processi di riciclo. Tuttavia, se ancora in buono stato,verranno destinati alla filiera del riuso. In conclusione, una curiosità: secondo alcuni calcoli,il numero ideale di vestiti da avere nell’armadio oscillerebbe tra i 74 e gli 85, a seconda di quanto sono “nette” le mezze stagioni nella zona in cui si vive. Pensavi ne servissero di più o di meno?