Le piogge anomale (e la neve) aiutano l’industria idroelettrica italiana

Le piogge anomale (e la neve) aiutano l’industria idroelettrica italiana

 

L’abbondanza di piogge e nevicate che hanno tempestato il Paese nelle ultime settimane potrebbe rappresentare una risorsa fondamentale per la transizione energetica. Non solo eventi climatici anomali e dirette conseguenze del cambiamento climatico, conprecipitazioni da decine di millimetrie mezzo metro di neve in alta quotatra marzo e aprilesu tutto l’arco alpino. Ma soprattutto una fonte di approvvigionamento fondamentale per laricarica delle falde e delle digheidroelettrichemontane. Fino a due anni fa si registravano i livelli più bassi di piovosità dal 1961, pari a-22% di precipitazionie picchi dianomalia termica di +3,09 °Cregistrati a giugno e nei mesi di luglio, estendendosi anche a ottobre e dicembre. Non a caso la fortesiccitàha pesantemente compromesso le performance dell’idroelettrico nel 2022, in cui la produzioneècrollata addirittura del 35%arrivando appena a 29,7 Terawattora. Il dato peggiore degli ultimi dieci anni. Eppure, la situazione sembra essere stata brillantemente superata già solo negli ultimi due mesi del 2024, sulla carta primaverili ma ancora influenzati da condizioni meteorologiche sostanzialmente invernali. Tanto che le precipitazioni registrate nelle settimane passate sulle Alpi hanno consentito “il raggiungimento di valori del manto nevoso per il periodo”, secondo l’Autorità del Bacino Distrettuale del Fiume Po, secondo cui ladisponibilità idrica risulta essere superiorerispetto ai valori registrati tipicamente in questi mesi. Il 2024 potrebbe infatti rappresentare un veroanno d’oro per l’idroelettrico italiano. Le forti precipitazioni hanno aumentato il flusso dei fiumi, e di conseguenza anche la quantità di acqua all’interno deibacini idriciusati dalle centrali per la produzione di energia. Ecco perché in questi primi mesi dell’anno l’andamento della produzionehasuperato del 30% la media storicadegli ultimi dieci anni, pari a2,74 TWhdi energia idroelettrica prodotta. Un dato significativo, che permette di guardare al futuro con un certo ottimismo, stimando che la produzione di energia idroelettrica dell’intero 2024 possasuperare del 10% i livelli del decenniofino a oltrepassare i 3 TWh. I dati di febbraio raccolti daTernaregistrano ben4.860 impiantidi produzione di energia idroelettrica in Italia, principalmente concentrati lungo l’arco alpino. Con una netta maggioranza inPiemonte(che ne conta 1.092),Trentino- Alto Adige(891) eLombardia(749), la quale svetta fra le zone che hanno beneficiato di più delle abbondanti piogge e nevicate grazie ai suoi5.694 Megawattdi energia prodotta. Complessivamente – a livello nazionale -si è registrato unincremento di capacità generativa dell’83%, e non è escluso che possa aumentare ancora di più. Scendendo più nel dettaglio delle singole realtà dell’idroelettrico, laCompagnia Valdostana delle Acque(Cva), società attiva nel settore delle rinnovabili, in soli 4 mesi è riuscita aincrementare fino al 100% in più(rispetto al 2023) i suoi livelli produttivi nei 32 impianti che gestisce in Valle D’Aosta. Dati che velocizzano il raggiungimento degli obiettivi della suastrategia di crescita industriale fino al 2027, oltre che impattare positivamente sulle bollette degli utenti. Già a metà aprile infatti la società ha lanciatodue nuove proposte tariffarieper il mercato regionale,introducendo un’offerta a prezzo variabile con uno sconto di 80 euro all’anno per le prime case. Discorso analogo per la brescianaA2A, su cui le precipitazioni nevose invernali e primaverili hanno influito positivamente, permettendo ai suoi impianti in Lombardia, Friuli Venezia-Giulia e Calabria di generare il50% in più di energianei soli 3 mesi del 2024. Un discreto vantaggio per la provincia di Brescia, che con un fabbisogno annuale di13 miliardi di KWhsvetta fra le più energivore d’Italia. Stesso incremento registrato da Enel, che controlla circa 500 siti pari a16 Gigawattora di capacità installata. Una maggiore produzione di energia idroelettrica comporta vantaggi non solo alle aziende attive nel settore, che potranno generare più utili del previsto, ma anche alla collettività. Sfruttando una fonte rinnovabile e disponibile in natura, i costi associati alla produzione di energia idroelettrica sono in genere più bassi rispetto ad altre fonti non rinnovabili. Di conseguenza, unaumento di produzioneidroelettrica comporta unariduzione ancora più forte dei costicomplessivi di produzione. L’abbondanza di precipitazioni potrebbe quindi determinare unimpatto positivo sui prezzi dell’energia, in quanto la maggiore disponibilità di energia ridurrebbe di molto la domanda di altre fonti più costose. Portando gli utenti a beneficiare di tariffe molto più vantaggiose. Lo si evince chiaramente se confrontiamo le bollette dell’energia elettrica relativi a febbraio, dove ilPun (Prezzo unico nazionale)si aggirava intorno agli 88 euro per MWh, con quelle registrate ad aprile, in cui il costo medio mensile èsceso a 76,41 euro per MWh, con riduzioni maggiori proprio durante il giorno, momento in cui gli impianti fotovoltaici sono a pieno regime. Senza contare poi che i bacini costantemente pieni delle centrali garantisconomaggiore affidabilità e stabilitàall’efficacia dell’industria idroelettrica, affidandogli dunque un ruolo di primo piano all’interno della diversificazione delle fonti energetiche all’interno del Paese. L’auspicio è che aumento dell’offerta e prezzi in calo possano incentivaremaggiori investimenti e politiche di sostegnoa questo settore, accelerando il processo di transizione verso un’economia maggiormente sostenibile.