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L’ultima controversa espansione dell’oleodotto canadese Trans Mountain entra in funzione

 

Ilnuovo oleodotto canadeseTrans Mountainè entrato ufficialmente in funzione, tra ritardi e controversie. Inaugurato nel 1953, l’oleodotto originale è stato caratterizzato da numerosi allargamenti della struttura. Nel giugno del 2019 il governo canadese di Justin Trudeauha approvato l’ultima espansione del progetto Trans Mountain: sono stati aggiunti 980 chilometri all’oleodotto originale, per collegare il Canada centrale fino alla costa occidentale. La struttura già presente trasportava circa 300.000 barili al giorno. Ora il nuovo oleodottopotrà triplicare questa capacità, con un nuovo complesso portuale a Burnaby, sulla costa del Pacifico. Qui verranno installati tre nuovi ormeggi al Westridge Marine Terminal. In questo modo, il numero di petroliere caricate potrebbe aumentare di 34 in più al mese. Secondo i promotori del progetto Trans Mountain, il sistema degli oleodottiviene considerato il modo più sicuro ed efficiente per spostare il petrolio lungo grandi distanze. Un oleodotto equivarrebbe, in termini di petrolio trasportato, a 1.400 autocisterne e a 441 automotrici. Oltre a una maggiore efficienza e capacità di trasporto –il Canada è il decimo Paese al mondo per la produzione di petrolio– l’ampliamento della struttura Trans Mountain ha generato diverse polemiche e numerose perplessità. Il nuovo oleodotto rappresenterebbe infatti una controversiaper il grande rischio di fuoriuscite di petrolio, dannose per le popolazioni di orche nell’Oceano Pacifico. Gli ambientalisti sottolineano che l’aumento del traffico navalemetterebbe queste specie ancora di più a rischio di estinzione. Inoltre, l’estensione dell’oleodotto sarebbe in contraddizione con l’impegno preso dal governo di ridurre le emissioni di gas serra nel Paese del 40-45% entro il 2030. Dal 2012,un gruppo di esperti ha analizzato le zone interessate dalla costruzione del nuovo oleodotto, cercando dicomprendere i possibili effetti delle alterazioni nell’ecosistema canadese. Tuttavia, l’aspetto che sembra incidere maggiormente sul funzionamento del nuovo oleodotto è la relazione con le comunità locali. La recente espansione potrebbe rappresentare infatti unostacolo nella possibile riconciliazione tra il governo di Trudeau e le comunità aborigene canadesi. Lo stesso primo ministro aveva inserito nella sua agenda politica la necessità di riconciliazione con le comunità locali come una priorità. Anche su questa tematica Trans Mountain cerca di proporre soluzioni,curando il rapportocon le comunità di indigeni locali attraverso diverse normative per garantire rispetto reciproco, trasparenza e cooperazione con le tribù. Nel dicembre del 2023 è stato introdotto ilWhat We Heardreport, che ha raccolto le principali istanze di 14 incontri con le comunità locali. Si è discusso dell’impatto che la costruzione dell’oleodotto causa ai territori naturali, e sui principali temi che potrebbero implementare ilReconciliation Action Plan, la tabella di marcia verso la riconciliazione. Per le compagnie energetiche canadesi l’approvazione e la collaborazione delle comunità indigene è fondamentale: queste società rappresentano aggiunte di capitale e permettono di accelerare i processi di costruzione e produzione. Infine, il nuovo oleodotto ha comportato un costo altissimo: dal sito del progetto Trans Mountainviene riportata una cifra pari a 30.9 miliardi di dollari canadesi. Un progetto che va di pari passo con una sempre maggiore produzione di combustibile liquido nel Paese.Secondo le ultime analisidiCanadian Energy Regulator,la produzione di petrolio canadese si aggira intorno ai 4.9 milioni di barili giornalieri, e nel 2024 potrebbe salire del 6-10%.

Redazione

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