NelRapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (Bes)2023,l’Istatrivelachele donne in Italia stanno peggio degli uomini per quanto riguarda il lavoro e il benessereeconomico. Il tasso dioccupazioneè del76% tra gli uomini, contro il 56,3% tra le donne.Se le italiane sono più disoccupate, secondo i dati hanno anche una maggiore probabilità di svolgere un lavoro che richiede competenze minori rispetto a quelle che hanno acquisito studiando e sono meno soddisfatte del loro livello di vita raggiunto. Nonostante l’occupazione generale cresca di 1,5 punti percentuali rispetto al 2022, per le donne continua a essere minore, soprattutto al Sud. L’asimmetria nella conciliazione lavoro-famiglia rimane a loro sfavore:sono le donne che per il 61,6% dei casi si dedicano per più tempo al lavoro domestico,un dato che rimane stabile rispetto al 2022 interrompendo la tendenza al miglioramento osservata negli anni precedenti. Mentre diminuiscono i numeri sia per il tasso di lavoro non regolare in tutte le Regioni e che per la percezione di insicurezza lavorativa (la paura di perdere il proprio posto e di non riuscire a trovarne un altro simile),tra ilavoratorila soddisfazione cresce meno tra le donne.Le lavoratrici sono più esposte al fenomeno delpart-time involontario,ovvero quello che viene svolto perché non si è riusciti a trovare un impiego a tempo pieno, e a quello del lavoro sovraistruito, che cresce del 2% rispetto al 2019. I lavoratori sovraistruiti sono coloro che hanno un titolo di studio superiore a quello richiesto per svolgere la professione esercitata. In particolare,gli occupati sovraistruiti in Italia sono il 27,1%, ma tra le donne si arriva al 29,4%(con un aumento di quasi il 3%), mentre per gli uomini si attesta al 25,4%. Le italiane infatti si laureano di più degli uomini e hanno un percorso di studi più lungo, ma fanno spesso lavori per i quali si sono formate più di quanto richiesto. Anche per quanto riguarda la soddisfazione per lavita, i valori più alti sono quelli degli uomini, con un divario rispetto alle donne che negli ultimi anni è cresciuto progressivamente. La differenza, che nel 2019 era del 2,6%, nel 2023 cresce al 3,9%, con il 48,7% degli uomini che si dichiarano molto soddisfatti a fronte del 44,8% delle donne. Tra igiovani, che si dimostrano generalmente più ottimisti rispetto a grado di soddisfazione personale, la situazione non è diversa: per legiovani donnesi registra uncalo della loro soddisfazione di vitache l’Istat definisce “marcata”, pari al4,5%, mentre per i loro coetanei maschi la percentuale di soddisfazione rimane stabile.
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