Caso Johnson & Johnson: c’è amianto nei prodotti a base di talco?

 

È una saga legale che dura da più di un decennio quella che coinvolgeJohnson & Johnson, la società farmaceutica multinazionale statunitense nota per i suoi prodotti per l’igiene e la cura personale. Migliaia di persone hanno fatto causa all’azienda perché sostengono chel’esposizione all’amiantonei prodottiJohnson’s Baby Powdera base di talco avrebbe causato loro lo sviluppo diuna rara forma di tumore ovarico. L’azienda ha negato le accuse, sostenendo che i suoi prodotti non contengono amianto e non causano il cancro. Tuttavia, dopo le decine di migliaia di cause intentate contro l’azienda negli ultimi anni, ha smesso di vendere i prodotti a base di talco prima in Nord America, nel 2020, e poi nel resto del mondo, nel 2023, sostituendoli con una formula a base di amido di mais. L’accordo proposto, si legge inuna nota rilasciata dall’azienda, “risolverebbe il 99,75% di tutte le cause pendenti sul talco controJohnson & Johnsone le sue affiliate negli Stati Uniti”. E continua: “Il Piano impegna la Società a pagare alle ricorrenti un valore attuale di circa6,475 miliardi di dollari da versare in 25 anni, che rappresenta un recupero di gran lunga migliore di quello che le ricorrenti potrebbero recuperare in sede di processo”. L’azienda si propone di chiudere tutti i contenziosi sul mesoteliomaattraverso la dichiarazione di bancarotta di una controllata, laLLT Management. Per chiudere l’accordo, il 75% dei ricorrenti che affermano di essere stati danneggiati dai prodotti a base di talco diJ&Jdovrà approvarlonei prossimi 3 mesi. Se la multinazionale farmaceutica avesse la meglio, potrebbe impedire alle querelanti di rinunciare all’accordo per perseguire cause legali separate, risolvendotutte le odierne e future cause di mesotelioma contro i suoi prodotti, che rappresentano circa il 99% di tutte quelle relative al talco intentate contro la società. Circa54.000 sono raggruppatein un procedimento giudiziario federale del New Jersey. Questo èil terzo tentativodiJohnson & Johnsondi risolvere le cause legali relative al tumore ovaricoattraverso la dichiarazione di fallimento di una controllata: i due precedenti, uno del 2021 e l’altro del 2023,spiegailNew York Times, sono stati respinti dai giudici perché sostenevano che la società non fosse in difficoltà finanziaria, un requisito fondamentale per dichiarare fallimento. StavoltaJ&Jafferma di avere “l’appoggio” degli avvocati dei ricorrenti, che avrebbero collaborato alla stesura stessa del piano, che “è nei migliori interessi di coloro che hanno fatto causa”, si legge nella nota. La società farmaceutica sostiene di aver già risolto il 95% delle cause legali legate al mesotelioma. Il principale fattore di rischio per questa malattia,spiegalaFondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, è l’esposizione all’amianto, o asbesto, un minerale presente in natura che è stato definito cancerogeno per l’essere umanodall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro(Iarc) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Quando ci si espone a questa sostanza le sue fibre, più sottili di un capello umano, possono essere inalate e penetrare in profondità nei tessuti, danneggiando le cellule. “Il periodo di latenza, ossia il tempo che intercorre tra l’esposizione all’amianto e la comparsa del mesotelioma – spiegaAirc -è molto lungo, circa 40-50 anni. Il rischio aumenta all’aumentare della durata dell’esposizione e della quantità di fibre di amianto inalata”. Il mesotelioma colpisce una membrana (il mesotelio, appunto) che ricopre gran parte degli organi interni, come i polmoni e l’intestino (in questo caso il tumore prende il nome di peritoneo). Sia il talco che l’amianto sonodei mineralipresenti in naturaed è comune che, durante l’estrazione del talco, questo possa contenere tracce di amianto.Johnson & Johnsonha messo in commercio il suo talco nel 1894 rivolgendosi soprattutto alle madri di famiglia e proponendolo come l’ideale per il sedere dei bambini. Il prodotto prometteva di lasciare la pelle liscia, setosa e profumata. A partire dagli anni ‘50, però, una serie di casi di studio pubblicati su riviste mediche sottolinearonoi pericoli derivanti dall’inalazione del talcoe i pediatri iniziarono a raccomandare di non utilizzare il prodotto sui bambini. È dagli anni Settanta cheJ&Jcambia target, rivolgendosi alle giovani donne: “Inizi a essere sexy quando smetti di provarci”, diceva una pubblicità apparsa su una rivista statunitense nel 1972 che mostrava una ragazza che accarezzava i capelli biondi e ricci di un giovane. Nel 1974, secondo un’analisi diJ&J, oltre il 60% delle vendite del talco era“attribuibile ad adulti” che lo usavano su se stessi.Le donneutilizzavano il talco comeprodotto per l’igiene femminile, applicandolo sul proprio corpo, anche nella zona genitale, e respirando la polvere che si spargeva nell’aria durante il suo utilizzo. La società,secondo quanto emerso, aveva anche intensificato la commercializzazione a due gruppi chiave di consumatori, persone afroamericane e donne in sovrappeso, come parte diuno sforzo decennale per compensare il calo delle venditedi talco per bambini in mezzo alla crescente preoccupazione per i suoi effetti sulla salute. Nel 2018 due inchieste diReuterse delNew York Timeshanno scoperto chela società farmaceutica aveva temuto per anni che ci potesse essere amianto nel suo talco, ma aveva lavorato per mantenere il pubblico all’oscuro di questo possibile legame. Secondo documenti interniresi pubblici“almeno dal 1971 fino all’inizio degli anni 2000 il talco grezzo e le polveri finite dell’azienda talvolta risultavano positivi per piccole quantità di amianto” e “i dirigenti dell’azienda, i gestori delle miniere, gli scienziati, i medici e gli avvocati erano preoccupati sul problema e su come affrontarlo senza rivelarlo alle autorità di regolamentazione o al pubblico”. Johnson & Johnsonha respinto le accuse affermando che il rapporto diReutersignorava “che migliaia di test condotti daJ&J, regolatori, importanti laboratori indipendenti e istituzioni accademiche hanno ripetutamente dimostrato che il nostro talco non contiene amianto”.Nel 2019, laFood and Drug Administrationstatunitenseha riferitodi aver trovato amiantoin un campione di talcoJohnson. La società ha quindi ritirato il prodotto “per un eccesso di precauzione”, ma non ha mai ammesso la presenza della sostanza cancerogena nel suo talco. Nel 2018 22 donne che avevano imputato il loro cancro alle ovaie all’amianto contenuto nel talcoJ&Jsono state risarcite di 2,12 miliardi di dollari. Nel 2023 un gruppo per i diritti umani, l’African Center for Corrective and Preventive Action(Accpa),ha citato in giudiziola multinazionale americana per la vendita e la distribuzione del suo talco, che era ancora disponibile per la vendita in Kenya. Johnson & Johnsonnon è l’unica aziendache è stata coinvolta in casi riguardanti la presenza di amianto nei propri prodotti: grazie alla sua capacità di assorbire l’umidità e rimuovere la lucidità dalle pelli che presentano un eccesso di sebo, vari marchi lo inseriscono nei propri prodotti in polvere come ciprie, fard e ombretti. Nel 2019 laFood and Drug Administrationha invitatoi consumatori Usa a non comprare alcuni cosmetici di due aziende americane,Claire’seJustice, perché contenevano amianto. Anche in questo caso le aziende hanno ritirato i prodotti per “un eccesso di precauzione”, senza ammettere, però, la presenza della sostanza cancerogena.

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