Iraq: relazioni omosessuali e transizioni di genere diventano illegali

Ilparlamento irachenoha adottato una legge sulla lotta allaprostituzionee all’omosessualitàche vieta le relazioni tra persone dello stesso sesso con un minimo di 10 anni e un massimo di 15 anni di reclusione.L’obiettivo dichiaratoè “proteggere la società irachena dalla depravazione morale e dagli appelli all’omosessualità che hanno invaso il mondo”. Anche per questo la legge prevede almeno7 anni di reclusione per chiunque promuova l’omosessualità o la prostituzione. La criminalizzazione riguarda anche lepersone transgender.La legge prevede infatti la reclusione da uno a 3 anni per chiunque cambi il proprio “genere biologico” o per gli uomini che si vestono con abiti femminili, punendo inoltre i medici che eseguono interventi chirurgici di transizione di genere con una pena detentiva fino a 3 anni. Il disegno di legge, approvato con poco preavviso, inizialmente prevedeva lapena di morte per atti omosessuali, ma è stato modificatoprima di essere approvato dopo la forte opposizione degli Stati Uniti e dei paesi europei, riferisceReuters. Nella nuova versione, votata sabato 27 aprile,le organizzazioni che “promuovono” l’omosessualità sono state vietate, nonostante lacomunità queerirachena sia già obbligata a vivere nascosta e a subire rapimenti, stupri, torture e omicidi che, secondo il rapporto del 2022 diHuman Rights Watche dell’organizzazione non governativaIraQueer, rimangono volutamente impuniti. La nuova legge, che costituisce una riforma della legge anti-prostituzione del 1988, è statacondannata dalle organizzazioni per i diritti umani, tra cuiAmnesty International: «Gli emendamenti riguardanti i diritti Lgbt costituiscono una violazione dei diritti umani fondamentali e mettono a rischio gli iracheni le cui vite sono già perseguitate quotidianamente» ha detto Razaw Salihy, ricercatore iracheno diAmnesty International. Le Nazioni Unite si sono dichiarate “allarmate” dalla legge,che “è contraria a diversi trattati e convenzioni sui diritti umani ratificati dall’Iraq”, mentre il Dipartimento di Stato americano ha affermato che la legge “può essere utilizzata per ostacolare ulteriormente la libertà di parola e di espressione personale e inibire le operazioni delle ong in tutto l’Iraq”. In risposta, almeno 60 parlamentari iracheni hanno chiesto la sostituzione dell’ambasciatore americano denunciando “interferenze” negli affari interni del Paese. Il (temporaneo) portavoce parlamentare iracheno, Mohsen al-Mandalawi, ha fatto sapere in un comunicato cheil voto è “un passo necessario per proteggere la struttura dei valori della società”.