Domani è il World Maternal Mental Health Day

Domani, primo maggio, comeogni primo mercoledì di maggio dal 2016, è laGiornata Mentale della Salute Mentale Materna,che viene celebrata da oltre 90 organizzazioni internazionali e gruppi di individui non solo nel nostro Paese ma anche, tra gli altri, inStati Uniti, Canada, Regno Unito, Turchia, Australia, Argentina, Malta, Nuova Zelanda, Sud Africa, Spagna, Germania, Nigeria. La data non è casuale: in molti Stati èvicina alla Festa della mammae allaSettimana della salute mentalee unisce simbolicamente questi due temi, di cui ancora si continua a parlare troppo poco. Ma una giornata è sufficiente per richiamare l’attenzione e fare sensibilizzazione? Forse no, per questo ieri è iniziata laSettimana della Salute Mentale Materna(alcuni celebrano addiritturatutto il mese): 7 giorni per dire“la salute delle madri è importante”e per capire come ciascunǝ di noi può cambiare la situazione. In molti Paesi, spiega ilsitodelWorld Maternal Mental Health Day (Wmmhd), circa1 neomamma su 5 sperimenta qualche tipo di disturbo dell’umoree di ansia perinatale. Malattie che spesso passano inosservate, ignorate senza essere trattate: questo ha spesso con conseguenze tragiche e a lungo termine per madri, figli e padri. Donne di ogni cultura, età, livello di reddito e razza possono sviluppare disturbi dell’umore e d’ansia perinatali.I sintomi possono comparire in qualsiasi momento durante la gravidanza e nei primi 12 mesi dopo il parto. «Le mamme sono il perno delle famiglie e purtroppo sintomatologie come ledepressioni post-partumsono ancora oggi molto poco riconosciute e trattate in tempo. Le madri sono quindi a rischio di sviluppare forme acute perché gli aiuti sono pressoché inesistenti, a partire dai nidi e dai congedi parentali che non sono ancora pari tra uomo e donna -aveva spiegato a La Svolta, quasi un anno fa, Margherita Fioruzzi, co-Founder & Ceo diMamachat, che offre supporto psicologico alle madri in difficoltà – questa è una situazione che riguarda gli aspetti psicologici ma anche sociali, le mamme in questo periodo storico sono molto spesso isolate e lasciate sole nella gestione di tutto, e laddove si presenta una situazione di attacchi di panico, ansia, depressione, stress o anche una relazione maltrattante è molto difficile per queste donne capire dove chiedere aiuto e trovare un sistema per farlo». A distanza di un anno, ben poco è cambiato. Ancora oggi, la maggior parte delle donne (secondo le stime7 su 10) nascondono o minimizzano i propri sintomi.Senza contare che questi disturbi possono colpire anche i neopapà: circa 1 su 10, infatti, sviluppa depressione post-partum. E senza dimenticare che anche le donne che hanno perso il loro bambino a causa di un aborto spontaneo o di un lutto perinatale, o quelle che hanno dato alla luce neonati estremamente prematuri o che hanno dovuto trascorrere un periodo prolungato in un’unità di terapia intensiva neonatale possono sperimentarla o subire impatti negativi sulla propriasalute mentale materna. Per questo, è necessario ricordare (ricordarci!), ancora e ancora, che dobbiamo cambiare attitudine e che, continua il sito delWmmhd,“non c’è salute senza salute mentale”è che per guidare il cambiamento c’è bisogno di una maggiore consapevolezza. L’obiettivo comune deve essere quello di migliorare la qualità dell’assistenza per le donne che soffrono di tutti i tipi di quelli che vengono definitiPerinatal Mood and Anxiety Disorders (Pmad),i disturbi perinatali dell’umore e dell’ansia, e di ridurre lo stigma della malattia mentale materna. Intanto, un aiuto può forse arrivare dall’intelligenza artificiale: in Toscana, infatti, sulla base dei dati contenuti nell’archivio regionale dei Certificati di assistenza al parto (CedAP)è stato sviluppatoun algoritmo di machine-learning (Ml) in grado di classificare le donne come a rischio o meno di sviluppare la depressione post-partum già al momento della dimissione dall’ospedale. Ma, si legge nel comunicato “la salute mentale delle madri dovrebbe essere seguita fin dalle prime fasi della gravidanza e nel postpartum, specialmente se la donna ha avuto precedenti problemi”.