Amianto: dove si trova in Italia e come uccide

Uccideva in passato e continua a uccidere oggi. Parliamo, ogni anno, di quasi 10.000 nuove diagnosi di malattie e 7.000 morti legate all’amiantosolo in Italia. Con grande coraggio, in occasione della Giornata Mondiale delle Vittime di Amianto, il 28 aprile il giornalista e conduttore tvFranco Di Mareha annunciato aChe Tempo che fadi avere unmesotelioma, tumore che colpisce più frequentemente gli uomini ed è spesso associato all’esposizione all’amianto. L’ex inviato di guerra della Rai – che oggi denuncia di essere stato trattato con indifferenza dalla sua azienda a seguito della malattia – ha spiegato diessere stato,molto probabilmente,esposto durante i suoi servizi a Sarajevoalla fine degli anni Novanta. «Il mesotelioma si prende perché si respirano particelle di amianto senza saperlo, una volta liberata nell’aria la fibra ha un tempo di conservazione lunghissimo, e quando si manifesta è troppo tardi», ha spiegato raccontando che gli resta «poco da vivere». Lo stesso giornalista, in un racconto lucido e chiaro, nel tentativo di aiutare anche altre persone a comprendere la gravità e i rischi dell’esposizione, ha spiegato che «da inviato di guerra sono stato a lungo nei Balcani, tra proiettili all’uranio impoverito, iper-veloci, iper-distruttivi, capaci di buttare giù un edificio. Ogni esplosione liberava nell’aria infinite particelle di amianto. Ne bastava una.Seimila volte più leggera di un capello. Magari l’ho incontrata proprio a Sarajevo». Parole che rilanciano l’allarme per un problema tutt’altro che risolto, anche in Italia. Da noinegli ultimi dieci anni sono state circa 60.000 le persone morte per malattie legate all’amianto. A tenere traccia dei casi, predisponendo numeri verdi e assistenza, èl’Osservatorio Nazionale Amiantoche ha censito lo scorso anno circa 2.000 casi di mesotelioma che purtroppo ha un indice di mortalità, rapportato ai 5 anni antecedenti, di circa il 93% dei casi. Sempre nel 2023 ci sono state quasi 4.000 nuove diagnosi di tumore al polmone per esposizioni ad amianto. Già, ma di cosa si tratta esattamente quando si parla di amianto, oppure di eternit, e quanto sono pericolosi? La risposta arriva dall’Airc,Fondazione per la ricerca sul cancro. Il termine amianto (o asbesto) viene usato per indicaresei diversi minerali della classe dei silicati.Le polveri contenute dalle fibre di amianto, se inalate, sono quelle che possono provocare un tumore delle membrane che rivestono torace e addome e colpire polmoni o laringe. Cos’è l’amianto? E quale tipo è pericoloso? Il nome amianto, o asbesto, è utilizzato per indicare sei diversi minerali della classe dei silicati. Si tratta diactinolite, amosite, antofillite, crisotilo, crocidolite e tremolite. La caratteristica fondamentale dell’amianto è di essere formatoda fibre molto sottili, flessibili e resistenti, che se inalate causano il mesotelioma,un cancro relativamente raro delle membrane sottili che rivestono il torace e l’addome, tumori del polmone, della laringe e dell’ovaio. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità(Oms) “tutti i tipi di amianto sono cancerogeni”, anche se ci sono studi (in molti casi finanziati dall’industria) che escludono ilcrisotilo, fra l’amianto più comune. Chi è nato negli ultimi ‘30 probabilmente avrà sentito parlare di “tetti pericolosi”, guerra all’amiantooppure di “eternit”. Eternit e amianto sono cose diverse: quando si parla di “eternit” si intende infatti il nome commerciale (dato che deriva dall’omonima azienda) di un materiale costituito da cemento mescolato a fibre di amianto. Scoprendone nel tempo la pericolosità in Italia la produzione, la vendita e l’uso dell’amiantosono vietati dal 1992, e poco dopo sono iniziate le bonifiche che talvolta consistono – quando non può essere rimosso – nell’uso di vernici in grado di bloccare la dispersione delle fibre. All’estero in alcune realtà (come in Russia) viene però ancora estratto e lavorato dato che si tratta di un materiale che non si brucia e ha un basso costo. Negli anni, prima che fosse combattuto e sostituito,è stato al centro di un largo uso nel campo dell’edilizia, delle applicazioni industriali, navali e bellicheproprio per la sua grande resistenza alla degradazione, la stessa che lo trasforma in qualcosa di letale quando le polveri entrano nel nostro organismo. Una volta esposti, come ricorda l’Airc, possono passare anche 40 anni prima di avere sintomi di malattia“e mediamente 25 anni prima che compaia il cancro, in particolare il mesotelioma”. Da metà anni Novanta in Italia sono in corso le bonifiche nel tentativo di sbarazzarsi di un materiale che è però ancora presente. I tecnici abilitati(non bisogna fare bonifiche fai-da te)a seconda delle segnalazioni ancora oggi continuano a rimuoverepannelli, coperture, parti di canne fumarie, rivestimenti di tettie altri prodotti che contengono amianto. Dove è presente in Italia? Dagli scarti dell’edilizia ai tetti dei condomini l’amianto è ancora largamente presente in Italia. Una mappa del rischio è stata stilata nel settimoRapporto del Registro Nazionale dei Mesoteliomi, pubblicato il 14 febbraio 2022, che esaminando oltre 30.000 casi ha evidenziato come il 70% delle modalità di esposizione “è stato direttamente legato alle condizioni lavorative” soprattutto in settori come l’edilizia, metalmeccanicanica o cantieri navali. Secondo la mappatura pubblicata dall’Osservatorio esistono “ancora 40 milioni di tonnellate di amianto presenti in oltre 1 milione di siti e micrositi,di cui 50.000 a carattere industriale e quarantadue di interesse nazionale. La presenza di amianto è stata riscontrata anche in luoghi apparentemente sicuri come scuole, biblioteche, edifici culturali e ospedali, con oltre 352.000 alunni e 50.000 membri del personale docente e non docente esposti. Inoltre, più di 500.000 chilometri di tubature di acquedotti pubblici sono realizzati in cemento-amianto, causando gravi preoccupazioni per la contaminazione dell’acqua potabile”. Inoltre l’Osservatoriomette a disposizione una mappacon le ultime segnalazioni e la possibilità, tramite l’App Amianto, di indicare eventuali casi. Tra le regioni più colpite c’è senza dubbio la Lombardia, territorio che porta il peso dell’eredità industriale. Fino al 2017 c’erano 6.653 casi di mesoteliomi censiti,il 21,1% dei casi registrati in Italia. Inoltre “nel 2023, l’Osservatorio Nazionale Amiantoha censito circa 500 nuovi casi di mesoteliomi e più di mille diagnosi di tumore del polmone asbesto-correlato, portando a un totale di oltre 2.000 decessi per tutte le malattie asbesto-correlate. Questo impatto è legato al passato industriale della regione, caratterizzato dal massiccio uso di amianto fino alla messa al bando imposto dalla legge 257/92”. Altra regione fortemente colpita è ilPiemonte. Qui (5.084 casi fino al 2017, circa il 16,1%) la contaminazione ambientale è stata “particolarmente evidente nella città di Casale Monferrato e nelle città limitrofe, causata principalmente dalla presenza di eternit, portando a un alto numero di decessi, stimati a oltre mille se si considerano tutte le altre patologie asbesto-correlate”. Poicon il 10,3% dei casi si trova la Liguriache nonostante la popolazione ridotta rispetto alle altre regioni ha avuto un impatto significativo delle malattie correlate all’amianto. Altra regione con conseguenze all’esposizione di amianto è l’Emilia Romagna (9,1%)dove nel 2023 “si sono registrati circa 160 nuovi casi di mesotelioma e 320 casi di tumore del polmone asbesto-correlato, portando a un totale di circa 650 decessi se si tengono conto di tutte le altre patologie asbesto-correlate”. Altre regioni dove è alta l’attenzione per l’amiantosono il Lazio (4,6%), la Campania (4,9% ma i dati sono fermi al 2015), il Veneto (pari al 7,7% e dati censiti fino al 2018), così come la Toscana (6%) e la Sicilia (5,7%). Stop all’amianto: un appello alle istituzioni Nell’Italia in cui l’amianto continua a uccidere nonostante divieti e contrasto all’esposizione, secondo il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto,Ezio Bonanni, è tempo di accelerare nelle bonifiche e nella lotta a questo materiale. «Rivolgiamo un appello alla premier Meloni perché il tema amianto torni nell’agenda di governo. Ricordiamo che soltanto la bonifica e messa in sicurezza può evitare le esposizioni ad amianto e quindi le future diagnosi di malattie asbesto correlate che, purtroppo, in più del 90% dei casi si tramutano in una sentenza di morte». «Ogni anno ci sono 10.000 nuove diagnosi, in prevalenza uomini, per motivi del loro impegno professionale e operai negli stabilimenti o nei siti militari e in particolare nelle regioni a maggior rischio che, con una media annua di casi diagnosticati compresa tra 1.500 e 1.800,sono la Lombardia, il Piemonte, la Liguria e il Lazio che rappresentano oltre il 56% dei casi segnalati», aggiunge, ricordando come per l’Oms a livello mondiale sono oggi circa 125 milioni di lavoratori in tutto il mondo ancora esposti alla sostanza cancerogena (e più di 107.000 muoiono ogni anno a causa dell’asbesto). Nel tentativo di dire davvero stop all’amianto “questa situazione – chiosa l’Osservatorio – richiede una risposta immediata e determinata da parte delle istituzioni e della società nel suo complesso. La protezione dei lavoratori, la bonifica delle aree contaminate e una maggiore consapevolezza pubblica sono essenziali per affrontare questa crisi sanitaria e sociale”.