Seven Winters in Tehran: la storia di una donna giustiziata per aver ucciso il suo stupratore

!Questo film è basato su materiale audio e video girato di nascosto e portato fuori dall’Iran. Le registrazioni non autorizzate effettuate in luoghi pubblici sono perseguibili con un minimo di 5 anni di carcere”. È così che iniziaSeven Winters in Tehrandi Steffi Niederzoll, e così abbiamo voluto iniziare noi a parlare di questofilmcoraggioso, cheracconta la storia di Reyhaneh Jabbari, una ragazza di diciannove anni che nel luglio 2007ha pugnalato e ucciso il datore di lavoro che l’aveva violentata, un chirurgo plastico che voleva convertire il proprio stabile in una clinica e che si era approcciato a lei dopo aver ascoltato una sua telefonata in cui diceva che stava progettando uno stand per una fiera internazionale. A seguito di quel gestoReyhaneh Jabbari è stataarrestata per omicidio, condannata alla pena di morte e infinegiustiziata. «Io, Reyhaneh Jabbari, 26 anni, sto per essere impiccata ma non ho paura. – ha detto la ragazza prima di morire – Voglio raccontare la mia storia a tutti. Voglio che tutti la ascoltino e la giudichino. Se lo vorranno potranno stringere ulteriormente il cappio attorno al mio collo. Voglio che tutti sappiano cosa mi è successo a 19 anni per cui ho smesso di avere paura della morte». Le sue sono parole dure e consapevoli, che arrivano allo spettatore tramite una chiamata registrata, invitando alla riflessione sulla condizione delle donne inIran. Subito dopo il pubblico inizia a conoscere la sua famiglia,una famiglia come tantenella quale si ride e si scherza e dove ilpadre, contrariamente a quanto si potrebbe pensare considerando la cultura patriarcale fortemente dominante in Iran, è aperto al confronto, rispettoso, einvita le figlie a seguire la propria strada. «Mi ero ripromesso che se mai avessi avuto una figlia avrei protetto i suoi diritti, come per un figlio. La società non dà eguali diritti alle donne, quindi il nostro obiettivo sin dall’inizio era di preservare quelli delle nostre bambine», afferma Fereydoon Jabbari, il padre di Reyhaneh, che grazie a questo film è diventata simbolo di resistenza per i diritti delle donne. Seven Winters in Tehranè visibile su PrimeVideo e su Mubi. Dopo essere stato presentato in anteprima alla Berlinale nel 2023,è stato programmato in diverse manifestazioni cinematografiche, tra le quali la 31esima edizione diSguardi Altrove Women’s International Film Festival (WIFTM Italia)a Milano, dove ha ricevuto una Menzione Speciale dalla Giuria del concorso internazionale lungometraggi a regia femminileNuovi Sguardied è stato insignito delpremio Women Media Italiae del premio SNCCI-Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. La motivazione che ha spinto la giuria del WIFTM a premiare il film è stato che si tratta di: “unatragedia raccontata anche attraverso gli occhi carichi di amore e speranza della madreche, insieme a tutta la famiglia, si batte per la sua salvezza appellandosi ai media e e all’informazione internazionale come speranza di cambiamento. Quella speranza è stata disattesa ma il testimone è stato raccolto da Steffi Niederzoll che, con forte capacità registica ed efficacia narrativa, è riuscita a rendere vivo e dolorosamente attuale il messaggio di Reyhenen. La regista raccoglie materiali di diversa provenienza in una storia dall’arco narrativo avvincente, doloroso e di grande ispirazione.Un documentario necessario per continuare a riflettere sulle violazioni dei diritti umanie sulle conquiste di libertà della nostra società, da non dare mai per scontate”. Volutamente non abbiamo riportato tutte le tappe del calvario giudiziario e umano della protagonista perché ci sembra che l’atto più rispettoso sia lasciare spazio a lei e a chi, come i suoi familiari, dimostra chesi può avere un pensiero ‘altro’al di là di quello esistente (nello specifico maschilista) e della distorsione della realtà a opera del regime.