Spagna: la Chiesa ha risarcito una vittima di abusi sessuali con 70.000 euro

 

Più di100 condanneerisarcimenti finanziari fino a 70.000 euro: è quanto emerge dall’elenco segreto della gestione dei casi di pedofilia che hanno coinvolto la Chiesa cattolica spagnola,analizzatodaEl País. Secondo il quotidiano spagnolo in alcuni casii vescovi anticipano la somma e la detraggono dallo stipendio del sacerdote. Alcuni importi sono più elevati di altri: un accordo privato risalente al 2022, preso nella diocesi di Asidonia-Jerez, nel sud della Spagna, tra la vittima e l’ordine Marianista, ha portato aun risarcimento di 70.000 euro per gli abusi avvenuti tra il 1964 e il 1976. È uno dei più alti finora noti per una singola persona. SecondoEl País, però, che ha un database più ampio, la cifra maggiore è quella dell’ordine dei Gesuiti, che nel 2002 hanno pagato 72.000 euro a una vittima di Salamanca. Il quotidiano spagnolo, che nel 2018 ha avviatola prima inchiestasul tema degliabusi sessuali della Chiesa cattolica in Spagna, svelando in soli tre anni oltre 1.700 vittime, ha rivelatoquante sentenze giudiziarie per casi di pedofiliaabbiano coinvolto la Conferenza episcopale e laChiesa cattolica spagnolae quali risarcimenti siano stati pagati alle vittime, sia privatamente che in tribunale. La lista segreta che mostra la gestione degli 806 casi di pedofilia che la Conferenza Episcopale ha ammesso nel suo rapporto di dicembre 2023Para dar luz(Per fare luce, in cui compaiono sono le cifre generali) citapiù di 100 condanne, ma riduce il numero dei casi e ne tralascia più di 300 già riconosciuti, spiegaEl País. Il risarcimento più alto checoinvolge più personeè quello imposto a un insegnante della scuola agostiniana di Valdeluz, a Madrid, condannato nel 2019 dalla Corte Suprema a49 anni di carcere per aver abusato di 12 studenti. La cifra ammonta a142.000 euro;di poco inferiore quella prevista dalla condanna del marista Joaquín Benítez nella scuola di Sants-Les Corts, a Barcellona:120.000 euro per aver abusato di 4 studentitra il 2006 e il 2009 (60.000 a una vittima, 40.000 a un’altra e 10.000 ad altre due). Si tratta degli unici casi che potevano essere giudicati, perché non caduti in prescrizione, su almeno 26 vittime che avevano accusato Benítez di abusi, dal 1980 al 2011. Per quanto riguarda i risarcimentialle singole vittime,il più altoè quello stabilito dall’Alta Corte di Castilla-La Mancha nel 2022 contro il sacerdote J.L.G., cheammonta a 100.000 euro, ma il ricorso alla Corte Suprema è ancora pendente. El Paíssottolinea che generalmentenessun processo canonico, quando c’è, prevede il pagamento di un risarcimento. Solo alcune diocesi lo hanno fatto, di propria iniziativa, attraverso accordi presi direttamente con la vittima. In tutti gli altri casi l’accusato viene semplicementeallontanato o espulso, ma la vittima non viene risarcita. Tra i pochi in cui l’accusato è stato condannato in un procedimento canonico, ma non in tribunale: 2010, Siviglia, dove l’uomo in questione è stato assolto ma poi rimosso per “riconoscimento dei fatti da parte del colpevole”. Viceversa, è accaduto che i casi che hanno registrato assoluzioni canoniche poi abbiano registrato condanne dai tribunali: a Cordoba un sacerdote è stato assolto, ma ha ricevuto5 anni di carcere per abusi su una bambina di 10 anni, per esempio. In alcuni casi in cui non è previsto un risarcimento, alle vittime viene offerto un trattamento psichiatrico e psicologico ela diocesi si fa carico dei costi della terapia,che ammonta fino a 800 euro al mese per un anno. Secondo il resoconto della Chiesa, in questi casi le vittime hanno preferito non sporgere denuncia. La lista segreta, spiegaEl País,rivela anche la pratica di alcune diocesi dipagare il risarcimentoimposto a un sacerdote dai tribunalisotto forma di prestito, per poi detrarlo dal suo stipendio. In altri casi ancoraè lo stesso sacerdote aggressore a risarcire la vittima: tuttavia, spiega il quotidiano, “tra le numerose contraddizioni contenute nel sistema di classificazione dei casi del rapporto, in base alla sua presunta credibilità, il caso viene classificato come ‘non provato, ma plausibile’”. Il rapporto, secondo il quotidiano, èlacunosoe presenta una “controversa contabilità dei casi”. Ma non è una novità, secondoEl País: finora, considerando i casi riconosciuti e le sentenze dei tribunali, la Chiesa spagnola ha pagato almeno2,1 milioni di euro a 230 vittime che hanno subito abusi da 53 pedofili dal 1991. Si trattasolo dell’8,8% delle 2.608 vittimepresenti nel database del giornale.Gli importi versati vanno da 675 euro a 72.000 euro, ma l’importo totale pagato dalla Chiesa è più alto, in base alle nuove rivelazioni e a molti casi finora sconosciuti. Rispetto ad altri Paesi, il conto della Chiesa cattolica spagnola potrebbe raggiungere la cifra di 62 milioni di euro, secondoEl País. A differenza dell’Irlanda, per esempio, dove il Governo ha istituito unaRedress Commissionche ha stabilito un criterio basato sulla gravità dell’abuso e delle sue conseguenze,la Conferenza episcopale in Spagna ha rifiutato la creazione di un fondo statale per compensare i pagamenti: i vescovi preferiscono una procedura propria. Questo piano si limita ai casi che la Chiesa considera provati, che secondo il rapportoPara dar luzsono 358 sui 1.057 finora registrati ufficialmente. La Chiesa spagnola, insomma,crede solo a 3 vittime su 10, se si considerano i casi che ammette. Nel database diEl Paísse ne contano di più: 1.460 accusati e 2.608 vittime.