Assumere marijuana può aumentare il rischio di infarto e ictus

Assumere marijuana può aumentare il rischio di infarto e ictus

 

C’è chi la fuma e chi preferisce consumarla tramite vaporizzatori, ma anche chi sceglie di mangiarla: parliamo della marijuana.Ma in caso di abuso, quali sono i suoi effetti? Alcuni già li conosciamo. Altri, invece, si stanno scoprendo. Il nuovo studio pubblicato suThe Journal of the American Heart Associationha sollevato infatti una bandiera rossa:l’uso frequente dimarijuanapotrebbe aumentare significativamente il rischio di infarto e ictus. Basato sull’analisi di diversi anni di indagini sul consumo dicannabis,lo studio ha rilevato collegamenti preoccupanti tra l’abitudine di fumare marijuana e gravi problemi cardiaci. In particolare, secondo i dati raccolti dal 2015 al 2020 attraverso il sondaggio annuale del Governo statunitense sul rischio comportamentale, circa il 4% degli intervistati ha dichiarato di fumare marijuana quotidianamente.Questo gruppo di consumatori ha mostrato un aumento del 25% del rischio di infarto e del 42% del rischio di ictus rispetto a coloro che non hanno mai fumato. Anche se lo studio fornisce solo un’osservazione delle risposte al sondaggio senza prove conclusive dell’effetto diretto dell’uso di marijuana sulle malattie cardiache, gli esperti sono preoccupati.Salomeh Keyhani, docente di medicina presso laUniversity of Californiaa San Francisco e principale autrice dello studio, ha infatti spiegato che l’utilizzo frequente della cannabis potrebbe essere un «fattore di rischio importante e non apprezzatoche porta a molte morti che potrebbero essere prevenute. La cannabis viene commercializzata al pubblico come una sostanza innocua e che potrebbe far bene.Temo che stiamo camminando sonnambuli verso una crisi di salute pubblica, e i progressi sul tabagismo potrebbero essere annullati». La dottoressaNora D.Volkow, direttrice delNational Institute of Drugs Abuse, ha evidenziato che con l’aumento del consumo di marijuana emergono anche maggiori effetti negativi sulla salute, tra cuidipendenza,problemi respiratori, incidenti, psicosi e problemi cardiovascolari. Un quadro che diventa ancora più complesso considerandole discussioni in corso sulla riclassificazione della marijuana come sostanza controllata meno restrittiva, suggerita da un team di scienziati federali dellaFood and Drug Administration, che ha citato un minor potenziale di abuso rispetto ad altri farmaci, sottolineandone anche ipossibili benefici medici. David C. Goff, direttore della divisione cardiovascolare delNational Heart, Lung and Blood Institute, ha sottolineato che qualsiasi tipo di fumo nei polmoni è dannoso. E questo avvertimento,con 695.000 decessi nel 2021 a causa di problemi cardiovascolari, non dovrebbe essere sottovalutato. Altre indagini, poi, hanno confermato un nettoaumento del consumodi marijuana: per esempio, secondo il sondaggio condotto daGallup,la percentuale di americani che ha ammesso di farne uso è salita al 17%, a differenza del 3% del 2013. Ancora, il recente studio pubblicato ad agosto e finanziato dalNational Institute of Drugs Abuseha approfondito questo trend, analizzando i dati sulla base dell’età dei consumatori: tra il 2012 e il 2022, l’uso di cannabis tra gli adulti fino ai 30 anni è cresciuto significativamente, passando dal 28% al 44%. Inoltre, ad aumentare è stato anche il consumo giornaliero, che èpassato dal 6% all’11%per la stessa fascia di età. Nel gruppo di età compreso tra i 35 e i 50 anni, la quota complessiva di consumatoriè salita dal 13% al 28%. Ma i dati non si fermano qui: un sondaggio federale condotto nel 2023 ha rivelato chenel corso degli ultimi 12 mesi è incrementato l’utilizzo di marijuana anche tra gli studenti, confermando la presenza di una tendenza preoccupante.