Sprechi alimentari: tre documentari per imparare a evitarli

In occasione dellaGiornata Internazionale contro le perdite e gli sprechi alimentariche ricorre il 30 marzo, abbiamo selezionato tredocumentariche permettono di approfondire letematiche legate al ciboe promuovono la possibilità di un presente e un futuro più sostenibili e più salutari. In particolar modo dal confronto tra i tre è possibile notare come andrebbe a vantaggio di tutti valorizzare le piccole realtà, che agiscono nella legalità e nelrispetto della natura e delle persone. Zac Efron: con i piedi per terra (2020), disponibile su Netflix In questa docu-serie il noto attoreZac Efron viaggia attraverso diverse localitàsparse in tutto il mondo in compagnia dell’esperto di wellness Darin Olien. Partendo dall’Islanda fino all’Australia i due protagonisti mostranoda dove proviene gran parte delciboche mangiamoe come sia possibile attuare uno stile di vita più sostenibile. L’obiettivo di Efron e di Olien è quello didimostrare come la qualità della propria vita sia una scelta individuale. La serie è composta dadue stagioni. Nella prima i luoghi visitati sono Islanda, Francia, Costa Rica, Porto Rico, Londra, Sardegna, Lima e Iquitos. La seconda invece si concentra sull’Australia. In ogni località raggiunta viene messo in risalto qualche elemento in particolare. Colpiscono la“cassaforte dei semi” di Limadove c’è un intero centro dedicato alla coltivazione della patata e dove viene dato risalto alla biodiversità e la capacità di Porto Rico di rialzarsi dagli uragani dando vita a una realtà più armonica con la natura, l’eco-innovazione associata a Londra e lo stile di vita semplice e al contempo estremamente salutare dei piccoli Paesi sardi, caratterizzati dallalongevitàdei loro abitanti. Il viaggio di Efron e Olien è interessante perchémostra come sia possibile ricevere dalla natura i prodotti migliori collaborando con essae non estorcendoli con la forza. Rotten (2018),disponibile su Netflix Composto anche questo documentario da due stagioni, ha l’obiettivo principale difar luce sulle zone d’ombra delle grandi industrie alimentari. Nelle puntate viene infatti mostrato comedietro al consumo massiccio di alcuni cibicome l’avocado o lo zucchero o di bevande come la semplice acqua e il vinovi siano lesioni enormi provocate alla natura, danni permanenti causati a località che avrebbero molto da dare come il Cile, lo sfruttamento di lavoratori e di risorse e la promozione di una grave crisi umanitaria. La produzione di ogni alimento preso in considerazione, dalpesce, al miele, al cioccolato,è bersaglio di frodi e speculazioniche impoveriscono la qualità dell’alimento stesso, creando gravi danni come la morte delle api, per quanto riguarda a esempio la produzione di miele. Tutto il documentario mostra leingiustizie di trattamento sui lavoratori, la clandestinità su cui ruota la maggior parte della produzione, dimostrata dall’assenza di certificati equo-solidali, e soprattutto i danni sull’ecosistema. I ribelli del cibo (2021),disponibile su Prime Video Il regista Paolo Casalis riesce a confezionare un prodotto autentico, undocumentario realistico che rende visivamente la fatica, l’amore e la dedizione che c’è dietro un alimento di qualità. Le riprese ruotano attorno alle parole di alcuni abitanti del Nord Italia come la ristoratriceMaria Casseaur, il produttore artigianale di cioccolatoArmin Untersteinere il produttore di erbe aromaticheLorenz Borghi. Seppure apparentemente ricoprono ruoli diversi, la modalità a cui si approcciano nei confronti della natura e degli esseri viventi è molto simile. Tutti gli intervistati non sembrano sfruttare piante e animali, quanto piuttosto riescono a ottenere il meglio che questi possono dare, trattandoli con il rispetto che meritano. Casalis in tenere immagini come quella della mucca che ha bisogno di coccole riesce a racchiudere ilvalore del rispetto per la natura,per gli animali e per le piccole realtàche donano a questi l’importanza che meritano.