Direttiva Ue deflusso ecologico: si teme per le coltivazioni in caso di siccità

Direttiva Ue deflusso ecologico: si teme per le coltivazioni in caso di siccità

 

La normativa europea sul deflusso ecologico, ovvero sul dimezzamento deiprelievi nei fiumiper favorire l’eliminazione dell’inquinamentodai corsi d’acqua, verrà applicata inItaliasolo nel 2025 ma già spaventail mondo dell’agricoltura.L’allarme sulle “conseguenze negative” della misura è tornatoin augenell’ultima settimana, in concomitanza con laGiornata Mondiale dell’Acqua. L’Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari(Anbi)infatti ha denunciato che con le nuove regole, in caso disiccità, andranno insofferenza molte coltivazioni nazionalicome le risaie, che notoriamente necessitano di parecchia acqua. La prospettiva dal punto di vista dei campi, infatti, è quella di dover dimezzarei prelievi di acqua dai fiumi,riducendo la distribuzione idrica sui territori:secondo i coltivatori, questo potrebbepregiudicare gliecosistemie aumentare le difficoltà idriche nelle ormai ricorrenti stagioni siccitose: “Ad esserne fortemente penalizzati sarebbero l’ambiente e le eccellenze agroalimentari del nostro Paese”, affermaAnbi. «Riteniamo che i coefficienti previsti siano troppo alti e vadano rivisti, mantenendo gli obiettivi dellaDirettiva Europea, ma anche i benefici che il reticolo idraulico ha sul territorio e sulle sue comunità.L’Europa non è idricamente omogeneae i provvedimenti di tutela della risorsa vanno tarati sulle diverse realtà:leportate ormai torrentizie del Ponon sono certo quelle di fiumi come Danubio o Reno», dichiaraFrancesco Vincenzi, presidente dell’associazione. «La nostra proposta è quella dinon indicare un parametro fisso peril Deflusso Ecologico, ma di adeguare i livelli rispetto alla situazione idrica, presente in alveo», aggiungeMario Fossati, direttore dell’Associazione Irrigazione Est Sesiache, come hanno fatto i consorzi di bonifica veneti 2 anni fa, richiama l’attenzione su un provvedimento “suicida” non solo per l’economia agricola italiana, ma anche per la produzione idroelettrica. Le ultime allerte arrivano in particolare dalPiemontechechiede nuovi bacini e sperimentazioni lacustri. Fiumi in morbida e alcuni anche in piena primaverile, falde che si sono alzate, lago Maggiore colmo: è questa la disponibilità idrica nella Regione. «Dovremmo però immagazzinare quest’acqua – aggiunge Fossati – perché possiamo essere ottimisti per la prima parte della stagione irrigua fino a Giugno, maper l’estate saremo ancora alla mercé dell’andamento meteo». «Sarebbe opportuno anticipare gli eventi – suggerisce Massimo Gargano, direttore generale diAnbi- approfittando della situazione di abbondanza idrica per creare una riserva atta ad affrontare eventuali situazioni difficili». Non a caso inPiemontesi parla anche di realizzarenuovi bacini per raccogliere l’acquae di un piano di invasi multifunzionali: in questo senso,l’Associazione Irrigazione Est Sesiaguarda alterritorio alpinoed ha avviato un confronto con la Regione nel medio periodo. Per realizzare questo genere di progetti servirà un arco temporale almeno decennale. «I problemi da affrontare sono molti – prosegue Gargano – a partire dai costi per la progettazione e la realizzazione, l’iter burocratico e lasindrome Nimby(la protesta di una comunità locale contro le opere pubbliche con impatto rilevante sul territorio,ndr), per cui nessuno vuole il bacino nel proprio territorio; serve quindi una comunicazione trasparente con le comunità locali».