“Antonia”: il racconto di una malattia non così invisibile

 

Antonia (Chiara Martegiani) è una giovane donna che vive e lavora a Roma. Ha una trentina d’anni ed è un’attrice, anche se di questo suo impiegonon sembra troppo soddisfatta. Nel giorno del suo compleanno, quelle che nella sua vita erano sempre state certezze, iniziano piano piano a crollare:entra in crisi con il compagnoManfredi (Valerio Mastandrea),discute con Radiosa, la sua migliore amica(Barbara Chichiarelli) einizia ad accusare alcuni dolori fisici difficili da ignorare. La serie, scritta e interpretata da Martegiani, racconta quanto sia difficile oggi avere a che fare con unamalattia pervasiva ma “invisibile”, l’endometriosi, e riuscire a conciliarla con le attività di tutti i giorni. Stando alla definizione che ne dà il personaggio di Manfredi, in uno degli episodi della serie tv, l’endometriosi è una «malattia invalidante che necessita di supporto psicologico». Non si tratta, come hanno detto alcuni medici che Antonia ha incontrato nel corso della sua vita,di «normali dolori forti durante le mestruazioni»e il malessere fisico che la protagonista sperimentanon ha neanche lontanamente a che fare con «una soglia del dolore un po’ bassina». A tutto questo, inoltre, si aggiunge un potentestigma socialeattorno alla malattia: Antonianon riesce a parlarne apertamentee, quando si verifica un incidente sul set televisivo dove lavora,non riceve appoggio o supporto da parte dei colleghi. Del resto, sono cose che capitano a tutte le donne… La serieAntonia(disponibile suPrime Video)focalizza l’attenzione sul complicato percorso diautocoscienzache la protagonista si ritrova a compiere. Avere a che fare con l’endometriosi non corrisponde, semplicemente, a farsi controllare dai medici come la routine richiede. Da spettatori, infatti, vediamo il personaggio principalecercare non solo supporto medico, ma anche psicologico. Antonia, infatti, cerca dirisalire alle radici del suo malesseree, scavando nel profondo della propria psiche, realizza chemolti ostacoli derivano proprio dalle numerose volte in cui persone intorno a lei hanno sminuito o non hanno voluto ascoltare il suo dolore. Le ripercussioni di una malattia come l’endometriosi, infatti, non si limitano a un persistente e acutodolore fisicoma, come si vede in uno degli ultimi episodi, arriva ad avereconseguenze sul futuro di una donna, con l’alto rischio, tra le varie cose, diinfertilità.Anche se Antonia non si trova in una fase della propria vita in cui progetta di avere un figlio, che lo voglia o no,si tratta di una situazione con cui dovrà fare i conti prima o poi. Con piglio ironico e senza prendersi troppo sul serio, seguendo alcuni illustri predecessori per quanto riguarda la struttura narrativa di questa storia tutta al femminile (dalla serie britannicaFleabagal film norvegeseLa persona peggiore del mondo),Antoniaraccontauna storia vera: quella di centinaia di migliaia di donne. Vediamo la protagonista passare da unopsicologoall’altro, farsi consigliare una seduta di psicodramma da un nuovo amico (Michele, interpretato da Emanuele Linfatti) e, infine, far addormentare uno psicoanalista freudiano quando si dilunga in un lungo sfogo contro le pressioni che sente da parte di questa società ancora fortemente patriarcale. Non c’è spazio per l’autocommiserazionenel racconto di questo spaccato di vita, ma non per questo il messaggio che la creatrice della serie vuole trasmettere risulta meno efficace: evidenziando le contraddizioni di un sistema sanitario che vede medici a prevalenza maschile occuparsi di situazioni che in prima persona non hanno mai sperimentato, Martegiani sottolinea quanto sia importantecombattere per la propria salute psicofisica.