L’Italia e 7 Paesi Ue affossano la Legge sul Ripristino della Natura

 

Un dirigibile ha sorvolatoPalazzo Chigiiericon la scritta“Un sì per laNature Restoration Lawè un sì anche per la sicurezza di tutti i cittadini europei”. È l’appello firmato da 147 studiosi e naturalisti che il Wwf rivolge alGoverno di Giorgia Melonisullalegge sul ripristino della natura: “Per essere certi che non passi inosservata, abbiamo creato un appello e l’abbiamo portato dove non può essere non visto”. “É fondamentale cheil Consiglioconfermi l’impegno a garantire il ripristino degli ecosistemi degradati in tutti i Paesi dell’Ue, a contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei in materia di clima e biodiversità e migliorare la sicurezza alimentare. C’è in gioco la resilienza degli ambienti naturali europei e la sicurezza delle persone da oggi e nel futuro”,spiega la petizionedelWwf. Ma se a novembre è stato trovato l’accordo politico tra le istituzioni e pur con le modifiche al ribasso del trilogo a fine febbraio – in attesa dell’ok del Consiglio – è arrivatal’approvazione dell’Europarlamento, perché ora c’è bisogno disostenere ancora una legge importante- colonna portante delGreen Deal, supportata con forza dalla scienza – che sembrava già avviata ufficialmente verso l’entrata in vigore? Perché in realtà nell’ambito dell’Unione europea, con le elezioni in programma a giugno, le acque non sono tranquille. I ministri Ue avrebbero dovuto convalidare ieri l’accordo con l’Eurocamera relativo al regolamento che fissa l’obiettivo diripristinare almeno il 20% delle zone terrestri e marine europeeentro il 2030 e tutti gli ecosistemi entro il 2050. Si trattava solamente di una formalità dopo un’elaborazione durata due anni ma poi, nella pratica,il voto è stato rinviatoa data da destinarsi, probabilmente addirittura alla prossima legislatura. La presidenza belgainfatti aveva già deciso venerdì – paradossalmente nellaGiornata Mondiale dell’Acqua- di non mettere il punto in agenda, prendendo semplicemente atto dell’assenza diuna maggioranza qualificataa favore dell’intesa, ovvero di almeno il 55% delle nazioni, in rappresentanza di almeno il 65% della popolazione del Vecchio Continente. Così sul tema dellaNature Restoration Lawè stato possibile solo inserire in agenda alConsiglio Ambientea Bruxelles una discussione senza voto, nel primo pomeriggio, intesa come un’opportunità “per affrontare l’attuale stato di avanzamento del dossier”. L’assenza della maggioranza necessaria è trapelata nell’alveo delComitato dei rappresentanti permanenti(Coreper), in cui i delegati dei 27 Stati membri definiscono i dettagli e portano a termine i preparativi per la ratifica finale delle norme proprio in sede di Consiglio. A pesare sono soprattutto i no diItalia, Olanda, Svezia e Polonia, con la cruciale aggiunta dell’Ungheria, mentreAustria, Belgio e Finlandiahanno optato per l’astensione. “Nelle ultime settimane è emerso che non c’è il sostegno necessario”, ha spiegato il ministro belga dell’ambienteAlain Maron, in conferenza stampa al termine delConsiglio Ambiente. In quanto presidente di turno,il Belgiocercherà “di ottenere la maggioranza qualificata necessaria per chiudere il dossier. Questa non è certo la fine della storia”, ha assicuratoil ministropromettendo che la presidenza lavorerà “duramente nelle prossime settimane per trovare possibili vie d’uscita da questa situazione di stallo e riportare il dossier all’ordine del giorno per l’adozione in un altroConsiglio Ue”. Il voto sullalegge sul ripristino della natura“purtroppo non si è concluso oggi come avrebbe dovuto. Tuttavia sono ottimista e credo che gli Stati membri possano portare a termine il traguardo. È l’unica via da seguire per raggiungere i nostri obiettivi internazionali e climatici”, ha commentato il commissario europeo per l’AmbienteVirginijus Sinkevicius. Sul fronte interno, il viceministro all’Ambiente e SicurezzaVannia Gavaha detto: “L’Italiasostiene l’obiettivo di tutelare e riparare gli ecosistemi ed ha partecipato attivamente al negoziato. Tuttavia, l’accordo finale che è emerso dai triloghi resta per noi non soddisfacente. Occorre una maggiore riflessione su come evitare impatti negativi su di un settore, come quello agricolo, che è cruciale perl’economia e la sicurezza alimentaredell’Italia e dell’Ue”. “Continua la campagna della destra europea, col fallimento nell’approvazione dellaLegge per il Ripristino della Natura, sono ladri di futuro. E l’Italia guidata dal Governo Meloni è in prima linea nel bloccarne il percorso: un colpo basso alla lotta contro il cambiamento climatico e alla protezione della biodiversità in Europa”, ha affermato il co-portavoce nazionale diEuropa Verdee deputato diAlleanza Verdi e SinistraAngelo Bonelli, “Così viene a mancare un pilastro fondamentale per indirizzare l’Ue verso un futuro più verde, resiliente e sostenibile. Visto che la legge serviva a contrastare la perdita di biodiversità e ripristinare gli ecosistemi degradati, essenziali per la nostra sopravvivenza grazie al prezioso lavoro che svolgono per ridurre l’impatto dei gas serra”. “La decisione, da parte delGoverno Meloni, di bloccare la legge sul ripristino della natura è inaccettabile, tutta legata alla campagna elettorale per le Europee della destra italiana e continentale, che vuole bloccare definitivamenteil Green Deal, rallentando il raggiungimento degli obiettivi ambientali dell’Ue”, ha aggiuntoBonelli.