Gaza: almeno 12 persone sono annegate per raggiungere gli aiuti umanitari
Sono affogati mentre cercavano di raggiungere gli aiuti provenienti dal cielo sopra Gaza e caduti, forse per un malfunzionamento, nel bel mezzo del Mediterraneo. Decine di persone hanno tentato di recuperarele forniture inviate per via aereanel tentativo di arginarela carestia che sta investendo la popolazione palestinese. Secondo quanto riportato dallaCnn,le vittime sarebbero 12: il quotidiano statunitense non ha potuto verificare i dettagli né confermare gli annegamenti, ma non sarebbe la prima volta che i civili muoiono mentre tentano di raggiungere le forniture. Dopo quasi sei mesi di guerra,la malnutrizione e l’insicurezza alimentarehanno probabilmentesuperato i livelli di carestia nel nord diGaza, e i tassi di mortalità legati alla fame lo faranno presto. All’inizio di marzo5 persone sono morte dopo che un pacco di aiuti è cadutosul tetto di una casa vicino al campo profughi di al-Shati, una delle zone più devastate di Gaza. Come accade sempre quando la popolazione avvista gli aiuti umanitari, decine di persone si sono fiondate sotto il pacco nella speranza di ottenere cibo e altre provviste, mail paracadute non si è aperto come previsto. Stati Uniti e Giordania, che sono tra i Paesi che hanno effettuato lanci aerei nel nord di Gaza, hanno negato di essere responsabili dell’episodio. Dopo l’accadutoHamas ha criticato gli aiuti umanitari aerei, definendoli “inutili”, ma gli sforzi delle agenzie umanitarie per raggiungere la popolazione via terra sono stati ostacolati: strade distrutte, minacce di saccheggi e ritardi e blocchi da parte delle forze israeliane non fanno che impedire l’arrivo di aiuti alla popolazione palestinese. Secondo le agenzie umanitariesolo circa un quinto delle forniture necessarie stanno entrando a Gaza, mentre Israele continua con un’offensiva aerea e terrestre, innescata dall’attacco di Hamas del 7 ottobre, che ha distrutto il territorio e costretto alla fame centinaia di migliaia di persone. All’inizio di marzoil rapportodell’Integrated Food Security Phase Classificationripreso dalle Nazioni Unite ha rilevato chealmeno il 20% della popolazione soffre di estrema carenza alimentare, con 1 bambino su 3 gravemente malnutrito e 2 persone su 10.000 che muoiono ogni giorno di fame o di malnutrizione e malattie. Già prima del 7 ottobre,l’80% della popolazione di Gaza faceva affidamento sugli aiuti umanitari. La carestia, secondo le previsioni,colpirà la regione nord entro maggio. Il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanitàha dichiaratoche «si prevede cheoltre 1 milione di persone dovranno affrontare una fame catastroficaa meno che non venga consentito a una quantità significativamente maggiore di cibo di entrare a Gaza». Tuttavia, domenicale autorità israeliane hanno informato le Nazioni Unite che non approveranno più il passaggio di convogli alimentarinel nord di Gaza da parte dell’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, che tra le organizzazioni che operano nella Striscia è quella che ha maggiori possibilità di raggiungere le comunità sfollate. L’Unrwaè in crisi da quando Israeleha accusatouna dozzina di membri del suo staff di coinvolgimento negli attacchi di Hamas del 7 ottobre. L’ufficio umanitario dell’Onu ha chiesto martedì di revocare questo apparente divieto, affermando che le persone lì stanno affrontando una “morte crudele per carestia”. SecondoilGuardianalcune persone, per sopravvivere,si nutrono di erbacce e cuociono pane appena commestibileutilizzando mangimi per animali. James Elder, portavoce dell’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanziaUnicefa Gaza,ha dettodi aver visto bambini «sottili come la carta» in un ospedale a nord e incubatrici piene di neonati sottopeso figli di madri malnutrite. «Decine di migliaia di persone affollano le strade, fanno quel segnale universale della mano alla bocca chiedendo e cercando disperatamente cibo», ha aggiunto durante un briefing delle Nazioni Unite a Ginevra, parlando della sua ultima visita a Gaza. MaIsraelesostiene di non porre limiti agli aiuti umanitari, anzi. La colpa sarebbe dell’inefficienza delle agenzie Onu che non riescono a raggiungere i civili all’interno del territorio. Il numero di camion di aiuti che entrano a Gaza dal 7 ottobre, secondoi datidelle Nazioni Unite, è diminuito di circa il 75%.