Francia denunciata: deve garantire l’acqua potabile in Guadalupa
LaFederazione Internazionale per i Diritti Umani(Fidh)ha chiesto con urgenza allaFranciadi garantirel’accesso all’acqua potabile in Guadalupa, di risolvere i problemi dovuti all’inquinamento daclordeconee di applicarela Carta Sociale Europea. L’Ong ha portato la questione direttamente alComitato Europeo dei Diritti SocialidelConsiglio d’Europa, con il sostegno dellaLigue des droits de l’Homme(Ldh) e dell’associazione caraibicaKimbé Rèd F.W.I. Attraverso la loro azione legale, annunciata ieri,queste organizzazioniintendono difendere idiritti universali, ponendo così fine alle disuguaglianze storiche trai Territori d’Oltremare e la Francia. “L’accesso sicuro all’acqua potabileè un diritto umano.L’inquinamento da clorodeconeè una violazione del diritto alla salute.La Franciadeve applicare la Carta sociale europea su tutto il suo territorio”. Sono le richieste contenute nella petizione. La denuncia collettiva controlaFranciaè stata quindi presentata ufficialmente alComitato europeo dei diritti sociali(Ceds)delConsiglio d’Europalunedì 18 marzo 2024, nella settimana in cui cade anche la Giornata Mondiale dell’Acqua. Rispondendo all’appello della società civile delleIndie Occidentali, guidata dall’associazioneKimbé Rèd French West Indies (F.W.I.), il documento mette nero su bianco la violazione del diritto all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari inGuadalupa, nonché l’avvelenamento da clordecone delle popolazioni del gruppo di isole e dellaMartinica. Fidh e Ldhsi danno da fare da molti anni nei cosiddetti territori d’oltremare dellaFranciaper ottenere il riconoscimento deidiritti ambientali e umani. InGuadalupa, fino all’80% dell’acqua viene sprecata a causa delle perdite nelle reti: questo causa interruzioni giornaliere che possono durare da diversi giorni a più di un mese. Quando l’acqua è disponibile, non è potabile per via delletubature fatiscenti- non hanno ricevuto un’adeguata manutenzione per 30 anni -, dei guasti alsistema igienico-sanitario- l’80% degli impianti di trattamento non è a norma – e appunto delclordecone, un pesticida tossico. Mentre il 90% della popolazione delle due isole (Martinicainclusa), cioè più di mezzo milione di persone, è colpita da questa tipologia di inquinamento attraverso lacontaminazione dell’acqua, del suolo e degli alimenti, la tracciabilità delclordeconecome misura preventiva e ladisintossicazionedegli esseri umani come cura non sono ancora garantite. Alla fine del 2023, solo 45 persone erano state risarcite per i danni subiti. “Ad oggi,la Franciasi rifiuta di applicare misure di emergenza per garantire l’accesso all’acqua potabile inGuadalupae per concedere riparazioni e risarcimenti alle vittime del clordecone nelle Indie occidentali, nonostante le raccomandazioni da parte di diversi organismi dell’Onu”, accusaFidh, “Rifiutando di assumersi le proprie responsabilità, il governo francese viola diversi diritti fondamentali delle popolazioni d’oltremare, sanciti dalla Carta sociale europea e da numerosi testi internazionali ratificati dallaFranciacome il diritto alla salute, all’istruzione, all’alloggio e alla protezione sociale, nonché il diritto all’acqua potabile e a un ambiente sicuro, pulito e sano, sancito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Uniterispettivamente nel 2010 e nel 2022. Al fine di difendere l’accesso equo ed effettivo a questi diritti e a tutti i diritti umani delle persone che risiedono nei territori francesi d’oltremare,la Fidhdenuncia “non solo queste gravi e ripetute violazioni ma anche questo trattamento discriminatorio, che sarebbe inimmaginabile inFrancia”. Infatti, nonostante il suo impegno a favore delprincipio costituzionale di uguaglianzae del rispetto del diritto internazionale dei diritti umani, compresi il diritto alla non discriminazione e i diritti sociali sanciti dalla Carta sociale europea,la Francianon ha ancora espressamente riconosciuto l’applicazione della Carta stessa e dei suoi protocolli a questi territori non metropolitani. «È essenziale che il Comitato chiarisca la piena applicazione della Carta e dei suoi protocolli ai territori francesi d’oltremare, al fine di chiamarela Franciaa rispondere delle violazioni dei diritti sociali commesse all’estero», ha affermatoPatrick Baudouin, presidente di Ldh. «La Francianon può continuare a ignorare i problemi ricorrenti delle Indie occidentali. Sono andati avanti troppo a lungo. Deve finalmente riconoscere che la Carta sociale europea va applicata a tutti i suoi territori», ha dichiaratoElena Crespi, responsabile dell’ufficio per l’Europa occidentale della Fidh, che riunisce 188 organizzazioni nazionali per i diritti umani in 116 paesi e dal 1922 è impegnata nella difesa di tutti i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali definiti nellaDichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. La Carta sociale europea del Consiglio d’Europa, nell’ambito dellaConvenzione europea dei diritti dell’uomo, garantisce il rispetto dei diritti economici e sociali fondamentali come l’occupazione, la protezione contro la povertà, l’istruzione, l’alloggio, la salute e la non discriminazione da parte degli Stati che l’hanno ratificata o ne hanno ratificato la versione revisionata. Nel 1973la Franciaha ratificato la Carta sociale europea del 1961 e, nel 1999, la Carta rivista del 1996, nonché il Protocollo addizionale del 1995 che prevede un sistema di denunce collettive e di azione giudiziaria.La Franciaè anche uno degli Stati che hanno accettato tutte le disposizioni della Carta.