Uk: sempre più giovani si radicalizzano online

 

I bambini e gli adolescenti in Inghilterra vengono sempre più radicalizzati online, soprattutto a partire dal periodo pandemico. A dirlo è Andy Meeks, un alto ufficiale antiterrorismo che ha rivelato alGuardiancome negli ultimi anni un numero crescente di persone vulnerabili acceda a materiale estremo. «Abbiamo assistito a un aumento significativo delle indagini su individui che hanno commesso atti di terrorismo in rete, coinciso con la pandemia, quando molte persone hanno trascorso lunghi periodi online da sole». Già nel dicembre del2020, infatti, era stato riscontrato come ilnumero di giovanissimi arrestati per reati di terrorismo fosse in aumentoe la polizia aveva raccontato alGuardiandi ritenere il lockdown una causa scatenante. In quel periodo a crescere non era stata solo la quantità di arresti (17 contro gli 11 dell’anno precedente), ma anche la mole deicontenti segnalati all’unità antiterrorismoInternet Referral Unit (CTIRU) come “sospetti terroristi”:3.000 rispetto ai 2.796 del 2019, con un aumento di circa il 7%. Una crescita che per contenuti di destra era stata del 43%. Tra il 1° gennaio 2019 e il 30 giugno 2020 circa1.500bambinidi età pari o inferiore a 15 anni erano stati identificati come a rischio di radicalizzazionesecondo il programma Prevent del Governo britannico. In quell’occasione Kevin Southworth, Detective Chief Superintendent del CTIRU, aveva dichiarato: «c’è forse una sfida che i giovani devono affrontare nell’era moderna che noi non abbiamo affrontato quando eravamo più giovani». Negli ultimi anni le cose non sono migliorate, anzi. I dati del Ministero degli Interni britannico pubblicati la scorsa settimana mostrano cheil numero di bambini arrestati perché sospettati di reati terroristici ha raggiunto un livello record lo scorso anno: 42 persone di età pari o inferiore a 17 anni sono state detenute ai sensi della legge sul terrorismo fino a dicembre 2023, la maggior parte dei quali aveva avuto accesso a materiale di estrema destra. Si tratta di quasi un quinto del totale di sospetti terroristi, ed è ilnumero più alto da quando sono iniziate le registrazioni nel 2002. Due anni prima, la cifra era la metà. Dieci anni prima era 6 volte inferiore. Tra questi c’èJacob Graham, che si definisce un “anarchico di sinistra”,condannato a 13 anni per aver preparato atti di terrorismocompilando e condividendo un manuale per fabbricare bombe. All’apparenza un «giovane uomo normale, con un interesse per i fuochi d’artificio, le attività militari e all’aperto», secondo il giudice che lo ha condannato, ma in realtà ungiovane pericolosoche aveva detto di voler uccidere almeno 50 politici e sulla parete della sua camera da letto aveva la stampa di un’autobomba che esplodeva e la scritta: “fai in modo che i politici abbiano paura di rimettere in moto le loro auto”. Come lui, anche gli altri giovani e giovanissimi che scoprono la propaganda terroristica online e si lasciano ingannare dalla grafica accattivante e dalle false promesse di martirionon corrispondono all’archetipo del “terrorista” che solitamente abbiamo in mente: “variano in base al sesso e all’origine etnica; alcuni ottengono ottimi risultati a scuola, altri no; alcuni provengono da ambienti poveri, altri più fortunati. Sono figli, figlie, fratelli e amici, forse tuoi, anche se potrebbe non piacerti pensarlo”, aveva scritto già nel 2020 un sergente della Internet Referral Unit (che si era identificato solo come Paul) sul blog ufficiale della CTIRU. Secondo la polizia, dietro l’aumento dei giovani radicalizzati ci sarebbe laquantità di tempo che i minori trascorrono online senza la supervisione delle loro famiglie, scuole, assistenti sociali o servizi di salute mentale. Momenti in cui possono rimanere isolati in “spazi online maligni”, dove possono cadere vittime di “adescatori terroristici”.