Il futuro dell’agricoltura Uk è donna?

 

La forza propulsiva delleproteste dei trattorisi sta attenuando, con cortei sempre più sporadici qua e là, ma in ogni caso le manifestazioni delle scorse settimanein Italia e in Europahanno mostrato tutto ilmalessere di un intera categoria produttiva. Le cose non sembrano andare molto meglio nelRegno Unitodove, ai problemi legati ai sussidi perl’industria alimentare, ai temi più strettamente politici e allequestioni ambientali, si sommano i recenti cambiamenti dovuti allaBrexit. In questo contesto frastagliato e convenzionalmente in prevalenza maschile, però,c’è una nuova tendenzache rappresenta una speranza positiva per il futuro del settore:sempre più donneinfatti scelgono di portare avanti una carriera nell’ambito dell’agricolturae tra l’altro lo fanno ricoprendo spessoruoli di leadership. Se fino a cinque anni fale donnecostituivano solamente il 17% degliagricoltori, nel 2023 avevano già raggiunto la quota del 22% su un totale di 104.700 coltivatori registrati: lo dicono i dati dell’Office for National Statistics. Se si allarga lo sguardo al campo esteso deidirigenti dei servizi agricoli, le donne rappresentano il 32% della forza lavoro. Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia di statistica dell’istruzione superiore, il 64% deglistudenti di agrariaè donna. Per un’industria che si basa dalla notte dei tempi sulla successione di padre in figlio, con la relativa formazione esclusivamente maschile, si può dire che sia in corso una sostanziale rivoluzione. A rappresentare un punto di riferimento per il mondo femminile delle coltivazioni britanniche è sicuramente lacontadina del WiltshireMinette Batters, la prima donna presidente del sindacatoNational Farmers Union of England and Wales(Nfu): si è dimessa da poco dopo sei anni di mandato ma all’interno dell’ente le agricoltrici continuano a essere ben rappresentate. Le donne si fanno strada anche nelle mansioni che richiedono competenze altamente specializzate. Per esempio, la prima selezionatrice di lana UK è appena balzata agli onori delle cronache: a soli 22 anniAmy-Jo Bartonlavora alBritish Wooldi Bradford, dove sceglie la lana migliore a mano in base allo stile e alle caratteristiche richieste. Nel frattempo l’allevatriceRachel Coatesdiventa la prima direttrice donna nei 186 anni di storia delGreat Yorkshire Show, un tradizionale evento agricolo molto seguito: «Le donne sono sempre state la spina dorsale di una fattoria. Ora non sono più in cucina»,ha raccontato alGuardian, «Sono in prima linea nel settore. È bello vedere questa assunzione di ruoli di leadership». I prossimi obiettivi delmondo femminile agricolosono attrarre sempre più giovani donne e continuare a portare nel settore le proprie peculiari attitudini e competenze, che possono aprire nuovi scenari sul piano dellavendita dei prodotti, nell’artigianato, nella capacità comunicativa e anche nell’attenzione per ilrispetto dell’ambiente. Louisa Dines, docente di agronomia presso laHarper Adams Universitynello Shropshire, ha spiegato al quotidiano britannico: «Le mogli e le figlie degli agricoltori sono sempre state importanti – le fattorie sono in genere aziende familiari e intrecciate con la vita domestica – ma le donne operavano al di fuori del radar. Storicamente, le adunanze locali si tenevano nei pub o nelle sale del villaggio. Le mogli spesso non erano invitate o dovevano badare ai figli. Anche se ci sono andate, può essere intimidatorio entrare in una stanza piena di uomini ma le nuove piattaforme di comunicazione, come i social media e le videoconferenze, hanno reso più facile per le donne partecipare».