Le donne traggono maggior beneficio dall’attività fisica rispetto agli uomini
Non è un segreto che il regolare svolgimento dell’attività fisicafaccia bene alla salute. Lo dicono i medici, lo diconoi personal trainere anche la scienza. Nello specifico, i benefici si traducono nell’aumento della resistenza dell’organismo, nelrallentamento dell’involuzione dell’apparato muscolo-scheletrico, diquellocardiovascolaree anche nellosviluppo delle capacità psico-intellettuali. D’altronde chi pratica sport potrà confermarlo: quante volte, stanchi a fine giornata, dopo una sessione di palestra, di jogging o di qualsiasi altra attività fisica si ha la sensazione di star meglio? Questo perchéil movimento rilascia endorfineche, una volta in circolo,incidono in modo positivo sullostresse sull’umore. Un fenomeno che, soprattutto negli ultimi anni e in particolare a seguito dei diversi lockdown tra il 2020 e il 2021, è diventatocentrale nelle ricerche e negli studi sulla longevità. Da uno dei più recenti, condotto dalScienceDirect, pubblicato sulla rivista dell’Istituto Americano diCardiologiaediffuso poi dalWashington Post, emerge una novità sorprendente:le donne sembrerebbero avere meno bisogno di esercizio fisico rispetto agli uomini. O meglio,date le differenti dimensioni di massa muscolare,pare possano otteneremaggiori guadagni, in termini di salute, con la metà dello sforzo. Si tratta di un aspetto molto interessante, in particolare se pensiamo chea oggi le linee guida sull’attività fisica negli adulti sono le stesse per entrambi i sessi. Ma se ciò che evidenzia la ricerca è vero,sarebbe necessario riformulare le teorie. I fatti parlano chiaro: gliuomini, per ottenere unbeneficio di sopravvivenza pari al 18%,dovrebbero condurre300 minuti di movimento a settimana, mantenendo il livello stabile tra il moderato e l’intenso. Ledonne, invece,con la stessa tempistica raggiungerebbero il 24% di sopravvivenza in più. Lo studio è stato condotto prendendo come riferimento oltre400.000 adulti statunitensiche hanno fornito dati e risposto a sondaggi sulle loro attività nel tempo libero dal 1997 al 2017. Numeri che sono stati confrontati con ilregistro dei decessi, in particolare quelli causati daproblemi cardiovascolari. È qui che prende forma ildivario sulla longevità. Le risposte, dunque, arrivano dalla scienza. Gli esperti che hanno partecipato affermano come gli uomini, in media, hanno cuori e fibre muscolari più grandi, ma con meno densità capillare per unità; è chiaro dunque che le differenze fisiologiche si muovono a conferma dell’indagine. Esiste, poi, anche un risvolto sociale. SecondoMartha Gulati, Direttrice di prevenzione in cardiologia presso loSmidt Heart InstitutedelCedars-SinaiMedical Centere co-autrice dello studio, le conclusioni tratte potrebberocolmare il divario di genere specifico dell’esercizio fisico, motivando le donne nello svolgimento di una regolare attività nel tempo. Questo non perché non lo facciano già, ma perchéla percentuale, che supera di poco il 20%, risulta a oggi essere minore rispetto a quella degli uomini, che si attesta al 28%. Il tema del movimento e dell’attività sportiva è una branca rimasta in sordina per troppo tempo e che solo oggi comincia a intercettare l’interesse collettivo della comunità scientifica. Sempre riprendendo le parole di Gulati in merito, riportate nella pubblicazione delWashington Post, è bene sottolineare che l’osservazione è stata condotta esclusivamente sultempo libero, senza tenere conto delle pratiche quotidiane. Inoltre, è possibile sottolineare con certezza come i risultati di questo studio non riusciranno a cambiare le linee guida dell’attività fisica mapotranno supportare i medici e i nutrizionisti nella comprensione di cosa prescrivere o meno ai propri pazienti.