Perché i Paesi ricchi dipendono dalla manodopera straniera?

Sempre piùmigrantilasciano il proprio Paese d’origine per sfuggire a povertà e guerre e cercare opportunità di vita e di lavoro più dignitose negli Stati “ricchi”;tra questi, anche l’Italia,che nel 2022 ha toccatoquasi quota 6 milioni,di cui circa2,3 occupati professionalmente. Questo fenomeno starebbe generando, secondo alcuni economisti, unadipendenza crescente da parte dei Paesi più ricchidalla manodopera straniera. Una realtà che, tuttavia, necessita di essere analizzata sotto più punti di vista. Il primo fattore da considerare riguarda lacrisi sociale e demografica in atto nelle Nazioni più sviluppate. Mentre la popolazione mondiale è sempre più vecchia, ilnumero di figli all’interno delle famiglie continua a diminuiree laforza lavoro si riducecostantemente, creando uno sbilanciamento tra le entrate e le uscite economiche dei vari Paesi. Diversa è la situazione nelSuddel mondo dove, nonostante il tasso di fertilità registri trend in discesa, lamedia di figli per donna rimane piuttosto alta. Solo per fare un esempio:l’Africa Subsahariananel 1990registrava un valore pari a 6,3, mentre nel 2020 a4,3,comunque ben al di sopra dellamedia mondiale di 2,1 figli per donna.Invecenegli Stati Uniti nel 2020le cittadine in media avevano meno di 2 figli, mentre in Italia la media si attestava a 1,2. In questo contesto, lamanodopera stranierapotrebbe diventare un elemento prezioso non solo per le imprese, ma perl’intero tessuto economico mondiale.Infatti, mentre diminuiscono i cittadini in età lavorativa nei Paesi più ricchi, aumentano le persone straniere nella stessa fascia anagrafica: nel 2021 in Australia hanno superato il 30%,mentre la Germania è passata dal 15% a oltre il 20% nell’arco di un solo anno. A preoccupare gli economisti, però, sono alcune dellepossibili conseguenzeche si potrebbero verificare. In primis il rischio è quello diincentivare l’assunzione di figure non specializzatee, soprattutto, di sfruttare le necessità delle persone di avere un lavoro conorari massacranti, condizioni inadeguate e salari insufficienti. L’altro lato della medaglia, però, ci evidenzia comeil lavoro sia un fondamentale strumento di integrazionee possa, con le giuste tutele e le adeguate retribuzioni, rappresentare un’opportunità immensa per gli immigratie per leeconomie dei Paesi ricchi. Per esempio, negliStati Unti i cittadini stranierirappresentano il18,6% della forza lavoroe sono assunti in ruoli chiave per l’economia. Secondo loUS Census Bureau,l’immigrazione per gli States è indispensabile: se all’improvviso si azzerasse, nel giro di un anno la popolazione subirebbe una fortissima riduzione, causando danni all’economia dell’intero Paese. Che dunque l’immigrazione rappresenti una risposta ai problemi demografici che pesano sulle economie dei Paesi più ricchi? Forse. Indubbiamente, però, un’eccessiva dipendenza verso la manodopera straniera potrebbe,senza le giuste regolamentazioni, causaresquilibrinel mondo del lavoro andando a peggiorare una realtà già piuttosto fragile.