Inghilterra e Galles vogliono decriminalizzare l’aborto

IlParlamento britannicosi prepara questo mese adecriminalizzare l’aborto in Inghilterra e Galles. Una svolta diventata urgente dopo l’aumento dei casi di donne indagate e condannate per Ivg illegali. Chi pensava che l’Inghilterra avesse una delle discipline più permissive del continente europeo in materia, deve ricredersi. Unalegge di epoca vittorianarimasta in vigore dal 1861 stabilisce chel’abortoè un reato punibile con il carcere a vita. Se oggi l’interruzione di gravidanza è comunquepermessa entro le 24 settimanedi gravidanza e con l’approvazione di 2 mediciè grazie allederoghe introdotte dall’Abortion Actdel 1967.Dopo 10 settimane, la procedura deve essere eseguita in una clinica autorizzata o in un ospedale pubblico.Oltre le 24 settimane, l’aborto è permesso solo in casi eccezionali(cioè se la vita della donna è in pericolo, se il feto ha una grave malformazione o se c’è il rischio di grave danno permanente alla salute fisica o mentale della donna). Ladeputata laburista Diana Johnsonpresenterà alla Camera dei Comuniunemendamentoper eliminare qualsiasi responsabilità penaleper le donne che abortisconooltre i termini, lasciando inalterati i limiti esistenti. Secondo unsondaggio realizzato per ilTimes, la riformatroverebbe ilconsensobipartisan del55% dei parlamentari(solo il 23% sarebbe ancora a favore della criminalizzazione). E sarebbe in linea con quanto deciso nel 2019 dall’Irlanda del Nord, dove il limite per abortire però è molto più breve: 12 settimane. Per anni quasi nessuno si è preoccupato delle gravidanze interrotte oltre il periodo consentito. Poi qualcosa è cambiato. SecondoMSI Reproductive Choices, Ong che fornisce servizi di contraccezione e aborto sicuro in 37 Paesi del mondo,dal 2018 in Inghilterra e Galles ci sono statialmeno 60 casidi donne indagate dalla polizia per presunti aborti illegali(per ilGuardianarriverebbero a un centinaio). Se tra il 1967 e il 2022solo 3 donnesono state condannate, soltanto negli ultimi 18 mesi ne sono state processate il doppio; 3 casi sono stati archiviati e 2 sono ancora in attesa di giudizio. Ma quello che ha fatto più discutere è stato il processo finito con la condanna a 28 mesi di carcere aCarla Foster,già madre di 3 figli, colpevole di aver preso lapillola abortiva tra la 32° e la 34° settimana. In appello la pena è stata poi dimezzata e sospesa: per il suo caso c’era bisogno di «compassione, non di punizione», come ha detto la giudice Victoria Sharp. Anche le associazioni di medici hanno fatto pressioni per favorire una riforma. A gennaio, ilRoyal College of Obstetricians and Gynaecologistshadiffuso un comunicatoin cui suggeriva a tutti i medici e assistenti sanitari dinon segnalare alla polizia i casi di aborti illegali sospetti perché “non è mai nell’interesse pubblico indagare e processare le donne”che abortiscono. A differenza del caso Foster, diverse donne sono finite sotto indagine per aver perso il bambino dopo un aborto spontaneo tardivo o un parto prematuro. In alcune interviste allaBbc, hanno riferito di essere state “traumatizzate” e di aver iniziato ad avere pensieri “suicidi” a causa di indagini durate anni. Secondo Jonathan Lord, direttore medico dell’Msi, il numero senza precedenti di donne indagate potrebbe essere collegato a una maggiore attenzione da parte della polizia allo schema della “pillolainviata via posta”, introdotto nel 2020 durante la pandemia per consentire l’aborto farmacologico a domicilio entro le 10 settimane di gestazione. Un sistema che può essere manipolato per assumere i farmaci abortivi anche molte settimane dopo. L’aborto è di per sé un evento che può risultare drammatico, ma per le donne che vengono indagate per Ivg illegali le conseguenze possono essere devastanti. Lordha raccontatodi aver avuto pazienti che «Hanno perso tutto, la propria casa, i propri figli, la relazione con il proprio partner». Spesso, anche quando non c’è alcun indizio che l’aborto tardivo sia stato provocato da farmaci,basta che la polizia venga a sapere che la donna ha preso in considerazione la possibilità di abortire per dare corso alle indagini.In alcuni casi diventati noti al pubblico, le donne sono state prese di mira anche con minacce di morte. Gli equilibri parlamentari (che in materia di aborto consentono il voto libero dalle indicazioni dei partiti) sembrano pendere stavolta a favore della tutela delle donne. La prima firmataria dell’emendamentoDiana Johnson si è detta fiduciosa che sarà approvato: «Troverei molto strano se il parlamento decidesse di non farlo per l’Inghilterra e il Galles, visto che lo abbiamo già fatto (in Irlanda del Nord,ndr) e non è cascato il mondo». In Italia l’aborto clandestino è stato depenalizzato nel 2016 (ma la multa per chi se lo procura è stata aumentata da 51 a 10.000 euro). Canada, Nuova Zelanda e Australia hanno decriminalizzato del tutto l’Ivg.La Francia, invece, ha appena sancito il diritto nella sua Costituzione.