Quanta plastica contiene una bottiglia d’acqua? Fino a 240.000 frammenti per litro

Quanta plastica contiene una bottiglia d’acqua? Fino a 240.000 frammenti per litro

 

L’acqua presente nelle bottiglie che consumiamo tutti i giorni è profondamente inquinata dalle microplastiche; in mediaun litro potrebbe contenere circa 240.000 frammenti di plastica rilevabili, con una variazione in netto aumento rispetto ai precedenti studi. Questo è il nuovo quadro che emerge dallostudioscientifico pubblicato a gennaio sulla rivistaProceedings of the National Academy of Sciencesda un team di ricerca delLamont-Doherty Earth ObservatorydellaColumbia University. Lemicroplastiche, in rapido aumento su scala planetaria, rappresentano uno degli elementi inquinanti più pervasivi presenti sulla Terra,create dalla continua frammentazione delle materie plastiche rilasciate nell’ambiente. L’avvento delle civiltà industriale, specialmente dal dopoguerra in poi, ha contributo alla crescita esponenziale di questo tipo di inquinamento che ora rappresenta un notevole problema, non soloper gli habitat naturaliela fauna selvatica, ma anche probabilmenteper la salute umana. Di fronte a questo fenomeno il team di ricerca ha sviluppato una nuova sofisticata tecnologia in grado dirilevare la presenza delle nanoplastiche(particelle inferiori a 1 micrometro, misurate in miliardesimi di metro)negli elementi esaminati. Questa tecnica prevede l’utilizzo simultaneo di 2 laser per far risuonare delle specifiche molecole, permettendo così di individuare le centinaia di migliaia di particelle di plastica presenti in 1 litro d’acqua. Il 90% delle particelle esaminate erano nanoplastiche, mentre il resto erano microplastiche, con un range complessivo che va da 110.000 a 370.000 particelle: «Prima questa era una zona oscura, inesplorata. Gli studi sulla tossicità cercavano semplicemente di indovinare cosa ci fosse lì dentro. Questo esperimento apre uno squarcio in cui possiamo guardare in un mondo che prima non ci era consentito», hasottolineatoil coautore dello studio Beizhan Yan, chimico ambientale dellaColumbia University. Grazie a questa importante scoperta il team di ricerca è ora intenzionato ad allargare il campo delle analisi, spostando le rilevazioni sull’acqua di rubinetto o sulla neve dell’Antartide, per individuare la portata dell’inquinamento provocato dalle nanoplastiche. Cercando anche di valutare l’impatto nocivo sulla salute umana, insieme ai gruppo di ricerca di altri centri universitari: «I risultati dello studio svelano una nuova prospettiva, consentendo una comprensione più profonda delle implicazioni della plastica, sia sull’ambiente, sia sulla salute umana», ha affermato Qixuan Chen, professore associato di Biostatistica pressoColumbia Mailman School of Public Health. In Italia ilConsiglio Nazionale della Ricerche(Cnr) ha condotto anch’esso delle indagini sulle possibili conseguenze di questo inquinamento, pubblicando nel 2022 unostudio sperimentaleche evidenzia la pericolosità delle materie plastiche per il corpo umano. Grazie alle analisi svolte dal team di ricerca dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolaredelCnrdiretto da Danilo Porro, dell’Università di Milano-Bicoccae dell’Istituto di farmacologia traslazionale delCnr, coordinato da Daniela Gaglio, ricercatrice Cnr-Ibfm, è stato possibile valutare che “le cellule sottoposte all’esposizione cronica di particelle di polistirene mostrano simultaneamente quattro segni distintivi dell’alterazione metabolica tumorale. Lo studio aggiunge nuove importanti evidenze sull’effetto causato dall’ingestione cronica di polistirene e sulla sua potenziale azione come fattore di rischio nello sviluppo del tumore al colon”, comericordail comunicato del Cnr.