Nel 2023 la vendita di prodotti per animali è cresciuta del 17%

Nel 2023 erano oltre65 milioniglianimali da compagnia presenti nelle famiglie italiane, un numero più che raddoppiato rispetto al2015, quandosolo il 9% della popolazione condivideva la propria vita con un amico a quattro zampe. Un incremento in buona parte dovuto allapandemia,che ha stravolto completamente le abitudini di ognuno di noi e aperto la strada a un nuovo senso di solitudine. Ci sono oltre10 milioni di gattie circa9 milionidi cani, ai quali si aggiungono canarini, criceti, conigli e pesci, capaci di risollevare l’umore dei loro padroni e farli sentire meglio, come evidenzia il sondaggio realizzato daBva Doxae commissionato daPurina, aiutandoli anche a sentirsi maggiormente al sicuro e a mantenere uno stile di vita più attivo. Poco più di 1 italiano su 3 decide di portarli con sé durante le vacanza di famiglia, circa 3 su 10 scelgono invece pensioni apposite che garantiscano tutte le cure necessarie durante la loro assenza. Un amore sconfinato che non conosce sonno, stagioni e scuse e che si riflette anche nell’economia del settore,come ci dimostrano i dati elaborati daCircana. Tra gennaio e ottobre 2023 il valore degliincassi delcibo per animaliha raggiunto quota3 miliardi di eurosu oltre700.000 chili di prodotti venduti. Un numeroin crescita del 15% rispetto al 2022e che, nonostante la pesante inflazione, non arresta gli acquisti dimostrando la solidità e crescita costante del comparto pet. A spendere di più, secondoCircana, sono iproprietari di gatti(circa1,2 miliardi di euro) disposti a pagare soprattutto per il cibo dei loro felini, ma anche per sabbia e lettiera le cui vendite sono aumentate lo scorso anno del17,4%. Durante l’Italian Pet Summit,tenutosi a Milano lo scorso 27 febbraio,sono stati messi a confronto alcuni numeri del settore che permettono di identificare l’importante impatto economico delle aziende pet in Italia. Infatti, mentre laspesa di prodotti di largo consumolo scorso anno è cresciuta del9%, quella destinata all’acquisto di cibo e prodotti per la cura degli animali ha raggiunto un+17%.Al tempo stesso se i volumi venduti per i beni di largo consumo hanno risentito fortemente dellacrisi inflazionisticae, di conseguenza,sono diminuiti dell’1,8%, i volumi delle vendite dei beni legati ai nostri amici a quattro zampe sonocresciuti del 2,7%. La motivazione è in parte da identificarsi nellepriorità che condizionano le scelte dei proprietari durante l’acquisto. I dati diBva Doxa,infatti, sottolineano comeil prezzo non sia considerato un fattore fondamentale: si preferisconoprodotti di qualitàein linea con i consigli del proprio veterinario. In parte, questo è dovuto a unaumento della consapevolezza dei proprietariche identificano, come giusto che sia, unaresponsabilità primaria nell’avere un animale. Questo ha portato anche a unacrescita del mercato delle polizze assicurativeper gli animali che lo scorso anno ha raggiunto i380 milioni di euro. Anche lanutrizionericopre un ruolo chiave e centrale per i padroni, dal momento che permette diprevenire numerose malattieriducendo di conseguenza le visite dal veterinario. Una scelta che, dunque, tutela in primis il proprio amico peloso, ma anche il proprio portafoglio, dato che le visite mediche e il cibo per animali sono considerati ancora comeun “lusso”e, di conseguenza,tassati al22%. Una questione per cui da anni si battono gli animalisti che chiedono quantomeno una riduzione dell’Iva al 10%. A tutto ciò si aggiunge la crescente attenzione verso i temi disostenibilità ambientale:Purina, per esempio, ha annunciato il proprio impegno perazzerare le emissioni entro il 2050, per esempio utilizzando per i propri prodotti packaging riciclabili al 90%. Oggi l’urgenza è quella disviluppare e promuovere una cultura di tutela e rispetto nei confronti degli animali. Negli ultimi mesi le storie di Leone, Aron e tanti altri animali maltrattati sono finiti sotto la lente dell’attenzione pubblica, suscitando sdegno e sgomento di fronte alla prova dell’assenza di limiti della crudeltà umana. Eppure, le loro storie sono solo una minima parte degli orrori che avvengono continuamente nel nostro Paese nei confronti di chi non può difendersi e per cui, troppo spesso, non ci sono conseguenze per chi li commette.